di Giulia Bobba
C’è una notte all’anno in cui tutto è concesso, tutto si sveglia, tutto è più vivo. Una manciata di minuti che in quella notte rendono il tempo un po’ più lento e si ha quasi l’illusione di poterlo toccare, sentire quegli attimi che scivolano tra le dita e, se abbiamo i riflessi abbastanza pronti, possiamo quasi afferrarli. Un lasso di tempo empirico, metafisico, astratto. Ci sorprendiamo a vivere i secondi che separano un anno dall’altro come se tutto potesse finire in quel momento. O iniziare. In un battito d’ali.
È capodanno.
La fine di un tempo, l’inizio di un altro. Come un evento imperdibile, irripetibile, che però si rinnova ogni anno. Quell’attimo in cui tutto è permesso, perché è un po’ come se non esistesse…un buco nero tra due mondi, un lampo che scompare come se non fosse mai arrivato, una frazione di secondo che cadrà nell’oblio, quel frammento di tempo che intercorre tra la fine di un anno e l’inizio di un altro. Come se non fosse mai accaduto. Quell’attimo in cui l’orologio indugia un po’ di più, prima di scoccare la mezzanotte, come se sapesse cosa lo aspetta. Un respiro profondo, un battito di ciglia, l’accenno di un sorriso, una goccia di spumante che cade, il bicchiere che si riempie, una lacrima nostalgica, un ultimo silenzio… Clock… Il rumore.
Grida, applausi, brindisi, auguri gridati dalla finestra, clacson suonati nel freddo di dicembre, un bambino che piange, la mamma che ride, il bicchiere che cade, un bottiglia stappata, un cane che abbaia, un fuoco d’artificio che scintilla sul panno blu del cielo notturno.
Tutto risuona di quell’euforia temporanea che passerà, come tutto, al prossimo risveglio. È una notte come un’altra, ma la sentiamo più vera, perché bisogna festeggiare. Siamo un anno più vecchi, un anno più esperti di una vita bugiarda. Ogni volta celebriamo questo mezzo secondo in cui l’orologio indugia sulla mezzanotte e ci facciamo promesse improbabili su ciò che faremo il prossimo anno. Promesse mai mantenute, quasi sempre dimenticate, quasi sempre ignorate. Non ricordo nemmeno quali fossero le mie alla mezzanotte dell’anno scorso. Ma sono quasi certa di non averne mantenuta nessuna. Che senso avrebbe mantenerle? Dovrei inventarne di nuove ogni anno.
Dall’Australia alle Hawaii, passando per Tokyo e Hong Kong, sorvolando Mosca, in groppa a un cammello in Arabia, sulle rive del Nilo in Egitto, in barca a vela nel Mediterraneo, navigando sul Tamigi, o in gondola a Venezia, passeggiando tra i luccichii di Parigi, in una corsa sfrenata per le calli di Barcellona, o nei prati irlandesi, ammirando le rovine dei mondi passati, sfuggendo a quel rintocco su un aereo, nella direzione opposta, a mille passi sull’Atlantico, atterrando a New York, a 100 all’ora in moto sulla route 66, nel sole di Miami, a cavallo per Austin, sul tram di San Francisco, tra le foreste del Canada, o nella neve dell’Alaska. Circumnavigando il sud America, zaino in spalla, tra Messico, Perù e Brasile, fino agli angoli più remoti del pianeta, dove la natura ancora regna sovrana, dove nessun orologio suonerà i rintocchi della mezzanotte e il ciclo della vita continuerà, sereno e naturale, ignaro di ogni festeggiamento. Ovunque si celebra l’arrivo del nuovo anno, anche se non per tutti i popoli è il 1° gennaio.
Il capodanno lunare cinese cade in corrispondenza del novilunio tra il 21 gennaio e il 19 febbraio e viene festeggiato in Cina, Giappone, Corea, Mongolia, Nepal e Bhutan.
