Difesa europea tra militarizzazione e scioperi

La difesa europea è al centro del dibattito politico e sociale, intrecciandosi con mobilitazioni sindacali e malcontento popolare.

Lo sciopero generale del 12 dicembre, indetto dalla CGIL contro la Legge di Bilancio 2026, ha portato in piazza slogan chiari: meno armi, più welfare, sanità e istruzione.

Il caso italiano si inserisce in un quadro europeo più ampio, con l’Unione che punta a rafforzare sempe di più le sue capacità militari.

Un quesito, però, rimane irrisolto: se davvero l’Europa si trovasse davanti a un nuovo conflitto, chi sarebbe chiamato a combatterlo?

@frezanasi

Dazi: l’UE deve rivedere l’accordo con Washington

L’accordo tra UE e Trump, che riduce i dazi al 15% in cambio di 600 miliardi di investimenti europei, appare più simbolico che concreto. Von der Leyen ha ceduto troppo in fretta, replicando errori già visti nei negoziati Brexit. Ora l’Europa ha l’occasione di correggere la rotta e difendere i propri interessi strategici.
Ce ne parla Rayan Badr nel suo ultimo articolo.

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La Bulgaria nell’Eurozona: opportunità o rischio?

Dal 2026 la Bulgaria adotterà l’euro, diventando il 21º Paese dell’Eurozona.
Via libera da Bruxelles, ma tra i cittadini prevale lo scetticismo: timori di rincari, proteste in piazza e richieste di referendum.
Una svolta storica che mette alla prova il rapporto tra integrazione europea e consenso interno.

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Separazione delle carriere

Perché oggi si discute tanto del rapporto tra magistratura ed esecutivo? La proposta di legge di riforma costituzionale mira alla separazione delle carriere giudicante e requirente, e a una diversa istituzione di autogoverno della magistratura. Vediamo di fare chiarezza: ce ne parla la nostra redattrice Nicole Zunino.

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La (NON) riabilitazione delle carceri italiane: il 70% dei detenuti è recidivo

Dopo i recenti avvenimenti che hanno attirato l’attenzione mediatica sul carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano, è naturale chiedersi quanto realmente gli istituti di detenzione italiani riescano nel loro intento di reinserire i detenuti nella società. Maltrattamenti, sovraffollamento e disagio sociale pare siano solo una parte dei problemi presenti nelle carceri, eppure l’articolo 27 della Costituzione italiana parla chiaro: “Le pene… devono tendere alla rieducazione del condannato”, pur non sembrando così alcune volte.

Quanti ritornano in carcere dopo esserne usciti? Che ruolo ha il lavoro in questo?

Ce ne parla il nostro redattore Octavio Moretto (@augustooo_octavio) nel suo nuovo articolo.

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Verso il punto di non ritorno: relazione tra politica e ambiente.

Come abbiamo potuto appurare dalle recenti vicende che hanno scosso direttamente il nostro Paese, stiamo attraversando un periodo decisamente critico in termini di cambiamento climatico. La nostra redattrice, Alessia Dotta, ci spiega quanto l’azione politica e la cooperazione a livello internazionale sia essenziale per una tutela ambientale adeguata all’attuale contesto storico, caratterizzato da un’intensa industrializzazione e, di conseguenza, da un’inquinamento senza precedenti.

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Un esoscheletro progettato a Torino

ReHo é frutto del lavoro di cinque anni: un esoscheletro per la riabilitazione degli arti inferiori, dell’anca alla caviglia, per le persone con patologie neurologiche o lesioni al midollo spinale. Partito da un progetto sviluppato presso il Politecnico di Torino, nasce da una ricerca della Nimble Robotics Srl con il finanziamento anche del bando europeo…

UE-Ucraina: live Instagram con il Professor Finizio

In questo momento così complicato a livello internazionale, è molto difficile districarsi tra le mille notizie che ci arrivano ogni giorno, specialmente in tema di attori geopolitici. Ancora più difficile è comprendere se l’UE faccia parte di questi e, nel caso, quale sia il suo ruolo all’interno del conflitto tra Russia e Ucraina. Quali cambiamenti stanno avvenendo nelle relazioni tra i Paesi Membri e quali prospettive abbiamo davanti? The Password ne ha parlato con il Professor Finizio in una diretta Instagram e oggi le nostre redattrici Marta Fornacini e Malvina Montini ripercorrono le tappe principali di questo dibattito.

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Polonia e Bielorussia: i migranti diventano strumenti

Migliaia di migranti si trovano ormai da tempo nel territorio inospitale al confine tra Polonia e Bielorussia. Essi sono diventati lo strumento di protesta da parte della Bielorussia a fronte delle misure restrittive attuate nei suoi riguardi dall’Unione Europea da qualche anno a questa parte. La Polonia, da parte sua, ha dichiarato lo stato di emergenza nel tentativo di giustificare la negazione del diritto di asilo ai migranti che si trovano alle sue frontiere, tratto fondamentale degli Stati di Diritto che appartengono all’UE. Il risultato è la morte di persone, esseri umani, che con questo scontro non hanno nulla a che fare. Ce ne parla la nostra redattrice @em.agli nel suo nuovo articolo.

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I migranti nella terra di nessuno: la crisi migratoria al confine tra Bielorussia ed Unione Europea

I rapporti tra Unione Europea e Bielorussia sono ai ferri corti da più di un anno oramai e l’ultima mossa di Lukashenko non sta certo migliorando la situazione. Da qualche mese il governo bielorusso attrae con l’inganno migranti da tutto il Medio Oriente, promettendo loro di poter entrare facilmente all’interno dell’Unione Europea. In realtà le frontiere sono chiuse e i migranti rimangono ammassati in condizioni precarie ai confini con Polonia, Lituania e Lettonia, nella terra di nessuno. Ce ne parla Marta Fornacini nel suo nuovo articolo.

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