Da secoli autori, filosofi e artisti trasmettono e tramandano l’importanza di una virtù dell’essere umano: la solidarietà. Seneca, Terenzio e Marziale ci ricordano che siamo parte di un unico grande insieme e senza l’aiuto reciproco -senza la filantropia– l’uomo è destinato a soccombere. La guerra è una follia, l’humanitas è un dovere, il favore disinteressato è un dono prima di tutto verso noi stessi. Ma quante guerre si stanno combattendo oggi? Quand’è stata l’ultima volta che abbiamo aiutato un amico o uno sconosciuto sapendo che non avremmo avuto nulla in cambio?
Il bisbetico di Menandro, messaggero di sumpateia e di valori positivi che affida alle nuove generazioni, impara grazie alla generosità di un figliastro che aveva trattato male che non si può vivere da soli. Marco Aurelio, riflettendo su se stesso, scrive che è contro natura ogni azione di contrasto. Il chiuderci in noi stessi porta all’indifferenza per ciò che ci circonda senza toccarci da vicino, e da indifferenza a tolleranza il passo è breve.
Umberto Saba dà una lettura universale del dolore, attorno al quale, secondo Leopardi, dovremmo stringerci insieme per combattere la natura. John Donne ricalcato da Ernest Hemingway scrive che non possiamo vivere soli come fossimo isole. Edvard Munch con L’urlo ne mostra le conseguenze: l’essere incompresi, sentirci soli, porta a un grido sordo che fa soffrire.
La solidarietà oggi è sancita nell’articolo 2 della nostra Costituzione, approvata dall’Assemblea Costituente nel 1947 ed entrata in vigore nel 1948: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». Con “solidarietà sociale” si intende la libertà del singolo cittadino di organizzarsi in “formazioni sociali” quali la famiglia o le associazioni di vario tipo. Allo stesso tempo, egli è garantito nei suoi diritti come persona; diritti che non potranno essere né limitati né sopraffatti come accadeva nel precedente regime fascista. Inoltre, il singolo cittadino deve operare non solo per i suoi interessi personali, ma in nome della “solidarietà politica” per il bene di tutti, con impegno attivo e responsabile. Impegno che si esprime soprattutto attraverso la partecipazione al voto elettorale. L’art. 2 della Costituzione, infine, non solo garantisce i diritti ma impone anche i doveri che ognuno ha nei confronti degli altri. Tra questi quello della “solidarietà economica”, che trova spiegazione nell’art. 53: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva».
Il VAT gap report del 2023 della Commissione Europea, tuttavia, mostra l’Italia al primo posto tra gli Stati dell’Unione che evadono più IVA. Nelle elezioni politiche del 2022 in Italia l’affluenza alle urne è stata attestata appena sotto il 64%. In questi termini, la solidarietà viene a mancare a partire dai singoli cittadini e si riflette in uno Stato a cui non mancano lacune interne.
Ma che cosa possiamo fare noi? Oltre ai sopra elencati doveri di cittadinanza, sono moltissime oggi le organizzazioni di volontariato in cui è possibile cimentarsi (basta guardare sul sito di InformaGiovani di Torino, VolTo in via Giolitti, Aporti Aperte per il carcere minorile, ecc.).
Dal 1991 i rapporti tra lo Stato e il mondo del volontariato sono regolati dalla legge 266/91 secondo cui «la Repubblica italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo». Robert Baden Powell, che fondò nel 1907 a Londra lo Scoutismo, disse parole sulle quale si basano la Legge e la Promessa della famiglia AGESCI, in conformità delle quali, ogni anno ragazzi scout svolgono attività di volontariato: «Credo che il Signore ci abbia messi in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere della vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto. Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Procurate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete trovato. “Siate pronti” così a vivere felici: mantenete la vostra promessa anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo». Dedicare tempo ed energie agli altri non è mai tempo perso. Pietro Morello, musicista poliedrico e content creator torinese, definisce la felicità una scelta e l’aiutare gli altri una decisione egoistica perché prima di tutto fa star meglio se stessi. Ne parla mentre si impegna in progetti umanitari, soprattutto nel continente africano, e nel fare musica con i bimbi dell’ospedale pediatrico Regina Margherita.
Il bello del volontariato è che non richiede competenze specifiche o azioni precise: ciascuno può scegliere come aiutare gli altri in base alle proprie inclinazioni. L’unica cosa richiesta è il desiderio di dedicare del tempo (e siamo noi a decidere quanto).
Nicole Zunino
Fonti
B. Paravia, Dizionario del cittadino europeo, Milano, Mondadori, 2005
G. Zagrebelsky, V. Marcenò, F. Pallante, Lineamenti di diritto costituzionale, Le Monnier Università, Firenze, 2023
Fonte immagine in evidenza: https://www.unicamillus.org/it/20-dicembre-giornata-internazionale-della-solidarieta/