Il capodanno islamico ricorre il primo giorno del mese di Muharram e può corrispondere a qualsiasi periodo dell’anno gregoriano. Il capodanno tibetano cade tra gennaio e marzo; in Iran il Norouz coincide con l’equinozio di primavera (21 marzo); il Songran in Thailandia, Cambogia, Birmania e Bengala si festeggia tra il 13 e il 15 aprile, in occasione del cambiamento di posizione del sole nell’anello dello zodiaco; il capodanno ebraico, Rosh haShana, ricorre nel mese di settembre.
Un po’ come Cenerentola, che a mezzanotte scappando perse la scarpetta, così un atollo dell’Oceano Pacifico, appartenente alle Kiribati in Oceania, l’Isola Caroline o Millennium Island, varcherà per prima la soglia del 2015 allo scoccar dell’orologio, fuggendo dall’ultimo attimo del vecchio anno.
Avrà da lì inizio una reazione a catena di giochi pirotecnici e festeggiamenti in ogni parte del mondo, fino alle Hawaii, le ultime a brindare al nuovo anno, insieme all’Alaska; e sarà come un enorme domino, la cui prima tessera cade per mano del Tempo, che si diverte a guardar divampare, un fuoco dietro l’altro, l’incendio di follia che dominerà quella notte che durerà un secondo, o forse un anno.
fonti: http://news.leonardo.it/capodanno-nel-mondo-orari-dalle-kiribati-alle-hawaii-24-ore-per-brindare-al-2014/
Pubblicato da giuliabobba
Intraprendente, estroversa, divertente, permalosa, solare, grintosa, ambiziosa, disordinata, impulsiva, emotiva, perfezionista, autoritaria, incostante, vanitosa, drammatica, sognatrice, romantica. Questi sono solo alcuni aggettivi che possono descrivermi. Sono una persona complicata ed eccentrica. Sono la pigrizia in persona ma amo avere mille cose da fare segnate sull’agenda (si, l’agenda, quella di carta. Non me ne separo mai). Sono tutto e il contrario di tutto, una contraddizione in termini ambulante.
Mi ritengono matura per i miei 20 anni, ma io, più che altro, mi reputo diversa. Sono stata educata “all’antica” ed ho avuto la possibilità di capire ed apprezzare molte cose (a differenza di altri miei coetanei) grazie a questo indirizzo formativo familiare, ma anche grazie alle esperienze che ho vissuto. Penso di poter vantare uno spiccato spirito critico ed una grande forza d’animo. Ho la brutta abitudine di contare su me stessa in tutto e per tutto e trovo difficile fare affidamento sugl’altri proprio a causa della mia indole autoritaria ed un tantino egocentrica. Mi piace fare il capo, data la mia attitudine alla leadership, ma preferisco essere un capo democratico, perché non sopporterei un “ammutinamento”.
La mia voglia di indipendenza mi ha portata ad affrontare una lunga esperienza negli Stati Uniti, tra i 17 e i 19 anni, durante i quali mi sono diplomata in Illinois ed ho frequentato un bimestre nell’Università di Edwardsville, Illinois, studiando lingue.
I miei anni in America sono stati per me, fino ad ora, i più importanti e formativi sia in campo scolastico ma, per lo più, in ambito personale e devo dire grazie ai miei genitori per questa opportunità, ma soprattutto, come sempre, a me stessa, per essere stata in grado di affrontarli al massimo delle mie capacità, nonostante varie difficoltà ed ostacoli. I miei ricordi più cari sono tuttora legati a quel periodo.
Dopo il mio ritorno in patria ho terminato nei tempi canonici il liceo linguistico, (diplomandomi alla faccia di chi diceva che non ce l’avrei mai fatta),e nel 2013 ho iniziato a frequentare il corso di laurea in mediazione linguistica presso l’Università di Torino. Non vado pazza per gli studi che ho scelto, anche a causa di problematiche legate alla gestione dell’Univeristà e al fatto che detesto studiare argomenti che non mi interessano. Inoltre ho una soglia dell’attenzione molto bassa e mi annoio troppo facilmente, tanto da addormentarmi a lezione (motivo per cui non frequento quasi nessun corso).
Per ora mi accontento di laurearmi il prima possibile e continuare per la mia strada, che spero mi porterà molto lontano, possibilmente all’estero, e chissà, sta volta, in quali vesti.
