One Piece è uno dei manga, se non il manga, di maggior successo, fama e influenza degli ultimi trent’anni, quantomeno a partire dalla fine della serie classica di Dragonball. L’autore Eiichiro Oda, partito con l’intento di raccontare una propria storia di pirati per emulare il suo cartone preferito dell’infanzia, Vicky il vichingo, ha presto iniziato ad arricchire l’opera con elementi e tematiche di grande maturità. Le primissime saghe vedevano la ciurma dei protagonisti prendere il mare per inseguire i propri sogni personali, scontrandosi con nemici di piccolo calibro come criminali che turbavano la serenità di un’isola o prepotenti ufficiali della Marina (le forze armate di questo mondo) che abusavano del proprio potere sui sottoposti. Il cambio di tono si ha attorno al decimo volume, quando si iniziano a tratteggiare le numerose ombre che ammantano il Governo Mondiale, l’organizzazione che dirige l’intero pianeta riunendo sotto di sè quasi ogni nazione esistente. Tra la corruzione di numerosi marines, alcuni pirati che si affiliano al potere costituito solo per portare avanti indisturbati i propri piani e il tentativo governativo di manipolare il passato perseguitando gli storici, a emergere con particolare gravità è un altro problema. La società di One Piece è connotata da un enorme odio verso popolazioni come le sirene e gli uomini-pesce, considerati come esseri umani di grado inferiore e, fino a tempi recenti, classificati al pari degli animali. Queste razze non godono di quasi nessun diritto e non è raro che finiscano preda del sistema più crudele dell’opera, il commercio degli schiavi, tacitamente tutelato dalle forze governative.
Un ulteriore cambio delle carte in tavola si è avuto negli ultimi tre anni, con la scoperta della vera natura dei poteri del personaggio principale, Monkey D. Rufy, detto “Cappello di paglia” per il suo iconico copricapo. Il peculiare sistema delle abilità speciali di One Piece è legato a vegetali chiamati frutti del diavolo che, se mangiati, concedono al possessore un potere al prezzo di non poter più galleggiare in acqua. Queste facoltà sono molto varie, come modifiche al proprio corpo, il controllo di un elemento naturale o la possibilità di trasformarsi in una creatura diversa, sia essa un animale comune, uno estinto o perfino un essere mitologico. Per lungo tempo il protagonista è stato un comune ragazzo che inseguiva il sogno di diventare Re dei Pirati pur avendo un potere non molto esaltante, ovvero un corpo di gomma. Con l’evolvere della trama, tuttavia, Oda ha deciso di dargli una ulteriore sfumatura, rivelando che il suo frutto è uno dei più temuti dai vertici mondiali poiché gli dona la possibilità di trasformarsi in Nika, un essere venerato come dio del Sole dal popolo dei giganti guerrieri che abitano l’isola di Elbaf, capace, secondo le leggende, di modificare la realtà secondo la propria fantasia, tra le altre cose estendendo i propri arti come se fossero gommosi. Questa figura assume però anche un altro significato, quello di eroe costantemente allegro e danzante, il cui stesso cuore batte in maniera ritmata come un tamburo. Detto anche “Guerriero della Liberazione“, porterà un giorno la liberazione di tutti gli oppressi, motivo per il quale tra gli schiavi sono diffusi il suo culto e le sue storie, che aiutano i disgraziati a non cadere nella disperazione più nera.

https://archive.org/details/encyclopaediaoft0000unse_e2j3/page/26/mode/2up?q=joyboy
All’interno di varie discussioni online alcuni tra fan del manga si è recentemente scoperto che l’autore si sarebbe potuto ispirare a una leggenda che circolava secoli fa in America Centrale. Come riportato nel libro Encyclopedia of Things That Never Were di Robert Ingpen, si narrava che, attraverso le navi con cui si deportavano uomini dall’Africa occidentale per impiegarli nelle piantagioni, fosse giunto nei Caraibi un certo Joyboy, letteralmente “ragazzo della gioia”. Quest’individuo, il quale tralaltro condivide il nome con quello che in One Piece fu il primo pirata e il primo possessore conosciuto del frutto di Nika, era l’incarnazione del bisogno di ballare in maniera spensierata e festante. Il suo potere principale era quello di suonare col suo tamburo ritmi musicali che rendevano impossibile per gli ascoltatori evitare di lasciarsi andare a frenetici balli e che curavano l’animo umano dalle preoccupazioni. Come facilmente immaginabile, questo personaggio era il beniamino degli schiavi, che vedevano in lui e nella sua musica una valvola di sfogo dalla condizione di miseria, un modo per di sognare la libertà. La fama di Joyboy non rimase comunque confinata all’epoca dello schiavismo, tanto che alcuni artisti jazz si vantavano di esser stati in grado di imitare i suoi mitici ritmi, anche se, com’è ovvio intuire, l’effetto delle loro composizioni era ben lontano da quello delle magiche musiche del paladino dell’allegria.
Samuele Bonino
Fonti:
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/One_Piece
OnePieceWiki: https://onepiece.fandom.com/it/wiki/Nika
Robert Ingpen, Encyclopedia of Things That Never Were: https://archive.org/details/encyclopaediaoft0000unse_e2j3/page/26/mode/2up?q=joyboy
