“LUX”, l’album di Rosalía che fa parlare di sé

LUX, quarto album della cantante catalana Rosalía, è stato pubblicato il 7 novembre 2025 dall’etichetta discografica Columbia Records. Fin dal suo debutto, il disco è stato accolto con ampi consensi dalla critica, che ne ha elogiato la complessità sonora e la direzione artistica. Diverso è stato il giudizio dei fan, molti dei quali si sono detti delusi dalla scelta della cantante di esplorare nuovi territori musicali.

La prima cosa che colpisce è il titolo: “LUX”, termine latino che significa “luce“. La copertina, poi, raffigura la cantante mentre abbraccia sé stessa, su uno sfondo celestiale, vestita con un abito bianco religioso e un velo da suora, illuminata come una santa. Abbandonando momentaneamente il reggaeton e il flamenco, Rosalía con questo album torna al pop sperimentale, già presente nei suoi primi dischi Los ángeles e El mal querer.

La copertina dell’album Lux, raffigurante la cantante in abiti da suora. Crediti immagine: https://open.spotify.com/intl-it/album/3SUEJULSGgBDG1j4GQhfYY

Preannunciato inizialmente dal singolo Berghain (scritto insieme al produttore statunitense Yves Tumor e all’artista islandese Björk, e realizzato assieme alla London Symphony Orchestra), l’album si distingue per la complessità sonora: la voce di Rosalía si intreccia con interventi corali, alternando momenti più intimi e lirici a momenti orchestrali di grande potenza.

LUX, d’altra parte, è anche un album prettamente linguistico e multiculturale: sono presenti brani interamente in italiano (come la commovente Mio Cristo Piange Diamanti) e versi in siciliano (come il brano Focu ‘ranni presente nella copia fisica); sono presenti poi anche espressioni in arabo (La yugular), tedesco (Berghain), francese (Jeanne), portoghese (Memória), ucraino (De madrugá), cinese mandarino, ebraico (Novia Robot), giapponese, latino (Porcelana) e, naturalmente, in spagnolo, sua lingua madre. Nonostante le critiche di alcuni fan — che hanno contestato errori di pronuncia e di scrittura — la stessa Rosalía ha ammesso di aver utilizzato Google Translate per lavorare ai testi in lingue che non conosceva, preferendo “cogliere la musicalità delle parole anziché la correttezza grammaticale”.

L’ispirazione per l’album e per i testi proviene da diverse figure religiose femminili, come la filosofa francese Simone Weil, la scrittrice brasiliana Clarice Lispector, Santa Rosalia (la santa patrona della città di Palermo), la poetessa taoista Sun Bu’er, la Miriam della tradizione ebraica e la mistica sufi Rabi’a al-Adawiyya. Come ha dichiarato la cantante:

“Ogni canzone è ispirata alla storia di un santo. Ho letto molte agiografie e questo mi ha aiutato ad ampliare la mia comprensione della santità. Poiché la mia famiglia è cattolica, ho una visione cattolica delle cose. Ma poi ti rendi conto che in altre culture e in altri contesti religiosi è tutta un’altra storia. Ciò che mi ha sorpreso molto è che c’è un tema principale, che è quello del non avere paura, che si ritrova in molte religioni. E penso che sia molto potente perché probabilmente le paure che ho io sono le stesse di qualcuno dall’altra parte del mondo. E per me c’è bellezza in questo, nel capire che potremmo pensare di essere diversi, ma non lo siamo.”

La scaletta del disco, composto da 18 brani (tre dei quali esclusivi della copia fisica e non presenti nella versione digitale) è divisa e organizzata in quattro movimenti diversi tra di loro:

“[…] Ne volevo uno che fosse più distante dalla purezza. Il secondo volevo che fosse più come essere nella gravità, essere amici con il mondo. Il terzo sarebbe stato più incentrato sulla grazia e, si spera, sull’essere amici con Dio. E alla fine, l’addio, il ritorno.”

In un’intervista al New York Times, quasi a voler rispondere alle critiche dei fan, la cantante ha poi dichiarato:

“Amo viaggiare, amo imparare dagli altri. Perché non dovrei provare a imparare un’altra lingua e a cantare in un’altra lingua, ampliando così le mie possibilità di essere una cantante, una musicista o un’artista? Il mondo è così connesso.”

LUX, dunque, non è solo un cambio di stile, ma un vero e proprio manifesto di rinascita artistica e personale. Abbandonando quelli che sono i ritmi commerciali che l’hanno resa famosa a livello mondiale, la cantante si ritrova — nuovamente, un po’ come alle origini – ad abbracciare una dimensione molto più spirituale e, in certi tratti, mistica, in cui la lingua diventa suono e il suono stesso si trasforma in preghiera.

Deborah Solinas

Link intervista a Rosalía: https://billboard.it/interviste/rosalia-lux-intervista/2025/11/05198047/

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