Sono molto flessibile in ambito professionale. Le mie aspirazioni sono ampie e la mia ambizione è in continua crescita, per questo ho difficoltà a prefissarmi un traguardo unico e non riesco a decidere cosa voglio fare “da grande”. Però il mio sogno (uno dei tanti, ma questo è quello più lungamente cogitato) è di diventare wedding planner ed event manager, aprire una mia agenzia in una grande città ed organizzare eventi e matrimoni di alto livello.
Certo è che, guardando al futuro, mi vedo innanzi tutto come una donna in carriera, ma non a scapito della vita privata.
Nonostante tutto, sono una sognatrice compulsiva, spesso con la testa fra le nuvole, distratta e incostante. Amo l’amore, ma penso che lui non ami me. Se mi chiedessero che favola Disney potrei essere, risponderei dicendo Cenerentola, anche se sarei una Cenerentola che, al principe, la scarpetta l’ha tirata in fronte.
Ho la passione per il lusso, lo shopping, la moda e tutto ciò che riguarda le dolci frivolezze femminili, ma spesso passo le mie giornate in pigiama, coi capelli sfatti e il viso segnato dalle occhiaie.
Sono una di quelle che “sì, l’aspetto conta e la prima impressione è fondamentale; ma ancora di più lo è ciò che siamo dentro.”
Amo leggere, scrivere, disegnare, cantare, ballare, guardare film di ogni genere; amo i negozi di arredamento e la creatività manuale, l’arte mi affascina ma sono troppo pigra per seguirla o andare in giro per musei. Adoro il cioccolato e la cucina è uno dei miei (innumerevoli e ingestibili) hobby. I cani sono i miei animali preferiti, senza distinzioni tra razze; sono animalista e ambientalista al punto giusto. Odio gli sprechi e le persone vuote, vittimiste e pessimiste. L’ottimismo è uno dei miei pregi migliori. Mi piace parlare e stare a contatto con la gente. Ho adorato il periodo in cui facevo la barista in un pub della mia città, proprio perché mi dava modo di farlo continuamente.
Senza dubbio viaggiare è la cosa che più mi appaga e mi rende felice al mondo. Credo che ogni viaggio, lungo o breve, e per qualsiasi motivazione, sia l’esperienza che maggiormente arricchisce la mente umana e ci faccia capire quanto c’è da scoprire intorno a noi. Ci fa sentire grandi, parti di qualcosa, ma, allo stesso tempo, troppo piccoli e insignificanti per avere qualsiasi importanza in un disegno più ampio.
Attualmente faccio parte del Leo Club, un’associazione internazionale di beneficenza, e ne vado fiera. Nel tempo libero faccio l’insegnate privata di inglese e materie umanistiche, e i “miei bambini” mi danno le più grandi soddisfazioni.
Sono una dei “veterani” di The Password e sono orgogliosa di fare parte di questo progetto e dei suoi sviluppi. Ho sempre voluto avere la possibilità di scrivere e pubblicare ciò che penso e farlo all’interno di un progetto così ambizioso, gestito da giovani, direi che è una grande opportunità.
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Since I feel like English is almost my mother tongue in some ways... I add another version of the above self presentation, in English.
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About me...
...there would be a lot to say... but...in synthesis
I live in Piedomont, Italy, I love reading books, music, cinema, art, and I have a passionate admiration for weddings. I want to become a wedding planner and event manager.
I have lived in Illinois, USA, for over a year and I remember that as the most important and life-changing experience of my life.
I love tattoos, Christmas and every american festivity, I am a fashion fan and I like everything connected to beauty and style.
I study languages at Univeristy of Turin and I write for "The Password", an online blog/news paper about culture and arts. I teach English and I am member of the Leo Club Interational of Santhià.
I am exteremely outgoing and I enjoy spending time with friends. I am also a solitary person when needed and I feel comfortable with that. I'm a leader-oriented person, I like being the boss, but I try not to be too bossy.
I am very lazy, but I love having many things to do and keep myself busy in projects and events.
I am everything and all the opposite of it.
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