Harriet Boyd Hawes: un’archeologa in bicicletta

Nell’immaginario comune, complici il cinema e anche un po’ il romanzo d’avventura, la figura dell’archeologo è avvolta da un’aura di mistero affascinante e quasi romantica: un misto tra un Indiana Jones, un eccentrico professore universitario e archeologo sempre pronto all’avventura e al rischio per esplorare nuovi mondi perduti, e un Heinrich Schliemann, autore di scoperte epocali.

Quando la disciplina dell’archeologia nasce, tutti i suoi adepti sono uomini, che siano semplici avventurieri in cerca di fama e gloria o veri e propri esploratori o studiosi dell’antichità. Le donne sono pochissime, se non del tutto assenti dal panorama. Tuttavia, come è ovvio, esistono le eccezioni che confermano la regola. Una di queste è Harriet Boyd Hawes, la prima archeologa, dal carattere piuttosto particolare ed esuberante, ad aver compiuto scavi archeologici sull’isola di Creta e aver ottenuto considerevoli risultati.

Dallo Smith College del Massachusetts alla British School of Archeology di Atene

Originaria di Boston, Harriet Boyd Hawes (1871-1945) ha studiato presso lo Smith College, dimostrando fin da subito una notevole passione e dedizione per lo studio dell’antichità, in particolare per la lingua, la civiltà e l’arte del popolo greco. Ed è proprio durante una lezione di egittologia tenuta da Amelia Edwards, esploratrice e scrittrice inglese, che  il suo interesse per la storia antica si è svegliato.

Terminati gli studi negli Stati Uniti, la futura archeologa si è dedicata con profondo impegno all’insegnamento, raccogliendo una discreta somma di denaro con il solo obiettivo di visitare l’Europa, in particolare la culla della civiltà che più l’affascinava: la Grecia. Così, nel 1895 visitò il vecchio mondo e, dopo un anno, ritornò in Grecia per frequentare la British School of Archeology di Atene e coronare un sogno.

Solo non aveva fatto i conti con il maschilismo dell’ambiente in cui studiava e lavorava. All’inizio del XX secolo, infatti, l’archeologia non era affatto considerata un “lavoro da donne”, le quali, se volevano rimanere a contatto con gli studi classici, non potevano che aspirare a diventare o bibliotecarie o catalogatrici di reperti in un archivio o museo. Harriet Boyd Hawes era malvista solo perché andava in giro per Atene in bicicletta, per non parlare poi delle sue idee per le quali ha dovuto combattere duramente perché fossero rispettate e accettate (molto più di quanto dovesse fare un suo collega uomo!).

Un’occasione imperdibile: Creta

Il direttore dell’American School of Archeology di Atene si scandalizzò: secondo lui, fu inammissibile che una donna aspirasse a dirigere uno scavo archeologico. Non avendo fatto, però, i conti con il carattere della studiosa, ben presto si è reso conto dell’errore fatto. Sotto consiglio di un profugo di guerra, Harriet Boyd Hawes ha deciso di spostare i propri interessi verso l’isola di Creta, dove negli stessi anni sta lavorando anche Arthur Evans, lo scopritore della città-palazzo di Cnosso

È proprio grazie al contatto con Evans e all’appoggio della vedova dell’ancora più famoso Heinrich Schliemann che l’archeologa riesce a iniziare una spedizione sull’isola, all’interno della quale lavora (per la prima volta) anche una decina di donne.

Un successo incredibile in barba ai colleghi maschilisti

Concentratasi prima sulla zona di Kavousi, l’avviata archeologa ha esplorato tutta l’isola percorrendo i suoi sentieri sulla groppa di un asino per trovare, infine, un sito archeologico davvero interessante che le è valso il coronamento di un sogno. Sebbene sia stato un po’ offuscato dai ritrovamenti più celebri di Evans, il sito della cittadina minoica di Gournia costituisce un ottimo esempio di centro abitato con grandi edifici dell’età del Bronzo.

Born to rebel, la biografia di Harriet Boyd Hawes

Redatta dalla figlia Mary, la biografia di Harriet Boyd Hawes è una grandissima testimonianza della caparbietà e della tenacia di una donna che ha saputo combattere non solo per ottenere ciò che desiderava, ma anche e soprattutto per farsi valere. Leggendo della sua vita, si può notare che, dopo il successo di Gournia, Harriet Boyd non è mai stata ferma, anzi è stata attiva sia in campo accademico, continuando con l’archeologia, sia in politica, rendendosi utile durante la Prima Guerra Mondiale, prima come infermiera e crocerossina e poi, nella Seconda Guerra Mondiale, dimostrando sconforto per la situazione in Europa e alcune remore per le politiche nei confronti dei lavoratori.

Nicola Gautero

Fonte Immagini: https://alchetron.com/Harriet-Boyd-Hawes

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