Dal Bronx all’Italia: l’Hip Hop, arrivato nel Bel Paese negli anni ottanta, è tutt’oggi una cultura che permea diversi ambiti della vita collettiva. A trattare di recente il tema è stato Hip Hop: la scena italiana. Cinema, moda, musica e artivismo, il primo convegno di studi dedicato agli Italian Hip Hop Studies, curato da Giuseppe Gatti ed Eleonora Chiais e realizzato con il contributo dell’Università degli Studi di Torino. Conferenze multidisciplinari sull’argomento si sono sviluppate nelle giornate del 2 e 3 dicembre 2024, seguite dalla rassegna cinematografica dell’Hip Hop Cine Party e da un Block Party, a conclusione degli eventi.
Tra gli illustri ospiti, Joseph Sciorra del Queens College di New York e altri studiosi che hanno tenuto conferenze sulla relazione tra la scena Hip Hop italiana, le arti e l’attivismo. L’Hip Hop è infatti uno tra i linguaggi più riconoscibili che, da subcultura adottata da una minoranza, ha visto un’evoluzione nel corso del tempo, prestando i propri codici a discipline come il cinema, la musica e la moda.
Tute, cappellini con visiera e gioielli appariscenti sono solo alcuni dei segni con cui i primi aderenti all’Hip Hop si distinguevano dalla massa, in fatto di abbigliamento. Questi capi e accessori sono poi stati adottati da una grande percentuale della popolazione, perdendo in parte la loro potenza comunicativa.
Tuttavia, i codici dell’abbigliamento Hip Hop sono oggi appannaggio di cantanti e rapper che, con questo stile, talvolta vogliono simboleggiare il loro status di “artisti di strada” (riprendendo l’accezione originale di questo stile proveniente dal Bronx), anche nel caso in cui la loro estrazione sociale sia elevata. La moda è dunque un linguaggio utilizzato per veicolare appartenenza a uno specifico gruppo sociale.
L’affascinante rapporto esistente tra Hip Hop italiano e moda è stato trattato, in occasione del convegno tenutosi presso l’Università degli Studi di Torino, nelle stanze della Cavallerizza, da Flavia Piancazzo (professoressa in Fashion Studies all’Università di Bologna), in dialogo con Eleonora Chiais.
Revival e streetwear di lusso Made in Sanremo. Il sodalizio tra Hip Hop italiano e moda attraverso il piccolo schermo: questo il titolo della conferenza, in cui si è approfondito il rapporto tra moda e Hip Hop all’interno di uno dei più celebri eventi del piccolo schermo italiano, il Festival di Sanremo. In particolare, l’elevata visibilità mediatica dell’evento è in grado di rafforzare tale rapporto, convertendo l’Hip Hop da marginale a mainstream, influenzando i gusti del pubblico e lanciando tendenze attraverso gli artisti rap che adottano tale stile di abbigliamento. Il teatro Ariston diventa così luogo in cui il rap si innalza a simbolo di rivalsa sociale, i cui interpreti adottano diverse categorie di abbigliamento per comunicare il proprio messaggio. Così c’è chi predilige il lusso altisonante, per via del suo essere altamente riconoscibile; il fatto a mano, indossato dai rapper che attraverso il valore qualitativo del prodotto desiderano affermarsi e farsi prendere sul serio; il quiet luxury dei brand meno conosciuti; infine, brand con i quali si è stabilita una collaborazione, un vantaggio reciproco e condivisione di un progetto.
Oggi, come in passato, cultura, musica, moda, cinema e arte si intrecciano e si strecciano in complesse ma affascinanti modalità.
Alessandra Picciariello


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