Due fazioni che si scontrano per acquisire dei portali, difendendo i propri e conquistando quelli avversari, e collegandoli tra loro per stabilire un’influenza sul territorio.
Il campo di battaglia? Tutto il mondo, segnale GPS permettendo. Questa la summa, in poche parole, di Ingress.

Si tratta di un videogioco sviluppato per cellulari Android e iOS da Niantic (studio di sviluppo famoso anche per Pokemon Go, che condivide con Ingress il database geografico). Lanciato per la prima volta 5 anni fa, è stato uno dei primi giochi a realtà aumentata ad avere ampia diffusione. Ancora oggi, nel 2017, la comunità di giocatori è in crescita, e si organizzano a cadenza regolare eventi in cui giocare in gruppo e scontrarsi epicamente con i propri avversari, con risultati che vanno ad influenzare gli equilibri mondiali e la narrativa di gioco.
Creato l’account, la prima scelta da fare è quella che plasmerà il resto dell’esperienza: Che fazione?
Gli illuminati, che puntano a far evolvere l’umanità, ma ponendola sotto il controllo di entità superiori, o la Resistenza, che mira invece ad evitare questa presa di potere?
Il gameplay è identico per entrambe le parti, quello che cambia è con quale gruppo di giocatori ci si troverà a collaborare.

A registrazione fatta, si affronta un breve tutorial direttamente sulla mappa di gioco per conquistare i primi portali e iniziare a crescere. Il passo successivo è entrare in contatto con la comunità.
Nel mio caso è stata addirittura la comunità a trovare me: tramite la chat di gioco, alcuni giocatori mi hanno invitato in un gruppo Telegram dove organizzare giocate e scambiarsi consigli. La piacevole sorpresa è stata trovare una comitiva particolarmente varia, con persone anche molto lontane per età e interessi dallo stereotipo del videogiocatore incallito.
Il background fantascientifico, curato da Niantic stessa, parla di alieni, cospirazioni e una serie di portali attraverso cui un’invisibile forma di energia sta filtrando nel nostro mondo. Un interessante elemento che si rimane liberi di approfondire, ma che non è necessariamente fondamentale ai sensi del gameplay. Tant’è che la narrazione è affidata principalmente a media e siti esterni al gioco, con qualche elemento nascosto da cercare per conto proprio.
Ingress, e in generale i meccanismi della realtà aumentata, hanno ribaltato il concetto di Cyberspazio. Nella fantascienza Cyberpunk ci si è sempre immaginati un mondo virtuale “parallelo”, in cui entrare collegandosi fisicamente alla rete e proiettandovi la propria coscienza.
Qui succede l’esatto opposto. I nostri smartphone diventano un modo per interfacciarci con questo mondo virtuale trasportandolo nel mondo reale, e spingendoci a un’interazione sociale invece che a un isolamento sempre maggiore, come sarebbe stato collegarsi alla “matrice” immaginata da William Gibson. E una comunità attiva, in crescita, diffusa in tutto il mondo, ci dimostra che -per quanto inizialmente di nicchia- questo “cyberspazio inverso” è qui per restare.
Mauro Antonio Corrado Auditore
Non ci ho mai giocato ma sono sicuro che è fantastico e sopratutto puoi conoscere persone da ogni parte del mondo grazie a questo gioco
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