Prima di tutte le partite degli All Blacks, squadra nazionale di rugby della Nuova Zelanda, si può assistere a quella che, a primo impatto, sembra essere un’esibizione molto particolare: si tratta della haka, danza cerimoniale tipica del popolo māori. In realtà, però, la haka è ben più di una semplice danza tradizionale: è un rituale, ma soprattutto, è un simbolo di potenza e resistenza. Nell’immaginario comune, si pensa alla haka come a un momento spettacolare a cui assistere prima delle partite; tuttavia, le sue origini sono ben più antiche e radicate in un contesto molto diverso: quello del vivo ricordo degli antenati.
Oggi, oltre che sul campo di gioco, è possibile vederla – e sentir risuonare il canto che la accompagna – anche durante le sedute del Pāremata Aotearoa, il Parlamento neozelandese. Da alcuni considerato come un elemento di disturbo, in realtà è un incontro tra tradizione indigena e democrazia contemporanea. La haka, infatti, viene soprattutto performata come atto di protesta verso quelle riforme che ledono i diritti della comunità māori.
Che cos’è la haka?
La haka è un discorso fatto con voce, corpo e volto; è il grido della comunità maori. Viene solitamente performata in gruppo e si caratterizza per alcuni movimenti ed espressioni facciali particolari come il waewae takahia (il pestare vigoroso dei piedi), pūkana (gli occhi sbarrati) e whetero (la lingua sporgente). Essa può assumere diversi significati in base alla iwi (tribù) che la performa; spesso, infatti, narra la storia di un gruppo di persone unite da un antenato comune e ne afferma l’identità e la forza.
Come nasce la haka?
Le origini di questo rituale sono antichissime. In particolare, la creazione della Ka Mate, la haka eseguita dagli All Blacks, è attribuita al capo Māori della iwi Ngati Toa, Te Rauparaha: in fuga da una iwi rivale, egli compose questa trionfante celebrazione della vita che recita “Ka mate, ka mate!” (“È la morte, è la morte!”) “Ka ora, ka ora!” (“È la vita, è la vita!”). La haka performata sul campo da rugby, tuttavia, è molto diversa da quella eseguita in sede parlamentare: se la prima è un canto di guerra, la seconda è un grido di rivendicazione e un richiamo degli antenati.
Dal trattato di Waitangi al Waitangi Tribunal
Il 1840 è l’anno del Te Tiriti o Waitangi, accordo firmato tra l’Impero britannico e numerose tribù māori, che avrebbe dovuto stabilire i termini della convivenza tra colonizzatori e nativi in Aotearoa / Nuova Zelanda. Questo trattato, però, fu ambiguo fin dall’inizio e vi furono significative divergenze riguardo la sua interpretazione e applicazione: per gli inglesi era una cessione di terra e potere da parte dei nativi, che avrebbero dovuto riconoscere la sovranità della Corona britannica; per i māori si trattava, invece, di un patto di reciproca protezione che garantiva il diritto di mantenere le loro terre. A fronte di queste interpretazioni opposte, per un secolo il piatto della bilancia pendette a favore dalla parte coloniale; il Trattato fu a tutti gli effetti ignorato dal governo neozelandese e il popolo māori perse progressivamente il controllo delle terre che gli appartenevano. Solo dagli anni Settanta verrà ricucita la frattura che il governo neozelandese aveva creato con il popolo māori, soprattutto a seguito dei movimenti di protesta dell’epoca: nel 1975 venne istituito il Te Rōpū Whakamana i te Tiriti o Waitangi (o Waitangi Tribunal) una commissione incaricata di valutare le violazioni del trattato del 1840 da parte della Corona. Inoltre, nel 1987 la lingua māori venne riconosciuta come lingua ufficiale e nacquero le prime scuole con insegnamenti interamente impartiti in lingua māori.
Come arriva la haka in Parlamento?
In Aotearoa / Nuova Zelanda la democrazia non è un’istituzione monoculturale, bensì uno spazio di coabitazione tra culture. In questo contesto, quando viene praticata la haka in Parlamento (di solito, in occasione dell’insediamento di un nuovo deputato o come gesto di protesta), essa diviene un gesto di riaffermazione della presenza della comunità māori e della sua sovranità.
La haka non è folklore, è diplomazia. Non è coreografia, ma un vero e proprio discorso politico.
Hana-Rāwhiti Maipi-Clarke
Nel 2023, Hana-Rāwhiti Maipi-Clarke, la più giovane parlamentare neozelandese di etnia māori, citata dalla BBC fra le 100 donne più influenti del 2024, ha eseguito la haka durante il suo primo discorso parlamentare.
Il canto, che ha avuto una diffusione virale, è il seguente:
“Tēnā rā koe, e te Pīka. Tēnā rā tātou, e te Whare. Ka ngau ki Mōkau, ka ngau ki Tāmaki. Ka rū te whenua, ka mate te marama, ka taka ngā whetū i te rangi, ka ara Waikato i te rua, au, au, aue ha.
Haka – E ko te tūī.
He aha rā, he aha rā?
He aha te mahi mō runga i te marae e tū nei!
E ko te tui, e ko te tui!
E ko te hono ki te kotahitanga ki te Kīngi Māori e tū nei,
E tū nei i runga i te mana Māori motuhake e tū nei.”
[“Grazie, signor Presidente. Salve a noi, o Camera. Stringo Mōkau, stringo Tāmaki. La terra trema, la luna muore, le stelle cadono nel cielo, Waikato riemerge dagli abissi, è il nostro tempo.
Haka – Oh cantate in coro.
Cos’è dunque, cos’è dunque?
Qual è lo scopo della nostra riunione qui, sul marae!
Oh è di unire le nostre voci, oh è di unire le nostre voci!
Oh è di unirci sotto il mantello del nostro re Māori che è qui,
Sopra le radici della nostra autodeterminazione Māori che è qui.”]
Con il suo discorso, Hana-Rāwhiti Maipi-Clarke si erge in difesa della sua comunità, denunciando le politiche che hanno ignorato i diritti e il patrimonio culturale māori. Nel testo, si possono leggere diverse affermazioni di rivendicazione: per esempio, il termine “ngau”, che significa “mordere” o “stringere”, in riferimento a Tamaki, nome māori di Auckland; ma anche le espressioni “mana Māori motuhake”, rivendicazione dell’autodeterminazione Māori, e “e ko te hono ki te kotahitanga”, esortazione dell’unità del popolo māori. La haka nel contesto parlamentare neozelandese, dunque, è tanto un abbraccio quanto un avvertimento: è la memoria che parla al futuro.
Tuttavia, questa pratica non è sempre ben vista. Lo scorso 9 ottobre, l’esecuzione non autorizzata della haka a seguito all’insediamento della parlamentare Oriini Kaipara ha portato alla sospensione della seduta: la haka in questo caso era stata utilizzata come gesto celebrativo per l’ingresso della nuova deputata, ma il Presidente della Camera ha lasciato l’aula prima che si concludesse.
Serena Spirlì
Fonti
https://speakingwhilefemale.co/indigenous-maipi-clarke/
https://maoridictionary.co.nz/
https://www.newzealand.com/int/feature/haka/
https://www.youtube.com/watch?v=YfezPl4nIPE
https://www.youtube.com/watch?v=7ZOIIk9A6-8
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