Come superare i pregiudizi più frequenti
Imparare una lingua non è impresa da poco, ma alcune lingue mettono più soggezione di altre: tra tutte, almeno a livello europeo, il tedesco. Con 155 milioni di parlanti a livello mondiale, il tedesco è la lingua più parlata del continente dopo il russo, e la seconda più importante economicamente dopo l’inglese (sempre in Europa). La conoscenza della lingua viene vista come un vantaggio professionale, ma anche a livello delle relazioni personali e di accesso al grande patrimonio culturale della lingua tedesca. Ma quindi cosa frena le persone dall’impararlo? Vediamo insieme alcuni dei pregiudizi più frequenti a riguardo e cerchiamo di smontarli.
Il tedesco è difficile
Mark Twain nel saggio The Awful German Language (1880) scrisse “Never knew before what eternity was made for. It is to give some of us a chance to learn German.” Per fortuna le cose non stanno così: è una lingua difficile come molte altre, come tutte richiede studio, impegno e costanza. I linguisti sostengono che non si può stabilire a priori la lingua più difficile da apprendere, perché tutto dipende da quella che si parla come lingua madre. Per un italiano, il tedesco è sì lontano dal proprio ceppo linguistico, ma non impossibile da imparare. Chi ha studiato un po’ di latino si trova agevolato, perché anche il tedesco presenta un sistema diviso per casi. Alcune differenze notevoli sono ad esempio la presenza del genere neutro, e il fatto che ogni vocabolo vada imparato insieme al proprio articolo e al proprio plurale- che prevede una formazione tutt’altro che intuitiva (come das Buch, die Bücher, “libro, libri”). Probabilmente l’aspetto più semplice è la pronuncia: a differenza dell’inglese e del francese, si legge come si scrive– a parte le dovute eccezioni, come il dittongo <eu>, che si legge <oi>, come in Deutsch <ˈdɔøʧ>, “tedesco”.
La lingua ha un suono duro
Sì, perché contiene molti suoni gutturali- suoni articolati nella parte posteriore del cavo orale- e sul web fioccano i meme che mettono a confronto i suoni melodiosi delle parole delle lingue romanze e l’asprezza del lessico tedesco.

Ma giustizia va fatta. Prendendo ispirazione da un post de @iltedescochecipiace, si possono analizzare alcune caratteristiche intrinseche alla lingua che fanno sì che abbia un suono più duro rispetto alle altre.
Nel libro Perché il tedesco abbaia e il francese fa le fusa (Duden, 2021) il linguista tedesco François Conrad cerca di mettere in fila le ragioni fonetico-linguistiche dietro questa “durezza”, in primis il sistema fonetico tedesco e la struttura della sillaba , che prevedono un gran numero di consonanti, come in der Strumpf, “calza”. Altri elementi degni di nota sono il colpo di glottide (una pausa nel corso dell’espirazione, che si verifica davanti a parola iniziante per vocale) e l’indurimento finale, ovvero quando a fine sillaba una consonante sonora (b, d, g, v, z) è realizzata come sorda (rispettivamente p, t, k, f, s). Per cui Zug, “treno”, non si pronuncia <zug> ma <zuk>. Infine, l’accento che cade sulla radice della parola -e non sull’ultima sillaba come in francese. Insomma, il suono tipicamente duro del tedesco risiede nella natura stessa della lingua, che in realtà può essere molto dolce e melodiosa- basti ascoltare recitate alcune poesie di Bertolt Brecht.
Altre caratteristiche del tedesco, che all’inizio lo fanno apparire un sistema controintuitivo, sono in realtà dei punti di forza: si dice che sia una lingua che obbliga ad ascoltare, perché il verbo si colloca spesso alla fine della frase, determinando il senso di tutto (se non si aspetta la fine della frase non si capisce molto). Inoltre presenta moltissime parole composte, come nel greco antico: queste permettono di costruire nuovi concetti, e per questo è un lingua che ben si presta alla teologia e alla filosofia.
Quindi da dove iniziare a imparare? Ecco che i social vengono in nostro aiuto: le pagine che creano contenuti per imparare le lingue sono sempre di più, e alcune sempre più di qualità, tanto da arrivare a offrire dei veri e propri corsi online. Molti sono profili di italiani/e che vivono e lavorano in Germania, come Angelica di @italeutsch o Marilù di @iltedescochecipiace. In particolare, con dei reels curati e esplicativi, offrono delle perle sul perché di certe espressioni e parole tedesche, con molti insights sulla vita quotidiana in Germania. Altre pagine degne di nota per simpatia e competenza sono @germanonliners, @masha_deutsch e @lernedeutsch, e tante altre ancora. Insomma, il tedesco è una lingua come le altre, ed è utile, curiosa, buffa, e non va scartata a priori!
Anna Gribaudo
Crediti immagine di copertina: https://i.pinimg.com/originals/20/19/db/2019dbbe7af3052ad447aaef857133b4.jpg

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