5 motivi per cui “F1 – The Movie” è già cult

A poco più di un mese dalla sua uscita, F1 – The movie si dimostra un successo, un must see. La storia di Sonny Hayes (interpretato da Brad Pitt) che torna a gareggiare in Formula Uno dopo trent’anni ha appassionato il pubblico al punto da raggiungere un incasso mondiale di 434.527.641 dollari, a fronte di un budget dichiarato di circa duecento. Prodotto da Apple TV+ con l’appoggio di Warner Bros, «sarà il più grande successo nelle sale cinematografiche di qualsiasi film mai prodotto da una piattaforma di streaming», come dichiarato da Il Post. Anche la critica si è dimostrata favorevole: l’IMDb del pubblico è di 7,9/10, il The Guardian e l’Empire lo hanno premiato con quattro stelle su cinque e anche il The Hollywood Reporter non è parsimonioso nei giudizi positivi.

Se non hai ancora guardato questa pellicola – attualmente disponibile solo al cinema – ecco 5 motivi per cui farlo!

Una delle locandine ufficiali del film. Crediti immagine: https://www.grandprix247.com/

1.    Il mondo legato alla Formula Uno

Se sei un grande fan del massimo campionato automobilistico del mondo non devi lasciarti scappare questa perla. La storia ruota attorno all’APXGP, un nuovo team di F1 guidato dall’ex-pilota Ruben Cervantes (Javier Bardem) in un grande momento di difficoltà: nonostante tutto il denaro speso in tre anni, la squadra non ha vinto nemmeno una gara. Ruben, rischiando di perdere per sempre la direzione del team, chiede aiuto al suo ex-compagno di squadra Sonny Hayes. Sonny sarebbe dovuto diventare un campione di F1, ma a causa di un incidente tragico non ha più toccato il volante della monoposto più prestigiosa al mondo dal 1993, dedicandosi a categorie minori (NASCAR, Le Mans, Dakar…). Quando Sonny accetta di aiutare l’amico si ritrova catapultato nel campionato del 2023, con nove Gran Premi restanti.

Il film è stato girato proprio durante le gare del campionato davanti a centinaia di migliaia di persone e, infatti, Sonny combatte con Max Verstappen, George Russel, Charles Leclerc, Carlos Sainz (allora, ancora in Ferrari), Lando Norris, e soprattutto con primo pilota della Mercedes del tempo, il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton (che ha persino contribuito alla produzione del film). Compaiono attivamente anche i direttori dei vari team di F1, come Toto Wolf (che nella traduzione italiana si doppia da solo) o Frédéric Vasseur. Anche i box, le interviste, gli allenamenti al simulatore e le riunioni per decidere la strategia da seguire in gara sono molto realistici. Una chicca è rappresentata dalla telecronaca delle gare, il cui doppiaggio cambia per ogni Paese: in Italia, per esempio, è stata realizzata da Vanzini e Gené, voci ufficiali di SkySportF1 da più di dieci anni.

Sonny e Joshua insieme ai veri campioni di F1. Crediti immagine: https://www.travelandleisureasia.com/

2.    Brad Pitt

Che Brad Pitt fosse un attore superlativo era già noto a tutti, ma forse questa volta riesce addirittura a superarsi. Pitt calza perfettamente il ruolo di pilota capace di tutto per vincere – anche utilizzare le zone d’ombra del regolamento – nonostante le difficoltà legate all’età che avanza. D’altronde, Sonny, ormai ultracinquantenne, ha così la maturità e la saggezza che gli sono mancate nella sua prima esperienza in F1; caratteristiche che cerca di utilizzare in ogni altro aspetto della sua vita, come nell’amicizia con il compagno di squadra e rookie Joshua Pierce o nella breve relazione d’amore con Kate McKenna, la donna a capo di tutti gli ingegneri del team APXGP. Un personaggio che non risulta spocchioso nonostante le sue doti straordinarie, ma anzi, si dimostra tanto umano da rendersi conto di tutte le sue scelte sbagliate – i matrimoni falliti, la passione per il gioco d’azzardo – senza condannarsi totalmente. Sonny sa di aver sprecato il suo talento, ma sa anche che non è mai troppo tardi: ha capito che l’unica cosa che conta è correre, mentre il resto, come dice lui stesso, «è solo rumore».

