La potenza della “haka” in Parlamento

Resa nota dalle partite di rugby degli All Blacks, la “haka” non è una forma di spettacolo o intrattenimento: è un atto di rivalsa e autodeterminazione del popolo māori contro i colonizzatori.

La “haka” praticata nello sport è un canto di battaglia usato per dare forza ai guerrieri, ma quando questa danza raggiunge il Parlamento neozelandese lo fa con un significato ben preciso: che sia per un cerimoniale o una protesta, esso è un grido che ricorda a chi sta guardando “noi siamo qui”.

@nephthysp

Furti d’arte, furti d’identità

Furti d’arte, Maël Bertotto, 28/11 AM

Il patrimonio culturale di ogni paese determina l’identità del popolo a cui appartiene e, per questo, nella storia è stato una delle vittime principali di guerre e conquiste. Chi occupava un determinato territorio, non solo sottraeva ai conquistati dei beni materiali, ma eliminava anche una parte fondante della loro cultura. Basta pensare a quello che accadde ai popoli colonizzati dall’Europa dal Cinquecento in poi, o alle spoliazioni napoleoniche che accompagnarono di pari passo le conquiste territoriali dell’imperatore francese. Donna Tartt, invece, nel suo libro “Il cardellino”, esplora un altro tipo di furto d’arte, molto più personale e intimo ma che arriverà a coinvolgere comunque una collettività.

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