A tutti è capitato almeno una volta di sentir nominare il termine “setta”: da serie tv che trattano il tema o alcune storie di true crime che narrano di sparizioni o morti (soprattutto all’estero) associando questi eventi, generalmente per il contesto che li caratterizza, proprio al concetto di setta.
In Italia non se ne parla così spesso e probabilmente la maggior parte delle persone non saprebbe identificarne le caratteristiche.
Andiamo dunque ad approfondire cosa sono e che tratti presentano.
La parola “setta” deriva dal latino secor, che vuol dire “seguire”, ma anche “tagliare”, “separare”. Uno degli scopi principali di coloro che si possono definire guide o leader è infatti far sì che il nuovo adepto si distacchi completamente dalla propria cerchia sociale (amici, parenti, colleghi, ecc.).
Sono organizzazioni di carattere religioso che costruiscono la propria dottrina ispirandosi agli insegnamenti di una o più religioni ufficiali. Allo stesso tempo però se ne separano e si oppongono a queste attraverso l’affermazione di nuovi princìpi, istituendo una propria autorità e stabilendo una condotta di vita diversa dal contesto sociale di appartenenza.
La struttura gerarchica
Al vertice delle sette religiose si presenta sempre il leader carismatico: un maestro spirituale che può essere chiamato “gran sacerdote”, “maestro” o “guru”. È la figura che garantisce coesione e il rapporto che stabilisce con gli adepti è di vitale importanza per rinforzare l’appartenenza di questi al gruppo.
Tipologia di sette religiose
Possiamo identificare cinque tipi di sette religiose:
- Sette radicali: rifiutano completamente il mondo e si ispirano ad ideali ascetici di purificazione, la quale avviene attraverso il leader che li guida nel distacco dal mondo e nell’entrata nella comunità.
- Sette ascetico-intramondane: caratterizzate dalla volontà di costruire sulla terra il regno della salvezza.
- Sette mistico-realistiche: si ispirano a modelli spirituali di origine orientale. Prevale un atteggiamento di indifferenza nei confronti del mondo.
- Sette terapeutiche e sincretiche: sono i gruppi che vogliono modificare o costruire una nuova chiesa. Il leader è ritenuto portatore di poteri di guarigione fisica e psichica.
- Sette distruttive: caratterizzate dalla pratica di manipolazione mentale, da cui consegue la distruzione della persona sul piano psichico, fisico (spesso finanziario) o famigliare.
Manipolazione mentale
Per arruolare nuovi membri è necessario sedurli e affascinarli, generalmente puntando al bisogno di trovare delle risposte a domande esistenziali o a dubbi di tipo religioso o spirituale.
Durante questo periodo di crisi esistenziale la setta si mostra come una realtà capace di offrire serenità e protezione. Il futuro membro è così convinto di trovare nell’organizzazione tutte le risposte che sta cercando. Per adescare i seguaci si fa leva sui periodi di lutto, sulle difficoltà economiche o sui problemi di salute.
Un altro modo che la setta utilizza per ricevere ascolto e attenzione è mostrarsi interessata a problemi toccanti come le questioni umanitarie, l’ecologia o i sistemi corrotti. In questo modo può nascondere le vere finalità di distruzione e di alterazione della coscienza, strumentalizzando l’identità del singolo per i propri scopi. L’individuo adescato inizia a far parte di una nuova realtà, modificando drasticamente la propria personalità.
Inutile dire che tutto questo porta ad un allontanamento della persona persuasa dai propri affetti; a questo punto l’adepto è pronto ad essere sottoposto ad una vera e propria manipolazione mentale. Questo passaggio è svolto dal guru, che con la sua delirante convinzione di possedere doni di veggenza e di profezia accoglie l’affiliato, promettendogli risposte alle sue domande.
Generata con Intelligenza Artificiale
Attualmente non è stato ritenuto necessario far dotare il nostro Paese di una legge speciale antisette, ritenendo che le leggi già esistenti siano sufficienti per colpire i reati che potrebbero potenzialmente accadere in questi gruppi. Ci si sta concentrando principalmente su un’attività di prevenzione e sostegno alle vittime.
Secondo i dati Codacons, le sette in Italia sono costituite al 40% da “psicosette”, che sono gruppi finalizzati a potenziare la mente. Il 30% racchiude i gruppi che si dedicano a satanismo e spiritismo e nel 15% trovano posto le sette “pseudo-religiose”. L’omertà, la durata precaria e la “rigenerazione” di questi gruppi rende comunque difficile censirli con accuratezza.
È stato stimato che nella nostra nazione due milioni di cittadini si affidano a santoni carismatici in quelle che si presentano come comunità benevole e accoglienti.
Circa il 35% dei componenti dei gruppi settari sono adolescenti e giovani che, insieme ad adulti, si sono affidati ai leader e al loro organismo in periodi di incertezza emotiva e debolezza sociale, come la crisi economica del 2008 e la pandemia di Covid.
È complesso fare esempi proprio per la forte soggettività delle idee che hanno le persone che conoscono, frequentano o hanno frequentato questi gruppi.
L’associazione “Damanhur” (dall’omonima città egiziana, significa letteralmente “fiume di sangue“) si situa proprio in questo caso. Nasce nel 1977 e ha tutt’ora sede a Vidracco, in provincia di Torino. Si auto-definisce “Città-stato”: possiede infatti una sorta di costituzione, una moneta e persino una scuola dell’obbligo. La comunità possiede abitazioni nel territorio della Valchiusella.
Le persone uscite dalla comunità la definiscono come un centro di manipolazione sociale, evidenziandone le caratteristiche tipiche delle sette: impossibilità di critica, obbedienza totale, allontanamento dai familiari e spersonalizzazione dell’individuo.
Ambienti di questo genere, seppur non caratterizzati da una vera e propria violenza fisica, ma da una soggettiva (e svalutata) violenza psicologica, sono quindi etichettabili come sette o si sta verificando un abuso del suddetto termine? A voi le conclusioni.
Giulia Frontino



c’era da immaginarselo…mi dispiace per chi non trova niente di meglio da fare e gente migliore da frequentare..
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i testimoni di Geova sono una setta? Per ben due volte ci hanno citofonato nella nostra casa di villeggiatura sulle colline del Vergante…mi sono stupita che esistessero ancora…li pensavo estinti…invece temo siano vivi e vegeti. Peccato…odio le sette religiose, essendo convinta atea e giudicandole irretitrici di menti infelici bisognose d’amore e compassione, non di sfruttamento.
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Ne ho sapute molte anche da parte loro, si sentono meno ma continuano ad agire, forse peggio di prima. Non ho fatto troppi esempi specifici sia per il limite di caratteri che ci sono imposti nello scrivere gli articoli, preferivo renderlo quanto più un articolo informativo. E inoltre ho cercato di basarmi su fatti/articoli già esistenti per non rischiare di far rispondere ad eventuali conseguenze spiacevoli la nostra caporedattrice…ah la libertà di stampa. Ho citato Damanhur perché c’era qualche testimonianza più approfondita. Grazie per il suo commento signora, le auguro una buona giornata☀️
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Buongiorno, da come racconta un ragazzo fuoriuscito dai testimoni di Geova, sì è una setta, su YouTube racconta la sua vicissitudine
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