Cantanti e look, tra insulti e stereotipi

Ormai è innegabile: viviamo nella società dell’immagine. Che sia attraverso i social, la televisione o le riviste di gossip, ogni giorno siamo bombardati da un’enorme quantità di foto e video. Questo si ripercuote inevitabilmente sull’importanza che attribuiamo all’apparenza e sul modo in cui vediamo noi stessi e gli altri.
A volte, purtroppo, ci si convince che un unico standard di bellezza debba trasformarsi in un ideale universale, specialmente per coloro che si mostrano in pubblico. Così, mentre alcuni personaggi famosi sono elevati al ruolo di modelli a cui ispirarsi, altri diventano bersaglio di giudizi e insulti poiché “osano” presentarsi con autenticità, magari sfoggiando un look creativo o mostrando con orgoglio il proprio corpo.
Il mondo della musica non fa di certo eccezione. Negli ultimi anni, infatti, l’attenzione del pubblico sembra essersi concentrata sempre di più sull’immagine dei cantanti, a discapito della musica stessa e dei messaggi, spesso positivi, che gli artisti si impegnano a diffondere su grandi e piccoli palchi. Ed ecco che, ciclicamente, prima sui social e poi sui media tradizionali, s’infiamma la polemica: c’è chi si indigna per un certo outfit, chi attacca direttamente il cantante in questione, chi invece difende la libertà di esprimere sé stessi.

Nelle ultime settimane, il caso che ha fatto più scalpore è stato quello di Marco Mengoni. La sua “colpa”? Aver indossato, durante l’ultimo tour negli stadi, una serie di abiti firmati Versace, etichettati come troppo femminili e, dunque, inadeguati per un uomo. Sono bastati un paio di corsetti scintillanti, un top di pizzo e dei pantaloni lucidi per scatenare un odio neanche troppo velato nei suoi confronti, con tanto di accuse di “essere un esibizionista”, “tradire la sua eleganza originaria”, “ridicolizzarsi”. Insomma, un’ondata di commenti che vanno ben oltre l’espressione del proprio gusto personale, lasciando intravedere una certa dose di pregiudizio rivolto verso una mascolinità che si vorrebbe sempre uguale a sé stessa: virile, qualsiasi cosa significhi nel 2025.
Mi metto quello che mi fa stare bene, come dovrebbero fare tutti”, ha replicato Mengoni dopo il concerto a Napoli, con la consapevolezza maturata in quindici anni di carriera. 

Anche Francesca Michielin si è trovata più volte al centro di polemiche riguardanti il suo look, per di più scaturite da motivi opposti tra loro. Lo scorso febbraio, la cantante ha partecipato al Festival di Sanremo sfoggiando degli outfit firmati Miu Miu, composti da ampi pantaloni a vita bassa e dei crop top elaborati. Si è inoltre distinta per un taglio di capelli molto particolare: un hime cut, con ciocche frontali più corte del resto della chioma. Le sue scelte di stile l’hanno esposta a feroci critiche fin dalla sua prima apparizione sul palco più importante della musica italiana, tra coloro che la esortavano a “denunciare” il suo stylist e chi la accusava di non saper valorizzare abbastanza la sua femminilità. Commentando questa esperienza negativa, Michielin – recentemente intervistata da Giulia Salemi – ha dichiarato che i look sanremesi le hanno creato un vero e proprio complesso.

Francesca Michielin a Sanremo 2025. Crediti foto: https://www.vogue.it/article/francesca-michielin-sanremo-2025-look

Ed è ironico come, a distanza di pochi mesi, Francesca Michielin sia stata travolta nuovamente da critiche e insulti, ma questa volta a causa di un “eccesso” di femminilità. Almeno, stando a quanto stabilito dagli haters, che non hanno gradito il body dorato e luccicante con cui si è esibita durante una tappa del suo ultimo tour. Qualcuno ha perfino messo in discussione la sua competenza come musicista. La cantante ha risposto a tutto questo in grande stile, trasformando gli insulti in un messaggio di libertà: “Lasciate le persone libere di essere. La vostra vita non ne risentirà”, ha scritto sul suo profilo Threads. 

Insomma, lo schema si ripete. Se oggi è il turno di Marco Mengoni e Francesca Michielin, ieri le polemiche si concentravano su altri artisti, più o meno per le stesse ragioni. Quanto inchiostro è stato sprecato sui giornali per scagliarsi contro gli spacchi e le trasparenze di Elodie, “colpevole” di mostrare liberamente il proprio corpo e di giocare con la sensualità; in quanti si sono scandalizzati per il top monospalla e i pantaloni ricoperti da paillettes di Mahmood durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo a cui ha partecipato.

Tante polemiche, un solo tema di fondo: sembra che le artiste debbano raggiungere il giusto compromesso tra una femminilità in vista ma non troppo, mentre agli uomini non è permesso rompere gli schemi, pena la messa in discussione della propria mascolinità.
Questa visione binaria e dogmatica sui cantanti riflette i problemi di una società che fatica a guardare avanti, incapace di rispettare l’individualità di coloro che si allontanano eccessivamente dalla tanto invocata “normalità”. Non saranno un paio di corsetti e delle paillettes a fare la rivoluzione, ma possono sicuramente indicare una strada da percorrere e lanciare un messaggio forte e chiaro: mai avere paura di essere sé stessi.

Ilaria Vicentini

Fonti:
https://www.vogue.it/article/marco-mengoni-stadi-2025-tour-look-messaggi
https://www.today.it/gossip/vip/francesca-michielin-critiche-look-sanremo.html
https://www.fanpage.it/stile-e-trend/moda/francesca-michielin-torna-a-parlare-dei-look-di-sanremo-mi-hanno-creato-un-complesso/

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Avatar di luisa sax luisa sax ha detto:

    Bravo Mengoni! Ma Come si fa a essere fan di Mengoni e non apprezzare i suoi costumi fluidi? Questi trogloditi dovrebbero al massimo andare ai concerti di Vasco….

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    1. Avatar di ilaria.vicentini ilaria.vicentini ha detto:

      Grazie per aver condiviso la tua opinione con noi!

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