Torino: la città quasi europea

Il capoluogo piemontese si trova, in questo periodo storico, a dover affrontare le sfide della modernità. Gli eventi di grande portata ospitati dalla città aumentano — tra ATP Finals, Eurovision, mostre e concerti — mentre sempre più ragazzi scelgono uno dei due poli universitari come sede dei propri studi (+10% negli ultimi sei anni per UniTo e +28% dal 2023 per PoliTo). Eppure, il “caro affitti” non ha per ora avuto un impatto troppo invasivo sulla ex capitale sabauda. Quelli appena citati sono dati confortanti, eppure esiste un convitato di pietra di cui l’opinione pubblica si lamenta insistentemente, ma che le istituzioni non sembrano capaci di affrontare: parliamo della condizione delle infrastrutture e, in particolare, dell’inefficienza del trasporto pubblico.

I nuovi tram Hitachi serie 8000, operativi dal settembre 2023. Sulla destra l’unità storica 116. Cortesia di ATTS.
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Corse saltate o deviate, parco mezzi decadente, scarsa sicurezza a bordo e aumento continuo delle tariffe sono alcuni dei segnali che si riconducono a una mobilità sostenibile sempre più impastoiata, sintomo di una crisi che non può essere risolta tramite la promozione di sconti sull’uso di monopattini elettrici e biciclette. Torino è il quarto comune d’Italia per popolazione (857’900 persone circa) e ha un’estensione non di molto inferiore a quella di Milano (130 contro 181 km²). Tuttavia, il capoluogo lombardo ha una rete di mezzi pubblici che, rispetto agli standard italiani, possiamo definire moderna e funzionale, e che rimane comunque accettabile per quelli europei: cinque linee di metropolitana (mentre se ne conta una sola per Torino), diciassette linee tramviarie (a Torino sono otto) e centotrentasei automobilistiche (contro le ottanta di Torino). Le corse saltate da tram e autobus erano ben 56’000 al 28 luglio 2025, un dato che conferma quello del 2024, in cui erano state più di 100’000. Il risultato è che sette torinesi su dieci prendono l’auto, rendendo la nostra città la più motorizzata d’Italia — secondo i dati di Legambiente — con oltre mezzo milione di automobili. Il report di Inrix, società leader nel campo della risoluzione problemi di mobilità, pone la città di Torino al quinto posto tra le più trafficate della penisola, con più di quaranta ore annuali di traffico. Secondo l’Associazione Italiana Operatori Sosta e Mobilità, il 30% del traffico urbano sarebbe dovuto alla ricerca di parcheggio, sempre più difficile da trovare: ne mancano ben 16’500 per arrivare al minimo europeo di uno stallo ogni dieci residenti.

Ingorgo di piazza Baldissera del 9 settembre 2025. Cortesia di Torino Today.
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Il costo dei biglietti rappresenta un’ulteriore annosa questione: dal 2021 al 2025 i biglietti GTT hanno infatti visto un incremento complessivo dei prezzi del 15%, legittimato come un tentativo di coprire i crescenti costi del mantenimento e del potenziamento dei servizi pubblici regionali. Stando ai dati di Mole24, nel primo semestre del 2025 i passeggeri senza titolo di viaggio erano circa 118’000. Malgrado un aumento dei controlli, è stata emessa una multa ogni due minuti, con un aumento dell’evasione dal 6,77% del 2024 al 7,22% del 2025. La strategia adottata dal comune di Torino e dal Gruppo Torinese Trasporti — caratterizzata da rincari e vigilanza continua— non sembra dunque aver sortito l’effetto sperato, al contrario. Uno dei casi più clamorosi di inefficienza, però, riguarda la fantomatica seconda linea della metropolitana. L’inaugurazione, prevista per il 2012, si allontana di anno in anno, con un ammontare complessivo di ormai oltre quattro miliardi di euro. Mentre la linea 5 e la linea 4 di Milano, le ultime completate, sarebbero costate 558 milioni e 1,8 miliardi, secondo i dati del comune. Le proiezioni parlano di una parziale inaugurazione nel 2032; ben vent’anni dopo quanto previsto nel progetto originario. Ciononostante, le problematiche relative alla metropolitana riguardano anche la linea 1. I veicoli VAL 208, infatti, non hanno carrozze comunicanti né aria condizionata e questo causa molto spesso casi di malore. Inoltre, questi mezzi possono ospitare al massimo 440 passeggeri (con soli 76 posti a sedere), pertanto neanche in associazione riescono a soddisfare in modo efficiente l’enorme domanda: sono circa 150’000 i torinesi che giornalmente usufruiscono del servizio. Il grande afflusso di persone causa sovraffollamenti e disagi, ma lo stesso problema è riscontrabile anche nelle linee di superficie. Inoltre, scale e ascensori sono spesso fuori servizio, costituendo una barriera architettonica per le persone disabili.

Le scale della stazione Bengasi della Metropolitana fuori servizio. Cortesia della Stampa.
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Il grande collo di bottiglia della città di Torino risulta dunque essere proprio il trasporto pubblico. Tanto per gli abitanti quanto per i turisti, infatti, la mobilità nel capoluogo piemontese risulta confusionaria e inefficiente, con inevitabili disagi in pressoché ogni zona della città e della cintura. Le linee non vengono aggiornate e presentano percorsi che riflettono ancora le esigenze della cittadinanza di quarant’anni fa, gli autisti sono pochi e oberati di lavoro (anche se pare che GTT voglia assumerne 225 entro la fine dell’anno), mentre i disservizi sono molti e bloccano lo sviluppo di Torino, nonché la sua affermazione come città a livello europeo, capace di attrarre studenti, professionisti e investimenti. Un problema strutturale, che sembra ancora lontano dal trovare una soluzione.

Vincenzo Ferreri Mastrocinque

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  1. Avatar di Paola Stella Paola Stella ha detto:

    🎀 Citta’ avanti di secoli …

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