Perché lo scontro Governo-Magistratura sul centro migranti in Albania è più grave di quanto sembri

La questione sul centro migranti in Albania inizia a sembrare una di quelle brutte barzellette che si ascoltano malvolentieri durante le riunioni di famiglia. Se non fosse che, in questa storia, ci vanno di mezzo l’ordinamento costituzionale italiano e l’intera costruzione giuridica europea.

Nell’ambito del Consiglio dei ministri dello scorso lunedì, convocato in risposta alla sentenza del Tribunale di Roma che non convalidava il trattenimento di 12 migranti nel nuovo centro in Albania, il governo ha adottato un nuovo decreto-legge e ha di fatto avviato una battaglia legale e mediatica contro la magistratura.  

La questione è molto complessa e si presta a facili strumentalizzazioni. Cerchiamo dunque di fare un po’ di ordine.

Il centro migranti di Gjadër

Un paio di settimane fa è stato aperto un nuovo centro migranti in Albania, inaugurato fra le polemiche legate alle tempistiche di apertura e allo spreco di denaro pubblico. L’idea del governo, in accordo con l’esecutivo albanese, è quella di alleggerire la pressione sulle strutture di accoglienza italiane.

Il nuovo centro migranti in Albania. Crediti immagine: AP Photo/Vlasov Sulaj https://www.ilpost.it/2024/07/18/confusione-centri-migranti-albania/

Nel nuovo centro dovrebbero essere ospitati unicamente i migranti non rientranti in categorie ritenute “fragili”, ossia uomini maggiorenni e in buona salute. I migranti inoltre dovrebbero provenire dai cosiddetti “paesi sicuri”, ovvero quei paesi in cui non siano messi a repentaglio l’incolumità e i diritti delle persone.

Per esaminare la domanda di asilo delle persone provenienti dai paesi sicuri è prevista una procedura accelerata di 28 giorni, durante la quale i migranti sono trattenuti in centri di detenzione amministrativa — in questo caso in Albania.

La lista dei Paesi sicuri è stilata e aggiornata di tanto in tanto dal governo italiano nell’ambito di un decreto interministeriale, che include 22 paesi. Il problema è che l’interpretazione dei requisiti per considerare un paese “sicuro” è spesso molto ampia, con la conseguenza che molti dei paesi contenuti nella lista presentano situazioni non coerenti con tale classificazione. Nella lista rientrano anche i paesi di provenienza dei 12 migranti oggetto della controversia, l’Egitto e il Bangladesh: rispetto alla presunta “sicurezza” di questi paesi si sono pronunciati i giudici di Roma.

Il rifiuto del Tribunale di Roma

Lo scontro fra magistratura e governo è nato lo scorso 18 ottobre, quando il Tribunale di Roma, facendo riferimento a una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, non ha convalidato il trattenimento di 12 migranti egiziani e bangladesi all’interno del CPR di Gjadër.

Il 4 ottobre, infatti, la Corte di Giustizia dell’UE aveva emesso una sentenza con la quale disponeva che la qualifica di “paese sicuro” dovesse essere verificata dal giudice al momento della decisione. Non è dunque sufficiente la semplice adozione di una lista di paesi sicuri da parte del governo.

Per rispettare il diritto europeo e la nostra stessa Costituzione, i giudici devono disapplicare le norme dell’ordinamento italiano in contrasto con il diritto dell’Unione europea. Per questo motivo, il Tribunale di Roma ha decretato che il trattenimento dei migranti non potesse essere convalidato poiché sia l’Egitto che il Bangladesh non possono essere considerati “paesi sicuri”.

La sentenza ha dei risvolti pratici concreti, in quanto rischia di rendere assolutamente inapplicabile la logica del  piano di esternalizzazione dell’accoglienza in Albania, su cui il governo nell’ultimo anno ha puntato molto.

Il governo Meloni ignora (o finge di ignorare) l’ordinamento costituzionale

Prevedibilmente, il provvedimento del Tribunale di Roma ha scatenato l’ira e l’indignazione dell’esecutivo italiano, che ha parlato sin da subito di “magistrati politicizzati” e di “sentenza pregiudiziale” e che sta già preparando il ricorso in Cassazione.

In sostanza, per il governo Meloni, i giudici di Roma farebbero ostruzione politica e impedirebbero allo Stato di esercitare i propri diritti in materia di immigrazione. Su Twitter la presidente Meloni commenta “Assurdo! In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria”. Il ministro Salvini aggiunge “I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire”. 

Nel frattempo, nell’ambito del Consiglio dei ministri convocato frettolosamente lunedì, il governo ha approvato un nuovo decreto-legge che riduce la lista dei paesi sicuri da 22 a 19, mantenendo però l’Egitto e il Bangladesh. L’obiettivo sarebbe ribadire la natura “sicura” di questi paesi e aggirare la legislazione europea. Non è chiaro però come il governo intenda rendere un decreto-legge prioritario rispetto alle normative dell’Unione.

Se ancora non conosciamo il finale di questa storia, possiamo già trarne alcuni insegnamenti: in primis, che il governo Meloni mal digerisce il primato del diritto dell’Unione su quello italiano, soprattutto in materia migratoria. E in nome della sovranità del proprio popolo, sarebbe pronto ad andare oltre l’ordinamento costituzionale italiano (che pure prevede questo primato) per approvare una normativa dal dubbio valore giuridico (e umanitario).

In secondo luogo, ci insegna a prestare attenzione alla strumentalizzazione politica delle decisioni della magistratura, non sempre di immediata comprensione. In questo, la destra italiana si dimostra una fiera discepola dei suoi alleati europei e transatlantici, che fanno della persecuzione giudiziaria un marchio di fabbrica. Sulle conseguenze di questa retorica, vedasi la sezione “Ungheria”. 

Per approfondire:

https://www.ilpost.it/2024/10/18/albania-migranti-tribunale-roma/

https://www.ilpost.it/2024/10/20/sentenza-corte-di-giustizia-europea-migranti-albania/

https://www.repubblica.it/italia/2024/10/18/news/migranti_albania_respinte_richieste_di_asilo_convalida_trattenimenti-423563500/?ref=RHLF-BG-P2-S2-T1

https://www.ilsole24ore.com/art/motovedetta-albania-pronta-portare-migranti-bari-AGnWM1d

https://www.rainews.it/articoli/2024/10/tribunale-non-convalida-il-trattenimento-dei-migranti-in-albania–e0d0c9d2-7b11-429f-be75-7ab0ba03cb04.html

https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2024/10/22/decreto-paesi-sicuri-migranti

Sara Stella

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. È gravissimo perché certamente è uno sconto tra istituzioni al livello più alto, ma è terrificante se si ragiona sul fatto che le persone, gli ultimi, colpevoli solo di disgrazia, sono ridotti al rango comprimario di venir dopo il cavillo e la carta bollata.

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    1. Avatar di Sara Stella Sara Stella ha detto:

      Ciao, grazie per il tuo commento! Sono completamente d’accordo, e purtroppo sembra andare sempre peggio. Il discorso politico dominante in Europa non fa che disumanizzare le persone migranti per legittimare pratiche di questo genere

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