Ma le Comunità Energetiche sono davvero vantaggiose?
Tramite i nostri “vecchi amici”, Mario e Piero, cercheremo di spiegarvi in questa seconda puntata sulle CER quali sono i possibili vantaggi e svantaggi dell’istituzione di una Comunità Energetica.
Una cosa è certa, sia Mario che Piero ormai sono lettori fissi del nostro giornale.
@noe.fe
L’istituzione di un’area verde si rende necessaria nel momento in cui vengono evidenziati elementi di pregio, animali o vegetali, che è essenziale che non vengano persi. Anche se non lo vediamo, tutte le aree verdi presenti sulla nostra cintura sono un’importante fonte di biodiversità animale e vegetale. Questo è il caso della Collina Morenica, un importante paradiso verde che in questi anni sta affrontando numerose problematiche. Un ente, il Coordinamento Salvaguardia per la Collina Morenica, attivo sul territorio da diverso tempo sta cercando di arrivare alla Regione per tutelare questa importante zona.
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Che cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili? Perché se ne sente parlare sempre più spesso?
Il dibattito in merito all’istituzione delle CER è infatti sempre più frequente, in quanto la sostenibilità rientra in molti degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’agenda 2030, come la creazione di città e comunità sostenibili: in questo primo articolo, tramite l’esperienza di Mario e Piero, la nostra redattrice Noemi Ferro cercherà di spiegare che cos’è e come si istituisce una Comunità Energetica Rinnovabile.
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Uomo e natura sono strettamente collegati fra loro e capaci di influenzarsi a vicenda. Scienziati, filosofi e teologi si sono interrogati su questa complessa relazione e su come possa essere rispettosamente mantenuta. A spianare la strada è stato Papa Francesco, che nel 2015 ha emanato l’Enciclica “Laudato sì”, prima nel suo genere, poiché rivolta all’ambiente e alla sua salvaguardia. I cristiani, tuttavia, non sono gli unici che hanno preso posizione. Ci interroghiamo, dunque, su come le altre religioni possano interpretare il rapporto uomo – natura.
Ce ne parla nel suo articolo la nostra redattrice Noemi Ferro (@noe.fe).
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La Human dimension è quell’area della scienza che cerca di capire come la realtà umana possa condizionare la fauna selvatica. Per gestire correttamente, e consapevolmente la fauna selvatica è necessario aprire gli occhi sul condizionamento che l’uomo ha sugli animali selvatici. Sapere fino a che punto l’uomo ha contaminato questi habitat potrebbe permetterci di gestire in modo più consapevole i rapporti uomo – animale.
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Ogni attivista a un certo punto della sua vita deve fare i conti con ciò che significa “fare attivismo”. Davanti alle sfide dei nostri giorni diventa sempre più difficile essere ascoltati, considerando le reazioni repressive che vengono messe in atto. In questo complesso scenario, cerchiamo di capire come i giovani d’oggi possano muoversi e quale sia la scintilla che li porta a reagire.
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La maggior parte delle segnalazioni che ci giungono in ambito naturalistico riguardo l’ingombrante tema dei cambiamenti climatici considerano per lo più gli animali e i loro ecosistemi. Tuttavia, anche le piante risentono delle ormai evidenti alterazioni climatiche, ma le parole spese in merito sono rare. La volontà di conoscere ciò che ci circonda, e ci sembra così diverso da noi, potrebbe aiutarci a una migliore salvaguardia del nostro territorio.
Ce ne parla nel suo articolo Noemi Ferro (@noe.fe)
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