La prima Genova Jeans Week è arrivata nel capoluogo ligure

Sapevate che la città natale del jeans è il capoluogo della Liguria? Infatti, la formula inglese blue jeans deriva dal francese bleu de Gênes, che significa blu di Genova, colore del famoso e robusto tessuto esportato per mezzo delle navi che partivano da questa città. Per rendere omaggio a questo tessuto che ha fatto grande fortuna nel mondo partendo da Genova, la città ha deciso di organizzare la prima Genova Jeans Week (dall’1 al 6 ottobre 2024), una grande manifestazione fatta di eventi aperti al pubblico diffusi per le strade del centro storico. Le iniziative allestite comprendono il Jeans Trail (un itinerario di 13 esposizioni), talk, workshop, iniziative di charity, tour per la città, musica ed edutainment.  

Dall’Italia agli Stati Uniti, poi in Europa e nel mondo: la storia del jeans

Il Jeans Trail è un vero e proprio percorso in giro per la città alla scoperta del jeans e inizia con tre installazioni negli spazi della Biblioteca Universitaria di Genova, partendo da cenni storici sul famoso tessuto e poi capo pop per eccellenza (il pantalone di jeans), proseguendo con una mostra di jeans iconici dai suoi esordi ad oggi (tra cui Levi’s, Carrera…) e infine con un’esposizione di capi realizzati con questo tessuto dagli artigiani di CNA.

Sul sito ufficiale dell’evento si legge: “Fin dalla metà del XVI secolo si produceva a Genova un fustagno in cotone molto resistente, per lo più tinto con l’indaco, che giungeva dall’Oriente. Veniva imbarcato sulle navi che facevano rotta verso l’Inghilterra” – queste le antiche origini del tessuto. Invece, il jeans popolarmente inteso come il pantalone realizzato con questo materiale nasce ufficialmente, nella forma in cui lo conosciamo oggi, nel XIX secolo. Al 1853 risale infatti la fondazione della Levi Strauss & Co. (oggi Levi’s), che realizza per i minatori alla ricerca dell’oro abiti da lavoro e pantaloni in jeans, questi ultimi perfezionati poi da Jacob Davis che, nel 1871, inventa il jeans a noi oggi noto aggiungendo al modello di Levi’s i rivetti in rame per rendere più resistenti le parti del capo maggiormente usurabili, come le tasche. I blue jeans vengono poi ufficialmente brevettati nel 1873 da Levi Strauss e Jacob Davis. Questo “nuovo” tipo di pantaloni diventa sempre più popolare negli Stati Uniti, prima come capo da lavoro e poi per il tempo libero, raggiungendo un picco negli anni ’50 attraverso i divi del cinema e del rock and roll che li indossavano, come Marlon Brando, James Dean, Bob Dylan ed Elvis Presley. Attraverso questi “testimonial” popolari in tutto il mondo, il jeans si diffonde dagli Stati Uniti all’Europa, terra nella quale aveva già fatto ingresso dopo la Seconda guerra mondiale con la vittoria delle truppe americane e il prestigio che ne è conseguito. Oggi il jeans è un capo universalmente riconosciuto in grado di travalicare le differenze sociali, le età e i generi.

Garibaldi in Jeans e altre tappe del Jeans Trail

In Italia, i primi utilizzi del pantalone di jeans sono più antichi di quanto possa sembrare. Nel 1860 Garibaldi ne indossa un paio durante la spedizione dei Mille, che portò all’Unità d’Italia, così come i suoi compagni. I genovesi ne vanno molto fieri, e infatti due sono le tappe del Jeans Trail dedicate a questo fatto: in una è stata esposta una riproduzione dell’azienda Injeans dei jeans genovesi acquistati da Garibaldi (che attualmente sono conservati al Museo centrale del Risorgimento di Roma al Vittoriano); in un’altra tappa è possibile invece ammirare, nella sede del Museo del Risorgimento di Genova, Garibaldi in Jeans, l’opera dell’artista Ian Berry, un quadro che da lontano sembra un dipinto, ma in realtà è interamente realizzato con il tessuto jeans, che ritrae Garibaldi con indosso il famoso capo, replicando il dipinto Garibaldi a Marsala del pittore Gerolamo Induno (autorizzato dal Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, dove oggi è esposta l’opera).

Oltre alle tappe dedicate a Garibaldi, sono moltissime le esposizioni che ha offerto il percorso del Jeans Trail, tra queste: arredi liturgici in jeans nella Chiesa di San Luca, due statue dell’artista Bruno Catalano i cui protagonisti indossano jeans, Lucarda – la prima bottega storica di Genova a vendere jeans – che oggi presenta un vintage jeans corner nelle sue stanze, e molte opere d’arte realizzate in jeans o a lui ispirate.

Non solo Jeans Trail

Separatamente dal percorso di mostre alla scoperta del jeans, sono tante altre le iniziative organizzate dalla Genova Jeans Week per far immergere il pubblico nel tema fondante della settimana, come ad esempio i talk sulla storia del jeans e sulla sostenibilità nella sua produzione che si sono tenuti in zona Darsena, al Porto Antico, luogo in cui si è svolto anche il Jeans Village, uno spazio che di giorno ha ospitato workshop e di notte, nel weekend, feste ed eventi. Degna di nota è inoltre l’iniziativa di charity “Le Pigotte in Jeans di Unicef”, un workshop nel quale i visitatori hanno potuto realizzare una Pigotta in tessuto jeans, il cui ricavato sarà devoluto alle iniziative di Unicef per scopi benefici.

Una bella iniziativa che ha permesso a popolazione locale e visitatori di scoprire il jeans, un tessuto e poi capo d’abbigliamento apparentemente semplice che però ha alle spalle una grande e interessante storia. È anche un modo per scoprire la città, le vie del centro e i palazzi all’interno dei quali sono state esposte le mostre dell’evento. Restiamo in attesa delle prossime edizioni!

Alessandra Picciariello

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