“E poi ci sono io” di K. Glasgow: storia di una rinascita

E poi ci sono io è il romanzo d’esordio di Kathleen Glasgow. La sua copertina rosa chiaro potrebbe trarre in inganno, perché questo libro è in realtà un romanzo molto forte, sia nella storia che racconta che nei temi trattati, che potrebbero non essere adatti a tutti. È fondamentale infatti notare come tutte le parole del titolo siano solcate da una riga, un vero e proprio taglio, come se si volesse annullarle. Pubblicato da Rizzoli editore nel 2019, il titolo originale è Girl in pieces, che descrive decisamente meglio la portata emotiva di questo romanzo. Pur essendo stato pubblicato cinque anni fa, è tornato alla ribalta nel 2023 grazie ai social.

La protagonista di questo romanzo è Charlotte Davis, soprannominata Charlie, ragazza di 17 anni. Fin da subito capiamo che la vita l’ha messa a dura prova: il padre tanto amato non è più con lei, la madre non la capisce e preferirebbe che non esistesse ed Ellis, la sua migliore amica, è ormai lontana. Il suo dolore è tanto e così Charlie ha dovuto trovare un rimedio che le permetta di atrofizzare tutta la sofferenza che prova. Le basta un pezzo di vetro ben affilato e la sua stessa pelle: appena sgorga il sangue e lei si sente meglio, finalmente torna a respirare allontanando tutto quello che la opprime.

La sua difficile storia ci viene raccontata a poco a poco: all’inizio del romanzo Charlie si trova all’istituto psichico di St. Paul, in Minnesota. Assieme a lei ci sono tante ragazze, ognuna intrappolata nel proprio universo di dolore, in cui l’unico modo di uscire è rappresentato dall’autolesionismo. Trascorrono tanto tempo assieme, raccontano i propri sogni e immaginano il futuro. Ma Charlie non parla, così viene soprannominata “sorella muta” da un’altra delle ragazze ricoverate. Qui c’è anche Casper, una dottoressa soprannominata così per la sua carnagione pallida e i capelli chiari, che non si arrenderà e riuscirà a far breccia nella corazza di Charlie, notando la sua passione per il disegno. Sarà lei a fornire a Charlie delle regole per quando verrà dimessa dall’ospedale, aiutandola pian piano ad acquisire un po’ di fiducia in se stessa.

Trascorso il periodo obbligatorio, Charlie è libera di uscire. Sua madre non la vuole nella sua vita, ma grazie a un amico che torna dal passato avrà una nuova possibilità. Inizia così il viaggio di Charlie verso l’Arizona e soprattutto verso una nuova vita, verso una tanto agognata seconda possibilità. Pian piano, grazie all’aiuto del suo amico Mickey, Charlie riesce a trovare un posto in cui vivere, a trovare un lavoro e pian piano a ricominciare a respirare. Arrivano però anche le prime delusioni e il suo flebile entusiasmo viene rapidamente meno.

Infatti, alla tavola calda Charlie conosce Riley, un ragazzo più grande di lei ma con i suoi stessi demoni. Tra loro nasce subito un forte legame, un’alchimia fortissima che però rischia di trascinare la seconda occasione di vita di Charlie in un baratro profondo e oscuro, da cui riuscire a risalire sarà sempre più difficile.

La storia di Charlie non è facile da leggere: le descrizioni sono molto intese, il dolore è chiaramente percepibile. Nella postfazione, infatti, Kathleen Glasgow rivela ai lettori di conoscere bene ciò che descrive. Per questo nulla viene risparmiato al lettore. Le descrizioni del male provato dalle ragazze e da Charlie sono vivide sulla pagina: è un baratro oscuro in cui si mescolano dolore, fisico ma non solo, paura e vuoto. La paura di non riuscire a cambiare, che non ci sia la possibilità di una vita diversa. C’è soprattutto la paura di non riuscire mai a trovare l’amore vero, che sappia andare oltre alle ferite fisiche e dell’anima.

E poi ci sono io è una lettura emotivamente molto forte e coinvolgente, ed è bene sottolineare come possa non essere adatta a tutti. L’autrice ci guida all’interno di questo romanzo raccontandoci la storia di Charlie dal suo punto di vista. Una storia complessa, fatta di tanto dolore e sofferenza, ma anche una storia di cura e rinascita.

“Tutti vivono quel momento, credo, il momento in cui succede qualcosa di così… cruciale, che il tuo stesso essere va in mille pezzi. E a quel punto ti devi fermare. Passi molto tempo a raccogliere i tuoi pezzi. E te ne serve veramente tanto, di tempo, e non per rimetterli insieme com’erano, ma per assemblarli in un modo nuovo, non necessariamente un modo migliore. Direi più in un modo che riesci a sopportare, finché non capisci per certo che questo pezzo va qui e quell’altro lì”.

Irene Rolando

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