A dicembre è andato in scena lo spettacolo “Go Go Girls” scritto e diretto da Loris Mosca per la compagnia teatrale dilettantistica “Teatro di Tela” di Alba; l’esibizione ha chiuso gli eventi delle “Giornate Viola”, la rassegna dedicata alla sensibilizzazione sui temi del rispetto e dell’antiviolenza promossa da Associ&Rete in collaborazione con il progetto “Viola, alza lo sguardo”, con cui il Teatro di Tela aveva già collaborato tramite un flashmob in occasione del “Denim Day”.
Sulla scena erano presenti Michela Fattorin, Sara Rosa, Valentina Pelissetti ed Enrico Gambone nei panni dei protagonisti, le scenografie erano di Gaia De Pascali.
Loris Mosca, in un’intervista a “La Gazzetta d’Alba”, ha detto di essersi ispirato a Quentin Tarantino e, in particolare, alla trilogia della vendetta. A un orecchio attento, infatti, i dialoghi sono ricchi di citazioni tarantiniane tutte da scoprire, ma c’è molto di più: la drammaturgia — suddivisa in capitoli ognuno con un suo titolo — il ritmo e i cambi di scena che si susseguono strizzano l’occhio ai film del regista hollywoodiano.
Le protagoniste sono tre donne che non si conoscono e che hanno subito, in modo diverso, una forma di violenza, che scopriranno essere stata compiuta dallo stesso uomo. Mia, Gogo e Pam (questi sono i lori nomi) si ritroveranno a dover decidere se replicare la violenza subita oppure no. Lo spettacolo riesce a tenere l’attenzione dello spettatore dalla prima all’ultima battuta, alternando momenti comici e teatrali ad altri più riflessivi e dalle tinte quasi drammatiche. È una costante riflessione sul tema della violenza, subita in modi e forme diverse, ma tutti accumunati dall’essere rivolti alla donna in quanto tale. È una violenza di genere quella che subisce Pam, costretta a stare in casa e a preparare i “peperoni ripieni con una spolverata di senape” al marito; è una violenza doppia quella che subisce Mia, violentata da uno sconosciuto nel parcheggio di un pub e poi non creduta alla stazione di polizia; infine, è una violenza quella che subisce Gogo, filmata nei bagni della scuola mentre si svitava la gamba finta per trovare sollievo, e derisa online.
Tutte e tre rimandano ai personaggi più iconici di Tarantino come Mia Wallace e Gogo Yubari, ma anche a certe sue tecniche cinematografiche. L’illusione scenica è costruita così bene da essere quasi cinematografica, con musiche e cambi di luci strategici e scoppiettanti.
Andiamo a scoprire meglio lo spettacolo. Il sipario si apre, si accendono le luci e…
Ringo (interpretato da Enrico Gambone) è legato su una sedia e chiede spiegazioni a chi l’ha legato, ma senza ottenere risposta. Subito dopo, un momento di buio segnala il cambio di scena, che lascia una sensazione di curiosità: che cosa è successo? Perché era legato? Chi è stato? Al momento, queste domande rimangono senza risposta. Torniamo indietro di qualche ora e vediamo Pam (Valentina Pelissetti) che si affretta a preparare la colazione per suo marito, Ringo. Pam rappresenta lo stereotipo della casalinga bionda sposata con un uomo importante, che, di fatto, l’ha costretta a rimanere a casa. Pam ama suo marito. Pam non ha mai saputo che suo marito fosse uno stupratore.
La scena si chiude e si riapre a casa di Mia (Michela Fattorin), un’attrice, che si sta preparando per andare a un provino. La sua agente le ricorda l’importanza di questo provino, ma lei scopre che l’uomo che sta cercando da anni abita a due ore distanza da casa sua. Quell’uomo è Ringo ed è colui che l’ha violentata dieci anni prima. Mia aveva sporto denuncia alla polizia, ma le avevano detto che avrebbe dovuto avere dei testimoni che accertassero l’effettiva violenza.
Entra in scena anche Gogo (Sara Rosa), una diciasettenne che ha perso una gamba da piccola a causa di un postino che guidava ubriaco. La sua gamba in titanio le provoca dolore e, ogni tanto, deve svitarsela per alleviarlo; un giorno viene filmata nel bagno della scuola mentre la toglie e il video viene pubblicato online. Gogo riesce a risalire all’indirizzo mail di chi l’ha esposta alla derisione e trova il computer da cui è partito: quello di Ringo.
Da qui scattano una serie di eventi per cui Mia e Gogo si ritrovano a casa di Pam e scoprono i segreti dell’uomo che ha rovinato loro la vita. Ringo non è un uomo d’affari come ha sempre fatto credere alla moglie, è un inserviente che lavora sia in un’azienda vicino casa, sia nella scuola di Gogo; ogni sei mesi pianifica un finto viaggio di lavoro e si aggira nelle zone limitrofe per cercare e violentare donne.

Ringo ha voluto a fianco a sé la “moglie perfetta”, cioè una donna da assoggettare e manovrare come un burattino e a cui non è concesso neanche avere una macchina. Ringo ha subdolamente sottratto la vita a Pam spacciandolo per amore, per gentilezza, per bisogno. Ma ora Pam sa cos’è Ringo: “Non è uomo”, afferma la donna una volta compreso il male che hanno subito Mia e Gogo, e quello che ha subito lei. Il cerchio si chiude e Ringo è stato legato e imbavagliato dalle tre donne, che si trovano di fronte a un bivio: replicare la violenza subita o fermarla e cambiare le carte in tavola?
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Il Teatro di Tela è stato nostro ospite in un’intervista fatta da me e Rachele Gatto, che trovate su “Oltre l’inchiostro”, ma ci ha anche ospitati per la puntata “Il futuro della Radio – Intervista a due giovani speakers di Radio Alba”, in cui abbiamo intervistato Andrea Cassinelli e Carlotta Busca.
Alessandra Tiesi
Approfondimenti:
Intervista al Teatro di Tela: https://open.spotify.com/episode/3Q3Upx8ZYpimgfczSrHWge?si=dac4de90db554455
Intervista Radio: https://open.spotify.com/episode/6TfIS6J7ll5GJ8kIvyVlaq?si=c88b3d7da7684334
Fonte immagine in evidenza: Comune di Alba


