Non è mai passato inosservato Gianmaria Volpato, – 22 anni, in arte gIANMARIA – nemmeno la prima volta in cui ha messo piede su un palco importante. Era il 2021, quando il cantante e cantautore originario di Vicenza si presentò sul palco di X Factor cantando un brano scritto da lui, dal titolo I Suicidi. Il testo, accompagnato da una base semplice e malinconica, racconta con poche frasi d’impatto le storie di Laura, Marco, Pietro e Anna e di chissà quante altre persone senza nome, ferite così profondamente da prendere la decisione di togliersi la vita.
I Suicidi, interpretata con grande empatia dall’artista, fece commuovere i giudici del talent show fin dal primo ascolto. Puntata dopo puntata, il giovane cantante riuscì a conquistare il pubblico, fino a ottenere il secondo posto nella competizione e, a oggi, possiamo dire che quello fu solo l’inizio di una brillante carriera nel mondo della musica.
Nel corso degli anni, dopo un EP (Fallirò, 2022), un album (Mostro, 2023) e una vittoria a Sanremo Giovani nel 2022, gIANMARIA ha avuto modo di crescere artisticamente, sempre mantenendo quella capacità di trasportare i propri ascoltatori all’interno delle storie che racconta con i suoi testi. Tra i temi che ricorrono nelle sue canzoni troviamo, oltre alla salute mentale e alle difficoltà che nascono nelle relazioni sentimentali, una narrazione della vita di provincia tutt’altro che patinata, costituita da un senso di soffocamento e dalla voglia di scappare lontano dal luogo in cui si è cresciuti. Uno dei singoli più toccanti del cantautore, che illustra a pieno questo contesto di vita opprimente, si intitola I Bambini ed è stato pubblicato nel 2022.
I protagonisti della storia, figli di padri distratti, crescono da soli tra campi e amianto, sperando di ottenere qualcosa di meglio, in futuro. Uno di loro, seguito a ruota da altri, progetta di dare fuoco alle campagne, all’unico posto che abbiano mai conosciuto, con lo scopo di scappare verso una vita nuova. Non conosciamo il finale di questo racconto in musica, ma sicuramente le immagini evocate da gIANMARIA riescono a trasmettere tutto il disagio di un’esistenza ai margini.
Anche il più recente duetto con Francesca Michielin (anche lei nata e cresciuta nella provincia di Vicenza), intitolato Disco dance (2023), sebbene più movimentato del brano precedente, ci proietta in una dimensione quasi claustrofobica, nella quale vive una ragazza di nome Viola. Riprendendo le parole di gIANMARIA in merito al significato della canzone:
“Viola (…) desidera solo scappare dalla piccola provincia in cui si trova, ma non riesce a cogliere la giusta occasione per farlo.”
Sfruttando il suo talento nel narrare le storie altrui mischiate ad alcuni episodi vissuti in prima persona, recentemente gIANMARIA ha deciso di dedicarsi all’arte narrativa per eccellenza, la scrittura. Così, è nato il suo primo romanzo, Stagno, pubblicato pochi mesi fa.
Il libro, scritto in prima persona, dà voce ai sentimenti più oscuri di Italo, un adolescente di un non precisato paese di provincia. Tuttavia, dalle parole in dialetto veneto pronunciate da alcuni personaggi e dalle descrizioni molto accurate, è facile supporre che Volpato abbia preso ispirazione proprio dal contesto in cui è cresciuto.
Italo è schietto, a tratti volgare nel linguaggio, ma sempre sincero: infatti, egli è in grado di osservare la realtà che lo circonda e di esprimerne concretamente lo squallore. Fin dalle prime pagine, veniamo a conoscenza della puzza nauseabonda che caratterizza il luogo di ambientazione, sprigionata dalle numerose concerie in zona, così come della stazione popolata da tossicodipendenti abbandonati a loro stessi e del giro di prostituzione gestito in un autolavaggio.
Il degrado diffuso nel paese si riflette sugli abitanti stessi, a volte carnefici e a volte vittime di un’immobilità che non lascia loro nessuna possibilità di fuga. Le persone più familiari a Italo non fanno eccezione: la madre sembra poco interessata al dolore del figlio e il suo unico desiderio è quello di indirizzarlo verso una carriera che il ragazzo non ha mai voluto; Patrick, l’unico vero amico del protagonista, modifica il suo corpo perché non si piace mai e porta sulle spalle il peso dell’omofobia interiorizzata.
Lo stesso Italo ormai convive con l’apatia e con la ricerca del vuoto, in una vita in cui tutto si ripete sempre allo stesso modo. L’unica scintilla di interesse verso qualcosa si accende in lui quando scopre dell’omicidio particolarmente efferato di un ragazzino, che circa quarant’anni prima ha scosso il suo paese. L’assassino non è mai stato arrestato, complice l’omertà di molti compaesani, intenti a salvare le apparenze a discapito di una famiglia lacerata dal dolore. Italo, allora, decide di andare da solo alla ricerca del colpevole, attingendo a tutte le sue risorse. Tuttavia, non sapremo mai se il suo interesse nasconda un velato senso di giustizia e di empatia verso la vittima o se sia riconducibile a un suo ultimo ed egoistico desiderio.
L’opera riflette lo stile di gIANMARIA, portandolo fuori dal contesto musicale e confermando ancora una volta la capacità dell’artista di raccontare con sensibilità tutto il dolore di chi si trova costretto in un luogo perché non ha ancora trovato il proprio posto nel mondo.
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Ilaria Vicentini
