Beyoncé, il country e l’intersezionalità – parte prima: COWBOY CARTER

Nel 1939, John Avery Lomax parte con la moglie Ruby per una ricerca etnografica, con obiettivo registrare le varie espressioni musicali folk tipiche del sud degli Stati Uniti d’America. Più di ottant’anni dopo, la popstar Beyoncé Knowles Carter decide di dedicarsi al country pop per il suo ultimo album.

Spesso avente una brutta reputazione anche tra gli amanti più eclettici della musica, il genere country è stato spesso associato alla destra americana, ai Repubblicani e al sud degli States più conservatore. E’ una posizione abbastanza ironica visto che il genere è nato grazie ad immigrati nelle Americhe provenienti dall’Africa, dal Messico e dall’Inghilterra.

In questa prima parte di una mini-serie dedicata alla figura di Beyoncé e al suo attivismo, Gaia Sposari recensisce l’ultimo album della popstar: cosa significa per l’attivismo e l’intersezionalità quando una miliardaria si esprime usando un genere associato al proletariato?

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