Tutti pazzi per il Giro!

Ogni maggio, l’Italia si tinge di rosa. Non per una moda o una campagna pubblicitaria insolita ma per celebrare una delle competizioni ciclistiche più antiche e affascinanti del mondo: il Giro d’Italia. Non è solo una corsa a tappe, è un racconto che si snoda tra città, borghi, montagne e pianure. È la storia di uno sport che ha plasmato l’identità nazionale, unendo generazioni davanti a una salita impossibile, una fuga improvvisa o uno sprint mozzafiato.

“Giro d’Italia 2025” fanpage.it

Il Giro d’Italia venne creato il 24 agosto 1908 dalla Gazzetta dello Sport, con lo scopo di promuovere il giornale e aumentarne le vendite, prendendo l’ispirazione del modello del Tour de France.

La prima edizione fu il 13 maggio del 1909. I ciclisti partecipanti scattarono da Milano per affrontare una competizione suddivisa in otto tappe, percorrendo 2500 chilometri! Il vincitore dell’edizione madre fu l’italiano Luigi Ganna, che si aggiudicò il premio in denaro di 5250 lire, una somma estremamente rilevante per l’epoca. La sua celebre frase “Me brüsa tanto el cü” divenne simbolo della fatica dei pionieri.

Negli anni seguenti, il Giro ha reso celebri alcuni dei nomi del ciclismo mondiale. Tra i più amati di sempre, c’è Fausto Coppi, con le sue sfide contro il rivale Gino Bartali. Negli anni ’70, possiamo individuare il mitico Eddy Merckx, il belga che con la sua bicicletta riuscì a dominare la competizione in lungo e in largo. All’alba dei mitici anni ’90, l’Italia trova la sua leggenda Marco Pantani, capace di infiammare le montagne con le sue scalate leggendarie. Il successo del Giro crebbe rapidamente a livello internazionale, attirando concorrenti provenienti da ogni parte del mondo. Dal 1909 ad oggi, la gara promossa dalla rosea continua ad avere tantissimo successo, sebbene abbia subito brusche interruzioni: si ricordano quelle al principio dei due conflitti mondiali, quando anche i ciclisti furono chiamati a combattere e quella nel 2020, a causa della pandemia di COVID-19.

Ma perché una competizione ciclistica? Nonostante oggi lo sport più seguito nel nostro Paese sia il calcio, a inizio del ‘900, la disciplina sportiva più amata era proprio il ciclismo.

Marco Pantani, Giro d’Italia 1998, Gazzetta dello Sport

Tornando ai giorni nostri e lasciando da parte la nostalgia di quello che fu, se vi trovate in Piemonte e volete vivere da vicino l’emozione del Giro d’Italia, segnatevi queste date. Venerdì 30 maggio, la corsa partirà da Biella e arriverà in salita fino a Champoluc. Il giorno dopo, sabato 31 maggio, il gruppo affronterà una delle tappe più spettacolari, con arrivo a Sestriere dopo aver scalato il Colle delle Finestre! Mentre vedrete passare i corridori, prestate attenzione al colore delle magliette che indossano, poiché anch’esse hanno un significato ben preciso.

La maglietta rosa viene indossata dai leader della classifica generale, con il colore storico del giornale. La maglia ciclamino è assegnata al leader della classifica a punti, che si ottengono sia al traguardo finale di ogni tappa, sia ai traguardi volanti durante la corsa. Infine, la maglia azzurra premia il leader di classifica in montagna, mentre quella bianca è riservata al miglior giovane Under 25 in classifica generale.

Oltre alla gara nuda e cruda con le sue regole tecniche, il Giro d’Italia è un’occasione per scoprire le meraviglie del nostro Paese: borghi, vallate verdi, passi alpini innevati e coste frastagliate. È una cartolina in movimento che attraversa la penisola, raccontandone le bellezze, le diversità dei paesaggi e il legame profondo con il territorio. Se sarete presenti a guardare la gara, vi lasciamo altre piccole curiosità (per vantarvi con amici e parenti).

Nonostante sia una gara italiana, la competizione ha spesso tappe iniziali o intermedie fuori dal nostro territorio, come quest’anno: la prima tappa è partita da Durazzo, in Albania, fino ad arrivare nella capitale Tirana. Se siete amanti della musica del grande maestro Francesco De Gregori, nella canzone “Il bandito e il campione” viene raccontata l’amicizia tra Sante Pollastri, un bandito piemontese, e Costante Girardengo, uno dei più grandi ciclisti italiani di inizio Novecento, nonché vincitore del Giro D’Italia nel 1919 e nel 1923 (clicca qui per ascoltarla).

Un’altra delle curiosità più interessanti del Giro è il suo trofeo: “il trofeo senza fine”. Si tratta di una spirale d’oro che si avvolge su sé stessa, simbolo dell’infinità della corsa e della sua storia in continuo divenire. Viene assegnata al vincitore della classifica generale e porta incisi tutti i nomi dei campioni che hanno conquistato la competizione, a partire dal 1909.

coppa del 2022, giroditalia.it

Ogni tappa del Giro d’Italia è un’occasione per emozionarsi, per sentirsi parte di qualcosa di grande. Che siate appassionati del ciclismo o semplici curiosi, assistere al passaggio della corsa è un’esperienza che lascia il segno. Il ciclismo d’alto livello a cui si può assistere è lo sport che incontra la gente, che attraversa la nostra storia e racconta l’Italia in movimento.

Non perdetevelo: vivetelo dal vivo, anche solo per un attimo. Ne varrà la pena. 

Beatrice Bonino

Fonti: Giro d’Italia: focus e curiosità – focusjunior.it; Giro d’Italia it.wikipedia.org

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