Dal lato opposto, una nera e orrenda nube, squarciata dal rapido volteggiare di un vento infuocato, si apriva in lunghe lingue di fuoco: esse erano simili a lampi, ma ancor più estese.
Plinio il Giovane, Lettere ai familiari, VI, 20
La terribile eruzione del Vesuvio, avvenuta all’improvviso in una notte di fine estate del 79 d.C., ha sepolto e cristallizzato per sempre due città romane divenute celebri, appunto, per il loro tragico destino. In quella notte di quasi duemila anni fa, persero la vita moltissime persone, ma i loro ultimi istanti di terrore sono tuttora visibili grazie ai calchi in gesso. Di loro non sono rimaste solo le posizioni contrite, ma anche gli oggetti della quotidianità: cibo, gioielli, indumenti in alcuni casi e tanti altri utensili.
La Villa dei Papiri di Ercolano
In un piccolo insediamento sul litorale campano, a Ercolano, dove la popolazione era assai benestante, la furia distruttiva del Vesuvio ha sigillato, per i posteri, oltre a molte scene di vita quotidiana, un preziosissimo tesoro letterario: gli innumerevoli testi della Villa dei papiri.
I rotoli di papiro dell’immensa biblioteca della villa, costruita tra il 60 e il 50 a.C. e appartenuta a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino (padre di Calpurnia, terza e ultima moglie di Giulio Cesare), si sono sì quasi del tutto carbonizzati, ma sono rimasti così com’erano fino alla scoperta dell’intero abitato avvenuta sotto i Borbone.
Praticamente illeggibili per via della loro fragilità, i papiri contengono testi di natura principalmente filosofica, poiché sappiamo che nella Villa stessa il suo padrone ospitò il celebre pensatore epicureo Filodemo di Gadara. Quindi, visto che la maggior parte dei papiri è scritta in greco e non in latino, è assai probabile che i testi, ora impossibili da decifrare, contengano saggi di filosofia epicurea e altri testi simili.
Fino ad ora, i papiri sono stati letti e analizzati tramite i raggi X o le tac e poi srotolati poco per volta, tentando di non distruggerli completamente, ma ciò è quasi impossibile, poiché è come maneggiare la sabbia o la cenere stessa. Tuttavia, l’intelligenza artificiale può correre in aiuto alla filologia, ovvero alla scienza che studia e ricostruisce i testi dei manoscritti antichi.
Antico e moderno: l’intelligenza artificiale in aiuto alla filologia
L’università del Kentucky ha elaborato un software capace di leggere i diversi cambiamenti di superficie dei papiri, utilizzando i dati delle tomografie a raggi X. Così facendo i filologi possono srotolare senza colpo ferire i testi della misteriosa biblioteca.
La Vesuvius Challenge è infatti una competizione indetta dalla stessa università che al primo team di studiosi in grado di decifrare un papiro intero consegnerà un premio da capogiro. Per il momento, due scienziati hanno decifrato, l’uno separatamente dall’altro, la parola greca per la porpora. In sé non è molto, ma è l’inizio di una grande scoperta.
Un patrimonio illeggibile che ora può essere letto?
Il lavoro che rimane è ancora tanto, ma la tecnologia e l’innovazione aprono le strade a uno scenario ricco di speranze. Tra i testi della Villa dei Papiri, infatti, potrebbe celarsi un’opera della letteratura classica non arrivata fino a noi oppure del tutto sconosciuta.
Nicola Gautero
Fonte Immagini: https://www.thisiscolossal.com/2023/10/vesuvius-challenge/