Pitt riesce a combinare la sua bravura attoriale con le necessità del progetto: per una maggiore credibilità l’attore ha davvero imparato a guidare una monoposto di F1 con un corso di tre mesi sulla pista di Silverstone, tenuto personalmente da sir Lewis Hamilton.

Brad Pitt, 61 anni, nei panni di Sonny Hayes. Crediti immagine: https://www.economist.com/

3.    La regia

Non serve essere esperti registi per restare meravigliati dalla tecnologia utilizzata da Kosinski, già celebre per Top Gun: Maverick. Il film è progettato per IMAX e, per poter risaltare ogni dettaglio, la macchina di Pitt è stata modificata con ben cinquanta telecamere, di cui una è la più piccola mai realizzata in 6K. Insomma, un vero spettacolo per gli occhi.

4.    I colpi di scena

L’azione è continua: incidenti, decisioni improvvise che cambiano inevitabilmente la sorte degli eventi, strategie non fortunose ma quasi impensabili in una vera gara di Formula Uno. Agli occhi dei più critici quest’ultima caratteristica potrebbe essere sfavorevole per un film del genere, ma è proprio l’intelligenza automobilistica di Sonny il vero punto di forza del film. Senza quel pizzico di follia che lo contraddistingue, il personaggio e l’intera storia ne risentirebbero inevitabilmente. 

Il film è capace di tenerti incollato allo schermo per più di due ore, di estraniarti dalla realtà per farti concentrare solo sulla magica impresa di Sonny e del suo team. 

5.    Il messaggio finale

F1 – The movie è una storia di caduta e di rinascita. È pur vero che MYmovies.it la definisce una «storia di ascesa-caduta-riscatto vista infinite volte», ma la possibilità di rialzarsi dopo essere stati presi a pugni dalla vita sarà mai da considerarsi banale?

Inoltre, è da sottolineare che il riscatto non vale unicamente per Sonny – che da pilota caduto nel dimenticatoio riesce a imprimere una profonda impronta sul pubblico della F1 senza mai rinunciare a se stesso e alla sua vera essenza – ma anche per gli altri protagonisti della storia: Joshua che, solo grazie al proprio talento, si impone in un mondo elitario e di bianchi (oggi l’unico pilota nero universalmente ricordato è proprio Lewis Hamilton, che non ha mai fatto segreto di questo divario razziale); Kate è l’unica donna a capo di un team di ingegneri di F1, un mondo pressoché totalmente maschile. Il film, quindi, mostra tutta l’attenzione possibile verso le discriminazioni, affinché anche un mondo come la Formula Uno possa abbattere queste convenzioni sociali da cui è sempre soggetto.

Kate e Joshua in una scena del film. Crediti immagine: https://entertainmentcentralpittsburgh.com/

Alessia Vinci

Fonti (consultate il 20/07/25):

https://tg24.sky.it/spettacolo/cinema/2023/07/07/brad-pitt-film-f1-foto

https://www.f1ilfilm.it/synopsis/

https://www.imdb.com/it/title/tt16311594/?ref_=nv_sr_srsg_1_tt_7_nm_0_in_0_q_F1

https://www.theguardian.com/film/2025/jun/17/f1-the-movie-review-brad-pitt

https://www.empireonline.com/movies/reviews/f1-the-movie/

https://www.hollywoodreporter.com/movies/movie-news/f1-the-movie-review-roundup-critics-1236293666/ https://www.ilpost.it/2025/07/04/f1-film-brad-pitt/

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