Dibattere è una delle pratiche più antiche dell’essere umano: un’arte con millenni di storia alle spalle e in continua espansione ancora oggi.
La redazione di The Password ha avuto il piacere di intervistare Giovanni Giardina, presidente di IDeA.To e membro del Comitato organizzativo del Torneo Interuniversitario di dibattito, competizione che, ogni anno, celebra questa tradizione millenaria.
Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
Quando e come è nato il Torneo? Quante squadre partecipano?
Il Torneo Interuniversitario è nato nel 2021 grazie alla volontà di alcuni studenti universitari di riportare in voga la pratica del dibattito; attualmente è organizzato da tre associazioni: IDeA.To di Torino, DiCo di Padova e la Società di dibattito bolognese.
In ogni edizione – a cadenza annuale – il numero delle squadre partecipanti è sempre cresciuto, fino ad arrivare alle 16 di questa sesta edizione.
La competizione coinvolge più di 160 persone, suddivise tra i ruoli di organizzatori, dibattenti, giudici, allenatori e formatori, appartenenti a ben 15 atenei italiani, tra cui UniTo di Torino, UniPd di Padova, UniBo di Bologna, la Sapienza di Roma, UniSa di Salerno, UniFi di Firenze e ISUFIUniSalento.
Il Comitato organizzativo, coordinato dalla presidente Maria Giulia Avio è composto anche da Margherita Baravalle, Giovanni Giardina, Pietro Turrina, Marco Pellicano e Leonardo Suffritti. I membri, provenienti dalle 3 associazioni organizzatrici, collaborano per il corretto svolgimento del Torneo.
Come si sviluppa il dibattito? In che senso è regolamentato? Che temi vengono trattati?
Il dibattito è “argomentato” e “regolamentato” nel senso che consiste in discussioni strutturate, fondate su delle argomentazioni e condotte secondo regole precise. Nel suo svolgersi, infatti, fa fede a un protocollo, il Patavina Libertas della Palestra di Botta e Risposta di Adelino Cattani, docente di teoria dell’argomentazione presso l’Università degli Studi di Padova.
Alla base del dibattito c’è la mozione, cioè il tema del giorno: una squadra deve argomentare a favore di questo tema e l’altra contro. Sia la mozione che la posizione pro/contro vengono assegnate in anticipo dal Comitato.
Il protocollo Patavina Libertas prevede otto interventi per squadra: un prologo, due argomentazioni, due dialoghi socratici, una replica, una difesa collettiva e un epilogo.
I temi trattati durante i dibattiti sono molto vari: da quelli filosofici a quelli scientifici, da quelli sociopolitici a quelli etici. Tra quelli di questa edizione ci sono, per esempio, “Neo ha fatto bene a scegliere la pillola rossa.”, “Si può scherzare su tutto.”, “È meglio subire un’ingiustizia piuttosto che commetterla.”, e tanti altri.
Perché è importante dibattere? Lo si può considerare uno sport?
Dibattere è importante perché consente di partecipare a uno spazio sicuro di incontro-confronto, permettendo allo stesso tempo di allenare competenze trasversali.
È una palestra in cui poter imparare a parlare in maniera efficace in pubblico, a gestire le proprie emozioni, ad analizzare e risolvere problemi sempre nuovi; tutto questo in una cornice ludico-formativa.
È anche a tutti gli effetti uno sport, proprio perché prevede concetti come il gioco di squadra, la competizione, l’allenamento e il divertimento. Alcune squadre sono dotate di veri e propri allenatori, che lavorano per far ottenere ai dibattenti le migliori prestazioni possibili.
Allenare queste competenze è fondamentale per diventare cittadini più consapevoli.
Perché allenare queste competenze ci renderebbe cittadini più consapevoli?
Attraverso l’allenamento di queste competenze, si impara a guardare qualsiasi tematica da diverse prospettive, senza fossilizzarsi troppo su una singola tesi. Per questo motivo sarebbe ottimale praticare questo sport fin da piccoli, proprio per imparare a cogliere il mondo – e le sue argomentazioni – con occhi ogni volta differenti.
Il dibattito è un collaudo di idee: quando dibattiamo non troviamo soluzioni, ma le testiamo; non prendiamo posizioni definitive, ma ne mettiamo alla prova la struttura.
Ecco perché la posizione favorevole/contraria di ogni squadra rispetto al tema del giorno viene estratta dal Comitato: durante il gioco, può capitare di dover sostenere tesi che, magari, nella propria sfera personale, neanche si condividono, finendo per mettersi continuamente in discussione.
Il tutto avviene in un ambiente sicuro e aperto al dialogo: per questo motivo il dibattito viene spesso collegato al concetto di “disputa felice” (termine coniato da Bruno Mastroianni), in quanto consente la creazione di un ambiente protetto di confronto attivo che, per svariati motivi, oggigiorno è spesso difficile da trovare.
Su cosa dibatteranno le due squadre di UniTo? Quali sono?
Il 12 dicembre, al Liceo Gioberti di Torino, si sfideranno UniTo Bianca e UniTo Rossa.
Con rappresentanti Thanh Huy Boggio e Pietro Buoso, i dibattenti discuteranno riguardo alla possibilità di ChatGPT di influire negativamente sulla creatività delle persone. UniToRossa sosterrà la posizione favorevole, invece UniTo Bianca quella contraria.
Si tratta di un perfetto esempio per dimostrare come il dibattito possa essere un ottimo strumento per indagare e dipanare situazioni e dubbi contemporanei, soprattutto quelli legati alle nuove tecnologie e innovazioni. ChatGPT si sta facendo largo nella vita di tutti noi e molte persone lo usano tutti i giorni; ma quali potrebbero essere le possibili conseguenze sulla nostra creatività a lungo andare? Lo scopriremo il 12 dicembre!
Quali sono le aspettative per il futuro?
In quest’edizione siamo riusciti a raggiungere un nuovo record di squadre: ben 16. L’obiettivo sarebbe di arrivare almeno a 20 l’anno prossimo.
Un altro grande obiettivo sarebbe ottenere il riconoscimento dei diversi atenei: per adesso, l’unico è arrivato dall’Università di Padova. Sarebbe bello se anche UniTo, insieme alle altre università, si interessasse alla nostra realtà e al lavoro che svolgiamo.
Crediamo che la cultura debba – e possa – diventare qualcosa di pop, accessibile e soprattutto divertente. Il dibattito ha il potenziale per diventare il movimento culturale del XXI secolo e lavoriamo ogni giorno per fare in modo che questo avvenga.
Conclusione
Anno dopo anno, il Torneo sta ottenendo sempre più notorietà. L’arte del dibattito, la cosiddetta “disputa felice”, sta raggiungendo sempre più persone.
L’impegno delle associazioni dietro questo progetto è gigantesco: infatti, pur essendo composte da studenti universitari/neolaureati, hanno dimostrato – e continuano a dimostrare – spirito d’iniziativa e, soprattutto, voglia di fare, arrivando, ad esempio, a collaborare alla redazione del manuale Il piacere di discutere.
L’evento del 12 dicembre (ore 14:00 nell’Aula Magna del Liceo Gioberti), organizzato da IDeA.To, sarà gratuito e rappresenterà un momento per vedere dal vivo come il dibattito possa diventare uno strumento, oltre che per confrontarsi, anche per divertirsi.
Non perdere questa occasione!
Octavio Moretto
