Quella sera a Roma era caldo: il caso Omerovic

Quando il 25 luglio 2022 Hasib Omerovic è caduto dalla finestra di casa sua, nel quartiere romano di Primavalle, nell’appartamento con lui c’erano sua sorella Sonita e quattro agenti di polizia. I quattro hanno agito senza un mandato, in borghese, pare dopo alcune segnalazioni informali di comportamenti molesti dell’uomo nei confronti di ragazze della zona, e secondo il gip – che ha disposto per uno di loro, Andrea Pellegrini, la custodia cautelare con l’accusa di tortura – hanno procurato a Omerovic “un verificabile trauma psichico”, in seguito al quale questo si sarebbe buttato dalla finestra.

Sonita, però, ha sempre sostenuto una versione diversa, cioè che gli agenti avessero preso per i piedi suo fratello, dopo averlo picchiato, e lo avessero scaraventato giù. E ora Hasib, dimesso dopo più di sei mesi di ricovero ospedaliero, ha affermato lo stesso di fronte agli inquirenti.

Su quanto avvenuto prima della caduta, invece, la versione di Sonita e Hasib e quella di uno dei poliziotti presenti, Fabrizio Ferrari, una delle fonti su cui si basa l’accusa del gip, sono speculari: gli agenti si sarebbero fatti aprire la porta dell’appartamento e immediatamente Andrea Pellegrini – la cui difesa si è basata prima sull’affermare che Omerovic si fosse gettato quando gli agenti erano già fuori dal palazzo e poi sull’accusare il collega Ferrari di essere stato l’agente più vicino all’uomo al momento della caduta – si sarebbe gettato su Hasib, trentaseienne di etnia rom sordo dalla nascita, davanti alla sorella, di pochi anni più giovane e con una disabilità cognitiva, colpendolo con due schiaffi al viso. Poi le urla “non ti azzardare più a fare quelle cose”, “non scattare mai più foto a quella ragazzina”, e Pellegrini che trova un coltello in cucina e torna nella stanza brandendolo. A questo evento sarebbero seguiti la fuga di Omerovic in un’altra stanza, la chiusura a chiave della porta, e lo sfondamento di questa da parte di Pellegrini, che avrebbe poi legato le mani dell’uomo con un cavo elettrico strappato da un ventilatore e lo avrebbe minacciato con il coltello. 

Qui i racconti si biforcano, ma è difficile ignorare le parole della vittima, espresse in lingua dei segni in procura e tradotte da due interpreti: “Sono stato scaraventato giù”.

Nella stanza saranno trovati un manico di scopa spezzato, un termosifone divelto, macchie di sangue sulle lenzuola.

Hasib, precipitato nel cortile, viene ricoverato in pericolo di vita al policlinico “Gemelli”, ma al telefono con i suoi genitori, avvisati da una vicina di casa dell’accaduto, i poliziotti affermano che abbia solo un braccio rotto. Nel frattempo compilano una relazione di servizio valsa loro l’accusa di falso ideologico e si inviano messaggi su Whatsapp in cui parlano di “pararsi il culo da un’ondata di merda”.

Ondata che è arrivata quando, più di un mese dopo gli eventi, il caso è stato reso noto con una conferenza stampa alla Camera dei Deputati organizzata dall’onorevole Riccardo Magi, alla presenza dei famigliari di Omerovic, dei loro avvocati e di Carlo Stasolla, portavoce dell’associazione 21 Luglio (che ha tra i suoi campi di azione anche il supporto alle comunità rom). Magi, presidente di +Europa, ha anche presentato due interrogazioni parlamentari all’allora ministra dell’interno Luciana Lamorgese.

Proprio le attenzioni date dall’opinione pubblica e dalla stampa al caso hanno portato, a suo dire, il poliziotto pentito Fabrizio Ferrari a parlare, a dicembre: è stata la prima importante svolta nel percorso tortuoso verso la verità. La seconda, fondamentale, è avvenuta pochi giorni fa, quando Omerovic ha finalmente potuto raccontare ciò che gli è successo.

Un caso ancora aperto, dunque, che nella sua tragicità evidenzia nuovamente un problema delle nostre forze dell’ordine con l’uso della violenza e il rispetto della legalità. Tuttavia, come ha fatto notare Ilaria Cucchi, il fenomeno sta evolvendosi in modo anomalo, per via della rottura da parte di Ferrari di quel muro di omertà che molte altre volte ha protetto più a lungo i colpevoli di azioni simili. 

Virginia Platini

Crediti immagine di copertina: https://www.ilriformista.it/calci-e-pugni-poi-mi-hanno-buttato-giu-il-racconto-di-hasib-omerovic-342709/

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