Barbie è ovunque: nei negozi, sui cartelloni, sui social… questo grazie ad un’enorme ed efficace campagna marketing attuata per pubblicizzare l’appena uscito live action. L’invasione di Barbie nel mondo reale avviene non solo grazie al film stesso e ai tradizionali veicoli di marketing, ma anche attraverso la moda, settore che ha sempre giocato un ruolo importante nel mondo della più famosa bambola della Mattel sin dalle sue origini e che continua ad averlo anche nel 2023: lo dimostrano le innumerevoli collaborazioni di quest’estate con marchi quali Superga, Zara, Aldo, Gap, Forever 21 e non solo. La Barbie-mania del momento passa oggi anche e soprattutto attraverso l’abbigliamento: in questi giorni il rosa è stato il colore dominante nelle sale dei cinema, complici le spettatrici e gli spettatori che anche attraverso il proprio outfit hanno voluto sentirsi a tema e parte dello spettacolo a cui hanno assistito. Molt* hanno scelto un tocco di rosa o di fucsia, ma altr* si sono invece ispirat* ai look di Margot Robbie e Ryan Gosling alle première e nel film, che a loro volta sono ispirati a quelli indossati da Barbie e Ken. Ancora una volta infatti si parla degli outfit della Robbie sul red (in questo caso, “pink”) carpet che, dopo aver concluso il proprio contratto con Chanel e averci regalato mise che l’hanno resa radiosa (trovate qui l’articolo in cui ne avevamo già parlato), ci stupisce con look che riprendono esattamente quelli della bambola Barbie.
Oltre a essere un potente strumento di marketing nella campagna pubblicitaria del film, l’abbigliamento in Barbie è anche un importante veicolo di significato: basta osservare la differenza fra gli outfit delle Barbie in Barbieland e in Kendom (spoiler per chi non ha visto il film). Nel primo caso gli abiti sono colorati, femminili nel senso stereotipato del termine, ma in alcun modo sessualizzati. Nel secondo caso invece, le Barbie non solo vengono private della loro personalità ma anche del loro abbigliamento, che si fa di toni più scuri e sexy, viene sessualizzato, fornito anche di grembiule, che rappresenta la schiavitù a cui sono sottoposte per soddisfare le richieste dei Ken. Tutto questo rappresenta la differenza fra lo sguardo femminile e maschile che passa non solo attraverso il diverso modo di “governare” di Barbie e Ken, ma anche attraverso il diverso tipo di abbigliamento delle protagoniste.
Oltre a rappresentare questa grande differenza nel film, gli outfit di Barbie sono sempre stati importanti sin dalla sua creazione perché rappresentano quello che è, rappresentano le sue diverse professioni e le bambine (e i bambini) amano giocare con lei perché i suoi outfit piacciono, piace il fatto di cambiarla a proprio piacimento, la sua casa, la sua macchina e tutto ciò che possiede. Come viene illustrato anche all’inizio del live action, tutto questo è importante perché finalmente le bambine (qui si parla nello specifico solo al femminile) iniziano a capire sin da piccole che possono essere e possedere tutto ciò che vogliono e non allenarsi sin dalla tenera età a fare le mamme con i bambolotti, che fino al 1959 erano l’unica scelta in commercio. Anche attraverso la moda, infatti, Barbie è emancipata e indipendente rispetto a Ken o a una possibile futura famiglia: è semplicemente e favolosamente Barbie e in virtù di questo può decidere chi essere e quale lavoro fare. Un bellissimo messaggio che vuole lanciare anche il film e che negli anni si è perso, lasciando spazio alla visione per cui Barbie rappresenti un ideale inarrivabile di perfezione a livello estetico e mentale.
Alessandra Picciariello
Fonte immagine in evidenza: https://www.bbc.com/news/newsbeat-66184513

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