Doi povron bagnà ‘nt l’euli, o il potere degli shibboleth

Sai che alcune parole possono decidere chi sei davvero? Dalla Bibbia alle rivolte medievali, fino ai conflitti moderni, uno shibboleth è un segnale di riconoscimento linguistico che ha segnato la storia. Un semplice suono può diventare un confine invisibile tra amici e nemici, tra chi appartiene a un gruppo e chi ne è escluso. Scopri di più sugli shibboleth nell’articolo della nostra redattrice di Anna Gribaudo!

@annagriby

@etymologynerd

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L’arte tra il sè e l’altro

Trovare una propria identità non è cosa semplice e capire davvero chi si è ancora meno. Ma per farlo c’è un’inevitabile confronto con l’altro, o almeno, con lo sguardo dell’altro. E in questo guardarsi e farsi guardare, l’arte può esserci molto d’aiuto.
Per saperne di più leggi l’articolo della nostra redattrice Laura Marchese.

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“Desi देसी”: subcultura, etichetta o rivendicazione identitaria?

Le etichette sono utili per categorizzare il mondo che ci circonda: che siano create dal nostro gruppo di appartenenza o imposte dall’esterno, definiscono ciò che siamo e la nostra identità, talvolta con orgoglio e rivendicazione, talvolta con imposizione e rifiuto.

È il caso del termine desi (देसी), che da appellativo usato dalla comunità diasporica asiatica per riscattarsi dal razzismo e dalla discriminazione, ha assunto connotati pop, arrivando a definire una subcultura intera.

Scopri di più nel nuovo articolo di Rachele Gatto, al link in bio!

@_gargantuaa_

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Identità e cultura attraverso la fotografia. Un incontro con Yan Wang Preston

Cos’è l’identità e la memoria culturale di un popolo? Come questa può venire ad immedesimarsi in un elemento naturale o dello spazio? E come tutto questo può essere rappresentato attraverso la fotografia? Queste sono state alcune delle domande al centro di un interessante workshop tenutosi la scorsa settimana presso la sede di Palazzo Nuovo di @unito. Protagonista ne è stata la fotografa @yanwangpreston, che ha illustrato il suo progetto artistico “Mother River” e ha coinvolto gli studenti in un’attività pratica e alternativa per affacciarsi alla cultura cinese.

@cinesestudium
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India o Bharat? Un nome, un’identità, una tradizione

Forse non molti sanno che l’India in realtà ha due nomi: quello più conosciuto e utilizzato ovunque e uno più endemico, indigeno e legato alla religione induista. Ovvero Bharat. All’ultimo summit dei G20 a Nuova Delhi il primo ministro Narendra Modi lo ha sfoggiato con orgoglio nazionalista. Quello che può sembrare un capriccio di definizione pone in realtà una riflessione più acuta sulla strumentalizzazione di una fantomatica tradizione passata e immutabile portata per giustificare istanze molto spesso conservatrici e radicali. Ne parla in questo nuovo articolo la redattrice Rachele Gatto (@_gargantuaa_).

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Furti d’arte, furti d’identità

Furti d’arte, Maël Bertotto, 28/11 AM

Il patrimonio culturale di ogni paese determina l’identità del popolo a cui appartiene e, per questo, nella storia è stato una delle vittime principali di guerre e conquiste. Chi occupava un determinato territorio, non solo sottraeva ai conquistati dei beni materiali, ma eliminava anche una parte fondante della loro cultura. Basta pensare a quello che accadde ai popoli colonizzati dall’Europa dal Cinquecento in poi, o alle spoliazioni napoleoniche che accompagnarono di pari passo le conquiste territoriali dell’imperatore francese. Donna Tartt, invece, nel suo libro “Il cardellino”, esplora un altro tipo di furto d’arte, molto più personale e intimo ma che arriverà a coinvolgere comunque una collettività.

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Dalla civiltà bizantina al XXI secolo: il passato è davvero così distante?

Chi sono questi bizantini?
Era un popolo dall’identità complessa che si poneva in continuità con la cultura greca classica, si identificavano anche come discendenti dall’Impero Romano tanto da autodefinirsi “romei”, ma se ne distinguevano nettamente per la simbiosi con la religione cristiana. Il centro dorato di questa millenaria civiltà è la città di Costantinopoli fondata nel 330 d.C. da Costantino I (l’odierna Istanbul).
I bizantini erano la sintesi perfetta della formula “letteratura e vita” in quanto la formazione culturale ne era la base fondante e lo studio non era soltanto di un’élite, ma i più grandi studiosi erano integrati nella vita politica e sociale.
Perché è importante approfondirne la conoscenza?
Infaticabili cultori del libro e amanti della lettura, ci hanno tramandato opere che oggi hanno formato e ampliato il nostro bacino di conoscenze, testi come l’Iliade e l’Odissea, Platone, Aristotele ecc.
Nel IX sec. inoltre hanno avviato la riscrittura in minuscola di tutti i manoscritti in maiuscola onciale, il corsivo che tutti noi conosciamo.
Indagandone i valori fondamentali, la struttura sociale, la politica teocratica possiamo scandagliare delle questioni che conducono ancora il nostro vivere quotidiano, e possiamo esserne più consapevoli cercando delle soluzioni per sradicare dei costrutti deleteri e obsoleti ma che purtroppo faticano ad assottigliarsi.