Prendere posizione: da Sally Rooney ai Massive Attack

Alla luce di un conflitto che non accenna ad arrestarsi, alcuni esponenti dell’intelligencjia a livello internazionale stanno prendendo posizioni sempre più esplicite in favore della questione palestinese.

Tra i più recenti è il caso di Sally Rooney, autrice irlandese di bestseller come Persone Normali e Parlarne tra amici, la quale, alcuni giorni fa, ha dichiarato all’Irish Times la sua intenzione di sostenere attivamente il gruppo Palestine Action (PA), devolvendo loro le royalties che risulterebbero dagli adattamenti televisivi dei libri citati e dalle vendite di tutte le sue opere pubblicate in UK. La decisione della scrittrice arriva dopo che il governo britannico ha inserito PA nella lista delle associazioni terroristiche – insieme ad al-Qaida e allo Stato Islamico – in seguito a un’azione dimostrativa del gruppo che ha imbrattato di vernice rossa due aerei della RAF, entrando illegalmente nella base di Brize Norton.

La scrittrice afferma che se questa scelta “fa di lei una supporter del terrore sotto la legge inglese, così sia”. In effetti, secondo il Terrorism Act emanato dal governo inglese nel 2000, si rischierebbe fino a 14 anni di carcere per aver espresso il proprio sostegno a un’organizzazione terroristica – categoria in cui ora rientrerebbe anche Palestine Action. Rooney aveva già pronunciato parole di forte condanna nei confronti dell’arresto di oltre 450 manifestanti in Parliament Square, a Londra, che si sono riuniti sabato 9 agosto proprio per protestare contro tale decisione del governo britannico nei confronti di PA .

Crediti: Police officers arrest a demonstrator during a protest in support of the Palestinian people, in Parliament Square, in London, Saturday, Aug. 9, 2025.(AP Photo/Alberto Pezzali) https://www.ilpost.it/2025/08/09/proteste-palestina-londra-arresti/

In un articolo scritto per The Guardian a giugno – appena successi i fatti di Brize Norton – l’autrice irlandese ribadiva che “gli attivisti che hanno fatto irruzione nella base della RAF […] sapevano, ovviamente, che le loro azioni erano illegali. Dalle suffragette al movimento per i diritti gay, fino alle rivolte anti-apartheid, la resistenza politica ha sempre implicato la necessità di infrangere volontariamente la legge”, citando poi anche una dichiarazione di Martin Luther King Jr, il quale, da una prigione di Birmingham, affermava che “ognuno ha la responsabilità morale di disobbedire alle leggi ingiuste”. Tuttavia, secondo l’autrice di Persone Normali è inammissibile la derubricazione di Palestine Action ad associazione terroristica, poiché essa non ha mai portato avanti alcun tipo di azione violenta.

Rooney, poi, non risparmia dalle sue accuse nemmeno il Governo irlandese. Afferma la scrittrice che, pur rientrando tra coloro “che hanno riconosciuto che Israele sta commettendo genocidio in Palestina”, quest’ultimo sembra infatti girarsi dall’altra parte quando i cittadini irlandesi vengono accusati di terrorismo e arrestati per aver manifestato, o anche solo indossato t-shirts, in sostegno di Palestine Action. Rooney incalza sostenendo come “ora che la giurisdizione che si dovrebbe condannare è una vicina di casa […] i nostri leader sembrano curiosamente disincentivati dall’intervenire”.

L’esempio della scrittrice irlandese non è l’unico che si può citare. Come riporta l’autrice stessa, “la poeta Alice Oswald è già stata arrestata e un crescente numero di artisti e scrittori non possono più viaggiare in maniera sicura per la Gran Bretagna”, riconoscendo nel provvedimento britannico una limitazione alla libertà di espressione.

Oltre a Rooney, sono molti gli artisti di origine irlandese o nord-irlandese che si schierano apertamente in favore della questione palestinese. L’Irlanda stessa, in effetti, ha costruito gran parte del suo senso identitario sul fatto di essere una colonia emancipatasi dal Regno Unito, portando così i suoi abitanti a empatizzare e sostenere gli altri popoli oppressi nel resto del mondo. Tra i vari artisti di origine irlandese che si sono esposti si possono ricordare Hozier e il gruppo dei Fontaines D.C., i quali, insieme ai Massive Attack, Brian Eno, i Kneecap e Garbage hanno fondato un collettivo anglo-irlandese volto a difendere i musicisti che subiscono pressioni da parte dell’industria musicale per il loro esplicito sostegno alla Palestina, invitando altri artisti a partecipare alla causa per promuovere un cessate il fuoco e l’invio di aiuti umanitari a Gaza. Lo scopo di questo sindacato informale, di cui tutti i gruppi membri hanno firmato e ricondiviso il comunicato via Instagram, è quello di sostenere in particolar modo gli artisti emergenti che si trovano senza protezione legale e che sono quindi più soggetti a eventuali ripercussioni da parte del mercato musicale per le loro posizioni politiche. Le conseguenze sono spesso l’annullamento di date di tour o la partecipazione a festival.

Crediti: https://www.rivistastudio.com/massive-attack-associazione-musicisti-pro-palestina/

Lo scopo del collettivo sarebbe proprio quello di creare una rete solidale tra gli artisti, così da fornire un appoggio anche a coloro che non hanno una copertura legale tale da schermarli da eventuali rimostranze. I Massive Attack e i Fontaines D.C. avevano inoltre già collaborato nel 2023 pubblicando un vinile 12’’ dal titolo The Ceasefire EP, il cui intero ricavato è stato devoluto per sostenere gli interventi umanitari a Gaza e in Cisgiordania condotti da Medici Senza Frontiere.

Benedetta Boffa

Fonti:

Per approfondire, The Password consiglia:

Si consiglia la visione del carosello pubblicato in merito al caso Rooney sulla nostra pagina Instagram:

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Ho sempre pensato che se ti piace della musica, poi dev’esserci anche altro intorno a quella che cattura attenzione, veicola preferenze. Grandi i Massive Attack, Brian Eno & Co.

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