Emergenza migratoria in Sudan: la risposta (insufficiente) del mondo

In un mondo travolto da conflitti, il Sudan brucia nel silenzio.

Dopo due anni e mezzo di guerra civile, il Paese conta oltre 11 milioni di sfollati e 4 milioni di persone fuggite all’estero: una delle peggiori emergenze migratorie e crisi umanitarie del nostro tempo.

Davanti a carestia e violenza a motivazione etnica, dov’è la risposta della comunità internazionale?

@frezanasi

Italia-Israele: la partita blindata del Mossad

Il 14 ottobre scorso Udine si è trasformata in una città blindata per il match Italia-Israele: droni, cecchini e zona rossa attorno allo stadio.
Fuori, migliaia in piazza per la Palestina, repressi con idranti e lacrimogeni. Dentro, fischi all’inno israeliano e spalti semivuoti.
Un clima che svela la complicità del governo Meloni con Tel Aviv e l’industria bellica italiana.
Ce ne parla lə nostrə redattorə Giulio de Meo nel suo nuovo articolo.

@giulio.demeo

Il costo irrisorio della morte

In molte aree di conflitto del mondo ci sono migliaia di mine antiuomo sepolte nel terreno. Oltre a causare morte durante le guerre, possono rimanere inesplose e mietere vittime anche in tempo di pace. Ma ciò che suscita ancora più scalpore è il prezzo ridicolo per la loro produzione.

Nel 1997, con il trattato di Ottawa, si era messo al bando l’utilizzo di queste armi in molti Paesi nel mondo. Nell’ultimo periodo, però, alcuni stati europei, spaventati dalla minaccia russa, hanno deciso di ritirarsi dagli accordi. Ce ne parla Giulia Costa Medich nel suo nuovo articolo!

@_giuliia_costa_

Netanyahu e Trump: non chiamateli “pazzoidi”

Trump, nella notte fra sabato e domenica scorsi, ha deciso di attaccare l’Iran, anche se l’AIEA aveva assicurato che il governo di Teheran non costituisse «una reale minaccia». A nulla è valso il tentato “cessate il fuoco”. Quali sono i motivi di questo attacco?
E perché da due anni Tel Aviv continua a rendersi artefice di quello che ormai l’opinione pubblica e gli analisti definiscono un genocidio?

Non è la presunta “pazzia” di Netanyahu o di Trump la risposta, bensì tutta una serie di equilibri di potere e di relazioni che stanno cambiando.

Per saperne di più, leggi il nuovo articolo del nostro Vincenzo Mastrocinque. Link in bio e nelle storie

@ilnerdmiope

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Il riarmo farà bene all’Europa?

L’Unione europea, in questi mesi, sta affrontando una crisi di identità: deve continuare a favorire la pace e a impedire le guerre oppure cavalcare l’onda di incertezza e di isteria dei tempi che corrono? Lo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto rapidamente capire che gli “ottant’anni di pace” sono finiti, ma che ne pensano i cittadini europei, sempre più poveri e insicuri verso il futuro? Ce ne parla Vincenzo Mastrocinque sul suo nuovo articolo per The Password.

@: ilnerdmiope

Riarmo europeo: il piano che divide un continente

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha più intenzione di sostenere militarmente l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa, abbandonando il popolo ucraino in guerra. La Commissione Europea, visto il repentino cambio di rotta della Casa Bianca e la trasformazione dell’assetto geopolitico, ha organizzato un piano per attuare un riarmo a livello continentale.

I recentissimi sviluppi, inoltre, hanno reso noto un altro colpo di scena da parte di Trump, che in una telefonata con il presidente Putin ha richiesto un cessate il fuoco, almeno nel Mar Nero. Sarà vero? Quale sarà il prossimo passo?
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Anche in Europa si alza il vento

Gli equilibri geopolitici sono ormai compromessi, è un fatto noto anche a chi non si occupa di relazioni internazionali. La novità, tuttavia, è che i cambiamenti riguardano anche il blocco occidentale, che appare sempre meno compatto e unitario. Come mai? Quali sono i più recenti segnali? Ma soprattutto, in che direzione stiamo andando? Ne parla Vincenzo Mastrocinque nel suo ultimo articolo di The Password.

Tag: @ilnerdmiope

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Searching for the lost. Project Khthon

What if we could use satellite data to detect war crimes? That’s the idea behind Project Khthon. Born in 2022 in England, the project is almost entirely student-led and based on the volunteer work of 60+ people from all over the world.

We had the opportunity to interview the Project’s creator and director, Sam McKnight, about the impact and the mission behind their work.

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Settimane in cui accadono decenni: la caduta degli Assad

Bashar al-Assad è caduto. L’esercito dell’HTS, spalleggiato dalla Turchia, ha conquistato Damasco questa domenica, dopo soli tre giorni di operazione. Che ne sarà ora della Siria? Com’è stata possibile tanta rapidità ed efficienza? Ma soprattutto, chi sono gli attori in gioco? Con una Russia che si arrocca, gli Stati Uniti sempre più fragili, i comunisti del Rojava che si ritrovano ora nelle mani un terzo del paese e l’Iran che perde un importante alleato a scapito del governo di Erdogan, è tutto da scoprire. Di questa settimana che pare un decennio ci parla il nostro Vincenzo Ferreri Mastrocinque nel suo ultimo articolo, che trovate su The Password

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Ladakh: il Kashmir dimenticato

Il Kashmir: una delle zone di confine più militarizzate al mondo. Con il governo Modi le tensioni si sono intensificate, non solo con lo storico avversario pakistano, ma anche con la Cina. Il territorio conteso? Il Ladakh.

Un paradiso naturale di pastori nomadi, ora minacciato dalle tensioni di queste due superpotenze. Ma le voci di protesta di alzano anche dalle valli montane più dimenticate…

Vuoi saperne di più? Leggi l’articolo al link bio!

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