Abbiamo sentito tante critiche, tanti commenti e molte aspettative su questa Esposizione Universale, ora dopo una visita durata dall’apertura alla chiusura possiamo anche giudicare.
Certamente dobbiamo ignorare completamente la presenza degli stand di McDonald’s, che definire fuori luogo pare riduttivo, ma fatto ciò ci si può avventurare lungo un interessante ed anche stupefacente percorso.
La divisione dei padiglioni è di tipo tematica e nazionale, tra i tematici trovano posto quelli dedicati ai cereali, alle colture delle isole, delle zone montuose, il supermercato del futuro, l’agricoltura nelle zone aride ed il padiglione zero dell’ONU.
Ma le attrazioni maggiori sono rappresentate dai padiglioni nazionali: spettacolari, appariscenti ed eccentrici attirano i visitatori in primis con gli occhi per invitarli a scoprire cos’altro possano nascondere.
Il padiglione tedesco si aggiudica certamente un premio per l’innovazione eco-tecnologica, con la consegna all’ingresso di un pad cartaceo con il quale interagire con i contenuti multimediali, si viene inseriti e ci si sente molto coinvolti passeggiando nell’area espositiva tedesca, strutturata per l’apprendimento di adulti e bambini in merito a tutto ciò che possa essere ecologia. Nell’ultima aorte della visita si viene coinvolti in un mini concerto di beatbox e chitarra ad opera di due artisti tedeschi.
Sorprendenti alcuni padiglioni, che forse molti avranno sottovalutato, come quello del Marocco, che offre un particolare viaggio diviso in zone climatiche ed agricole del paese, fornendo una vera e propria esperienza sensoriale del Marocco; o come il padiglione del Sultanato dell’Oman, dall’aspetto architettonico tradizionale, ma la cui esposizione sull’acqua e sul suo utilizzo nel sultanato lascia piacevolmente stupiti.
Altrettanto divertenti ed educativi: la tecnologia incontra e si fonde con la tradizione in Qatar, dove il profumo di fiori e caffè accompagna i visitatori; la cultura indonesiana, invece, si lascia scoprire sia dalle sue bambole teatrali tradizionali, che dai tour virtuali in elicottero che mostrano i paesaggi più suggestivi.
Potete scoprire innovazioni tecnologiche incredibili come le Ecocapsule slovacche, unità abitative per singoli energicamente autosufficienti, o l’automobile che diventa aereo,sempre nel padiglione slovacco.
Potete immergervi nei profumi e nei ritmi sudamericani, con un occhio al nostro passato di emigrati in Argentina, e scoprire l’immensa biodiversità dell’Ecuador.
O magari passeggiare in un mercatino olandese stuzzicando qualche assaggino di formaggio.
Restare stupefatti dalla bellezza del padiglione dell’Azerbaijan, dalla foresta austriaca e dalle opere d’arte in mostra al padiglione rumeno.
Bisogna ammettere che camminando lungo il Decumano, capiti spesso di fermarsi a pensare “Ma quanti paesi ci sono?”, ma un’iniziativa simpatica può aiutare a tenere il conto: è possibile acquistare un passaporto EXPO (5 euro) in cui collezionare i timbri di ogni paese chiedendo agli operatori di aiutarvi a completare l’elenco.
Ognuno degli spazi espositivi è corredato di annesso ristorante dove sperimentare e gustare sapori che vi incuriosiscono o che forse non pensavate di provare.
Certamente bisogna ammettere che il prezzo non sia proprio economico, ma ricordatevi anche che siete all’Expo e per quanto gli sponsor ci facciano dubitare, il tema è “Nutrire il pianeta”.
Se i ristoranti vi sembrano comunque poco accessibili, vi sono anche dei piccoli stand internazionali in cui rifocillarsi a prezzi più accettabili.
Imperdibile è lo spettacolo serale sotto l’Albero della Vita, illuminato da luci sgargianti a ritmo di musica, che varia dalla classica a ritmi più contemporanei, e che si conclude con alcuni fuochi d’artificio.
Insomma, la conclusione ideale per una giornata all’Expo. Se poi siete amanti del Cirque du Soleil, ogni sera è possibile assistere ad uno spettacolo nell’arena costruita apposta intitolato Alla Vita (costo del biglietto a partire da 30 euro, oltre al biglietto Expo).
Ad ogni modo, all’infuori di tutte le giuste e fondate polemiche che lo accompagnano, l’Expo è un’occasione, un’opportunità di contatto e di conoscenza che non andrebbe proprio sprecata.
Cecilia Marangon

