Dal Fuori Salone: Cronache dalla Terra dei Più Felici del Mondo

Dopo aver ascoltato la presentazione di questo romanzo al Fuori Salone come inviata per ThePassword ero davvero curiosa di iniziarlo e, quando l’ho finito, mi sono resa conto che non era affatto ciò che mi sarei aspettata. Ma, dopo tutto, non è proprio questo che fanno i grandi autori? Durante l’evento (tenutosi alla Cavallerizza Reale di Torino il 22/05/2023 ndr.) l’autore ha dichiarato che il romanzo è nato proprio per “celebrare” il suo Paese, la Nigeria. Un lettore appassionato ai lavori di Wole Soyinka è ben consapevole però che l’unica chiave per arrivare in profondità rispetto alle sue opere è rileggerle lasciandosi travolgere dall’ironia e dalla sagacità che risiede nei “non detti”; è così che quel “celebrare” usato durante la conferenza ha assunto, pagina dopo pagina, un significato del tutto diverso.

Il romanzo, ambientato in un’immaginaria Nigeria caratterizzata da abusi e sete di potere, è da leggere nell’ottica di una satira politica indirizzata non solo ai cittadini nigeriani, ma anche al resto del mondo. Si tratta di una narrativa complessa, costruita attraverso le storie di una moltitudine di personaggi diversi che affrontano alcuni dei temi cari all’autore: il peso del passato coloniale, la schiavitù, le industrie petrolifere (e non solo), la corruzione dilagante all’interno dei centri di potere. La trama si srotola attraverso quattro personaggi principali, ma non segue un’evoluzione cronologica, creando ulteriore complessità all’interno di una storia che già di per sé è tutt’altro che semplice.

L’autore, Premio Nobel per la letteratura, si è divertito a creare una trama più che mai complessa e integrata, che si rivela essere al termine della lettura una sorta di spirale multiprospettica: i numerosi personaggi presenti all’interno della narrazione si incastrano perfettamente, con le loro storie private, all’interno di una narrazione più ampia e complessa come quella della Nigeria, lasciando spazio a momenti di profonda riflessione che non siamo soliti incontrare nei romanzi contemporanei, costruiti solitamente attraverso un’impetuosa successione di eventi, flashbacks e flashforwards.  

Cronache dalla Terra dei Più Felici del Mondo si conferma quindi come un’accattivante prospettiva sulla corruzione, la religione e il potere in Nigeria, ma non si riduce solo a questo: lo sguardo della narrazione si allarga su tutta una serie di tematiche che, in modo più o meno evidente, collegano il presente di questo Paese al suo passato coloniale e alle sofferenze che i suoi cittadini hanno dovuto affrontare per arrivare a quello che è oggi considerato da alcune classifiche “il Paese più felice al mondo”. 

Ma come è possibile far convivere quest’apparente felicità con la corruzione, la paura e la sete di potere di alcuni? Sembra assurdo, eppure se ci fermiamo a riflettere per qualche istante siamo tutti coscienti del fatto che il mondo in cui viviamo è un mondo che ama sempre di più gli estremismi e gli opposti, in politica come nella vita quotidiana. Attraverso queste 450 pagine, Soyinka riesce di ricreare un quadro in grado di rappresentare la degenerazione e la complessità della politica nigeriana dagli anni ’70 ad oggi, anche alludendo all’alto tasso di morti ‘‘inspiegabili’’ che avvengono all’interno del Paese, e chiedendo (anche se in maniera del tutto indiretta) che anche l’Occidente prenda coscienza delle sue colpe. E allora perché questo titolo? Proprio perché, come abbiamo detto nel paragrafo precedente, l’ironia diventa talvolta l’unica chiave per leggere il mondo senza venire sopraffatti dalla sua brutalità. 

Jessica Pons

Fonte immagine in evidenza: https://www.africarivista.it/il-libro-della-settimana-cronache-dalla-terra-dei-piu-felici-al-mondo/219958/

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