Recupero sostenibile o Greenwashing: il caso di Too Good To Go

Lo spreco di cibo è una delle più grandi contraddizioni della nostra epoca, si parla di costi importanti in termini non solo economici, ma anche sociali e ambientali. Negli ultimi anni, la consapevolezza in merito alla problematica dello spreco è aumentata e numerose iniziative di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari si sono diffuse all’interno della società civile. Fra queste ultime troviamo Too Good to Go che ha presto conosciuto una rapida diffusione in 14 paesi Europei e negli Stati Uniti, con l’obiettivo di mettere in contatto consumatori e aziende/attività in possesso di prodotti alimentari in eccesso, in modo da ridurre la quantità di cibo sprecata. Ma qual è l’efficacia reale di questa iniziativa?
La nostra redattrice @giuliadambraa ce ne parla nel suo nuovo articolo.

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Un’app per combattere gli sprechi alimentari

Lo spreco alimentare è un fenomeno sempre più allarmante: ogni anno nel mondo circa 1/3 del cibo prodotto viene gettato via. Ma esistono dei modi per contrastare gli sprechi. Nel suo articolo Francesca Formento ci parla di un’applicazione che è stata creata con lo scopo di salvare il cibo invenduto da supermercati e altri esercenti, andando a ritirarlo sul posto a prezzi ridotti. Si chiama Too Good To Go e i suoi utenti si definiscono “Waste Worrior”. L’idea è di risparmiare sugli sprechi e sui costi d’acquisto dei prodotti, contenuti nelle cosiddette “Magic Box”. A Torino sono ormai tantissimi i bar, le pasticcerie e i supermercati che hanno aderito all’iniziativa.
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