Le vere madri della ginecologia: l’orrore dietro le scoperte del Dr. Sims

Immagina di subire 30 operazioni chirurgiche. Senza anestesia.

Questa è stata la triste realtà per Anarcha, Lucy e Betsey, schiave usate come cavie da laboratorio dal “grande” padre della ginecologia. Sims credeva che i loro corpi fossero insensibili al dolore: una scusa atroce che gli permise di operarle ancora e ancora, spacciando la tortura per scienza.

Per scoprirne di più su Anarcha, Lucy e Betsey, leggi l’articolo della nostra redattrice Deborah Solinas.

@lookatdebss

Gioventù Nazionale: la storia della prole neofascista di Fratelli d’Italia

Le inchieste recenti su Gioventù Nazionale, che hanno fatto il giro del web, rivelano un lato oscuro dell’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia: cori razzisti, nostalgie fasciste e discorsi d’odio preoccupano l’opinione pubblica.

Mentre la politica ufficiale del partito prende le distanze dall’ideologia neofascista, Giorgia Meloni promette severi provvedimenti. Ma basterà? Ce ne parla in questo articolo Serena Spirlì.

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Beyoncé, il country e l’intersezionalità – parte seconda: identità artistica tra radicalismo e capitalismo

Nella prima parte di questo articolo, la nostra redattrice Gaia Sposari ci parla dell’ultimo album di Beyoncé, “COWBOY CARTER”, che intende reclamare il genere country dopo il suo “whitewashing”, atto che accade molto più del dovuto a generi che hanno radici in tradizioni di persone razzializzate. Un’altra caratteristica del country, però, è sempre stata l’essere un genere nato nell’ambito delle comunità di classe bassa e lavoratrice. Quanto è impattante questo atto quindi se a farlo è comunque una milionaria?

In questo articolo si discuterà di come spesso l’ambito economico venga ignorato quando si parla di arte ed intersezionalità – soprattutto quando molti artisti usano la propria appartenenza a minoranze come parte integrante della propria immagine pubblica ed artistica.

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Lavoro e sfruttamento, chi difende i miei diritti?

In occasione del Black History Month le nostre redattrici Giulia Menzio (@giuliamenzio) e Monica Poletti (@xmonjca) hanno seguito la conferenza “Lavoro e sfruttamento”. Numerosi sono i temi emersi: dalla diffidenza dei lavoratori migranti nei confronti dei mediatori interculturali, alle difficoltà nel lavorare senza documenti. Quando allo sfruttamento della classe lavoratrice si somma la discriminazione le conseguenze possono essere terribili. Questi lavoratori, però, non sono soli e strutture come A.M.M.I e NIDIL tentano di migliorare la loro condizione, mentre il fotografo Mauro Raffini ha dato loro una voce e un volto. Per saperne di più leggi l’articolo.

Whitewashing e blackwashing, tra discriminazioni e inclusività

Il fenomeno del whitewashing, ormai praticato e conosciuto da diversi decenni, è oggi oggetto di parecchie critiche e accuse grazie alla diffusione della consapevolezza del razzismo. In direzione di un cinema sempre più inclusivo, si è scelto di rappresentare la realtà multietnica del mondo, ma anche questa si è spesso scontrata con le accuse di “politically correct” e “blackwashing”. Quanto risulta importante rispettare l’etnia dei personaggi rappresentati sullo schermo, quando spesso questi ultimi sono riflesso di una centralità dell’uomo bianco? Ce ne parla Monica Poletti nel suo articolo

Quando il razzismo si cela dietro una risata

È diventato virale un video che riprende tre ragazze deridere due passeggeri, sul treno Como-Milano, perché cinesi. La vicenda ha fatto molto scalpore sui social e ha dato inizio a una forte gogna mediatica che ha colpito le tre. Ma come mai si parla ancora di razzismo tra i giovani? Rispondere con odio è la soluzione giusta? Quanto incide sulla nostra mentalità e i nostri comportamenti quotidiani la società in cui viviamo? Ce ne parla la redattrice nel suo nuovo articolo.
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Black History Month

Black History Month
Torna a Torino la seconda edizione del Black History Month (BHM Torino): la serie di incontri ed eventi incentrati sulla storia delle comunità diasporiche afrodiscendenti.
Nato da un’idea di Carter G. Woodson, il BHM ha non solo lo scopo di far scoprire la storia africana e di mostrarne il contributo storico, culturale e sociale, ma anche di valorizzarne la complessità.
La nostra redattrice @jessicaponss ci racconta i temi e gli eventi al centro di questa seconda edizione torinese, incentrata su tre concetti fondamentali: radici, identità ed empowerment.

Quando le immagini cambiano la storia: il caso “Waco Horror”

Oggi siamo in costante contatto con le immagini e questo rischia di farci dimenticare quanto importanti possano essere per veicolare un messaggio. È qui che la figura di Elizabeth Freeman, suffragetta nei primi anni del ‘900, può venirci in aiuto: nel 1916 fu chiamata ad investigare quello che passò alla storia come il caso “Waco Horror” e proprio grazie alle fotografie che testimoniano l’accaduto, riuscì a cambiare il destino di un’intera comunità.

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@glenatbd
@lisalugrin

Premi del pubblico

Se provaste a cercare su Google le voci: “Innovazione significato” trovereste scritto: “Introduzione di sistemi e criteri nuovi”. Si può dedurre, quindi, che tale processo porti inevitabilmente a qualcosa di utile e positivo per il futuro.

Se, poi, parliamo di innovazione del linguaggio in televisione, possiamo immaginare una comunicazione inclusiva, che rispetta e difende le minoranze.

E invece no, poveri illusi.

Su RAI2, ai Seat Music Awards, è stato il duo Pio&Amedeo a ricevere un premio per – citiamo testuali parole – “aver innovato il linguaggio televisivo e per saper cogliere le sfaccettature della vita quotidiana rendendole spettacolari con ironia e irriverenza”.

Ricordiamo a tutti che i due comici hanno fatto un intero monologo ripetendo la f-word e la n-word, e sottolineando il fatto che le vittime di omofobia e razzismo dovrebbero farsi una risata!

Beh, cari @pioeamedeo82 e @instarai2, complimenti per aver perpetrato un sistema così antiquato: anche essere retrogradi in tutto è una novità. Negativa, ma pur sempre una novità.
Copy di Rossella Cannella; vignetta di Daniela Montella (@vignette_incazzate).

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