È stato approvato alla camera in via definitiva, il 18 gennaio scorso il cosiddetto “DDL Eco-Vandali”. Un provvedimento che sancisce “un inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi provochi danni a beni culturali o paesaggistici” (fonte Rai News: link) ed in particolar modo se tali atti sono stati compiuti durante manifestazioni a sfondo ambientalista.
Tale inasprimento, che può portare a multe tra i 20 e i 60 mila euro e, nei casi peggiori, alla detenzione carceraria fino ai 5 anni, ha nel mirino tutti i movimenti di attivismo ambientale come: Extinction Rebellion, Fridays For Future e Ultima Generazione.
Il seguente DDL si incastra in un periodo che ha visto questi movimenti fortemente attaccati da un punto di vista giudiziario. Come spiega Bianca, attivista del movimento Extinction Rebellion, durante la conferenza stampa tenutasi il 17 gennaio 2024 davanti al comune di Torino (link):
“Negli ultimi mesi il nostro movimento è stato colpito da un centinaio di denunce e fogli di via e avvisi orali tutti notificati a persone senza alcun precedente […] La nostra impressione è che invece di preoccuparsi di dare risposte concrete all’allarme rosso lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite ormai due anni fa l’attuale classe politica sia più preoccupata a reprimere chiunque metta in discussione l’attuale status quo.”

L’inquietudine espressa da Bianca e da molti altri attivisti è profondamente condivisa da giuristi, avvocati e professori intervenuti anche loro alla conferenza stampa davanti al comune. L’avvocato Roberto Capra, infatti, esprime una forte preoccupazione sia per quanto riguarda il tipo di misure adottate per contrastare queste proteste, ma anche per le modifiche attuate nell’ultimo periodo in ambito normativo:
“Sono rimasto molto colpito dal fatto che una serie di persone durante manifestazioni non violente siano state poi raggiunte da quelle che sono a tutti gli effetti delle misure di prevenzione, cioè delle misure che nella idea del nostro legislatore erano state previste per soggetti che si erano macchiati di reati particolarmente significativi e vivevano in contesti in cui la criminalità la fa da padrona. È chiaro che le norme che vengono utilizzate creano un profilo di pericolosità, non di pericolosità sociale, che è il presupposto che vorrebbero esistere per dare queste misure di prevenzione, ma ti pericolosità all’interno della società, cioè di creare dei limiti alla libertà manifestazione del pensiero e alla libera volontà di circolare per il territorio italiano, che sono due diritti costituzionalmente tutelati e che noi tutti dobbiamo combattere perché vengano rispettati a 360 gradi. Ma dicevo ci sono questi istituti che come ogni norma consentono un interpretazione e a seconda di che interpretazione gli diamo restringiamo o allarghiamo il diritto alla libera manifestazione del pensiero o della libera circolazione sul territorio. È molto pericoloso fare un interpretazione com’è stata fatta in questi casi, cioè pensare che chi va a manifestare possa essere raggiunto da un foglio di via obbligatorio, cioè allontanamento da un luogo, da un comune solamente per aver manifestato il proprio dissenso generalizzato rispetto uno status quo. È pericoloso per tutti noi ed è pericoloso perché a questo si associa di recente anche un trend normativo particolarmente gravoso, perché, ad esempio, il foglio di via obbligatorio è stato di recente rivisto è aumentato nella durata. Allora se noi associamo un profilo normativo sempre più incalzante sotto il profilo della limitazione della libertà e un’interpretazione da parte delle questure altrettanto significativo stiamo modellando una società diversa rispetto alla quale ci siamo mossi fino ad ora.”

Questo trend, inoltre, va a colpire in modo diretto quelli che sono, come ci ricorda la professoressa di diritto costituzionale all’università degli studi di Torino Alessandra Algostino, diritti fondamentali della nostra costituzione coma la libertà di manifestazione del pensiero, il diritto di riunione e la libertà di manifestare. :
“Chi manifesta ed esprime il proprio pensiero in realtà concretizza e fa vivere quello che è la costituzione, perché la costituzione non è un qualcosa di astratto ma un qualcosa che riguarda profondamente la materialità dell’esistenza di tutti noi.”
E tornando all’allarme lanciato da Capra aggiunge:
“Ecco oggi si assiste invece ad una crescente repressione di quello che è il dissenso attraverso i decreti sicurezza, attraverso un ricorso eccessivo a quello che è un abuso dello strumento penale […] ma anche attraverso la restrizione degli spazi di riunione con circolari, penso alla direttiva Maroni, penso alla direttiva Lamorgese, la riunione non viene considerata non più un diritto ma qualcosa che deve essere autorizzata.”
Tutte gli interventi, in fine, hanno delineato una fortissima preoccupazione che si è espressa al massimo con le parole dell’avvocato Gianluca Vitale, che parlando del perché, secondo lui, tali movimenti ambientalisti vengono attaccati con queste specifiche norme dice:
“Quel foglio di via, quella misura cautelare, è sicuramente incongrua rispetto al motivo per cui quella norma è stata introdotta nel nostro ordinamento, è congruo rispetto al fine occulto di quel provvedimento, di quel foglio di via, di quella misura cautelare e di prevenzione, perché è quello che si diceva prima, si vuole spaventare.”
In conclusione, il governo, la questura e la magistratura, attuando tali norme, approvando disegni di legge come il “ddl ecovandali”, decide di rispondere alle contestazioni pacifiche spaventando e attaccando giovani ragazzə. Un governo che al posto di investire per trovare soluzioni ad un’emergenza che riguarda tuttə decide di utilizzare lo strumento della paura.
Alessandro Santoni
Petizione in difesa della libertà di manifestazione degli attivisti per il clima: https://www.change.org/p/in-difesa-della-libert%C3%A0-di-manifestazione-degli-attivisti-per-il-clima
Fonti:
Extinction Rebellion: https://extinctionrebellion.it/
Fonte immagini: Extinction Rebellion
