Recensione no-spoiler e qualche retroscena di Borat 2

Borat è un mockumentary, vale a dire un finto documentario. In questa nuova pellicola, il giornalista kazako Borat Sagdiyev (Sacha Baron Cohen) viene inviato nuovamente in America al fine di guadagnare la fiducia di Donald Trump, facendo un regalo al suo vice Michael Pence. L’oggetto del regalo ricade sulla figlia quindicenne di Borat stesso, Tutar (interpretata da Marija Bakalova). Durante il film assistiamo al tentativo di Borat di trasformare sua figlia in una donna desiderabile agli occhi degli uomini più vicini a Trump: bella, bionda, repubblicana.
La particolarità di questo film è che non tutto è finzione, ma anzi grande parte di esso è costituita da tante candid camera. Inoltre è stato girato in gran segreto durante la pandemia.
Durante le riprese Sacha Baron Cohen si è “cacciato nei guai” varie volte. Ad esempio ha pagato per partecipare con un’esibizione canora a un festival di estrema destra, di fronte a un pubblico inizialmente inconsapevole dello scherzo. Pare che poi Sacha Baron Cohen sia scappato di gran carriera a bordo di un’ambulanza che lo aspettava, evitando il linciaggio. Ma la scena più shock del film riguarda Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York e avvocato di Trump. Senza svelare troppo, riportiamo semplicemente il suo tweet in risposta a quella scena: “Il video di Borat è una completa montatura. Mi stavo infilando la camicia dopo aver tolto l’apparecchio di registrazione. In nessun momento prima, durante, o dopo l’intervista sono mai stato inappropriato. Se Sacha Baron Cohen fa credere altrimenti è un bugiardo patentato.”