All’interno delle fonti archivistiche, redatte principalmente da funzionari di polizia, la partecipazione femminile alla lotta resistenziale italiana su suolo francese ha uno spazio estremamente limitato ed è difficile, ancora oggi, ricostruire la storia collettiva e individuale delle tante donne, spesso senza volto né nome, che hanno aderito agli ideali antifascisti nelle terre d’oltralpe, lontane dai luoghi natali. Pur relegate all’angustia della dimensione privata e obbligate a far fronte, prima di tutto, alle difficoltà materiali di una vita di sacrifici, sempre più emigrate italiane sono chiamate a intervenire sulla scena politica francese degli anni Venti, attirate dalle campagne propagandistiche delle organizzazioni antifasciste, attive in particolar modo nelle grandi città.
Una protagonista indiscussa è senza dubbio Ernesta Cassola, intellettuale socialista e femminista che, insieme al marito Luigi Campolonghi – scrittore e caporedattore del quotidiano “La France de Nice et du Sud-Est” – fonda la Concentrazione dell’azione antifascista e la Lega italiana dei diritti dell’Uomo (LIDU). La Concentrazione antifascista, un cartello di partiti nato dal desiderio di unire le forze della lotta antifascista in esilio, si costituisce a Parigi il 28 marzo del 1927, grazie all’adesione del Partito Socialista italiano (PSI), del Partito Repubblicano (PRI) e del turatiano Partito Socialista Unitario dei Lavoratori Italiani (PSULI). Restano al di fuori dell’alleanza il Partito Comunista Italiano e i partiti d’opposizione al regime mussoliniano non riunitisi in esilio, come i Popolari e i Liberali.
Promotrice insieme al sindacalista rivoluzionario Alceste de Ambris della LIDU, una lega ispirata ai valori democratici e liberali di Thomas Paine e di Giuseppe Mazzini, Cassola svolge per la lega compiti perlopiù burocratici e amministrativi, mentre il marito Luigi e l’amico De Ambris curano le relazioni con l’opinione pubblica e tengono i contatti con i collettivi antifascisti attivi sul territorio parigino. Seppur profondamente legata alla storia politica della sua famiglia, Cassola conserva sempre una certa autonomia nell’azione politica e aderisce, senza la partecipazione di Campolonghi, al Partito Riformista Socialista Italiano (PRSI), un fatto appena accennato nelle fonti d’archivio. La figlia di Ernesta, Lidia Campolonghi, ricorda la madre come la vera colonna portante di una famiglia antifascista simile, per storia e posizioni politiche, a quella delle due sorelle Seidenfeld, ebree fiumane comuniste sposate rispettivamente con Piero Tresso, politico trotskista, e Ignazio Silone, tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia e candidato dieci volte a premio Nobel per la letteratura nel secondo dopoguerra.

Tesserata al PCI dal 1921, Teresa Noce – torinese classe 1900 di famiglia modestissima, espatriata col marito Luigi Longo a Mosca nel 1926 e successivamente emigrata in Francia – si occupa nella Parigi degli anni Trenta del reclutamento delle sezioni femminili dei Comitati Proletari Antifascisti (CPA), di orientamento comunista. La “rivoluzionaria professionale”, così si definisce Noce nella sua autobiografia, accetta mal volentieri i compiti “femminili” che le strutture di partito affidano alle militanti donne, responsabili della sfera domestica.
Estella, nome di battaglia di Teresa, riesce a reclutare in pochi mesi decine di nuove militanti del partito, grazie all’efficacia del lavoro propagandistico svolto durante le riunioni femminili “dal clima allegro e confuso, vista la presenza di molti bambini” (Pietro Pinna, Lontane da casa. Donne italiane e diaspora globale dall’inizio del Novecento a oggi). In seguito ai fatti del 6 febbraio del 1934 (una manifestazione antiparlamentare è organizzata davanti alla Chambre des députés a Parigi) e alle conseguenti dimissioni del secondo governo del radicale Daladier, i comunisti cercano di far fronte comune con le altre forze sindacali e politiche attive nella lotta resistenziale francese.
Il fronte femminile del Partito Comunista aderisce a questa nuova linea di apertura: tra il 4 e il 7 agosto del 1934, 47 delegate italiane provenienti dal Belgio, dalla Francia e dalla Svizzera (tra cui Elettra Pollastrini, reclutata da Noce), partecipano al Congresso Mondiale contro la guerra e il fascismo a Parigi.
Internata nel 1943 nel lager di Ravensbrück a 80 km da Berlino e poi in Cecoslovacchia, nel sottocampo di Holleischen del campo di concentramento di Flossenbürg, Teresa Noce non rinuncia mai alla lotta politica e organizza, l’8 marzo del 1945, una conferenza sulla condizione del movimento operaio internazionale per le prigioniere del lager. Nel 1946, Noce è una delle 21 donne elette all’Assemblea costituente italiana e fa parte, insieme a Maria Federici, Lina Merlin, Ottavia Penna e Nilde Lotti, della Commissione speciale, incaricata di preparare e proporre il progetto di Costituzione per la discussione in aula.
Micol Cottino
Crediti immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?search=Partito+Comunista+Italiano&title=Special:MediaSearch&type=image

Grazie per averci fatto conoscere questa donna straordinaria. 😉
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