Penelope, moglie infedele: varianti del mito

Spesso ci viene da sorridere leggendo l’Odissea e pensando alla povera Penelope, moglie fedelissima, in preda alla disperazione e alla tristezza mentre attende il ritorno di un marito – noi penseremmo oggi — sì valoroso, ma tutt’altro che fedele.

Già a partire dal I sec. d.C. le Fabulae di Igino rappresentano Penelope come la moglie ideale, devota, rispettosa, sempre fedele al marito e mai disponibile agli apprezzamenti dei pretendenti.

Tuttavia, esistono alcune varianti mitiche, riportate in un riassunto del IV libro della Biblioteca dello Pseudo-Apollodoro di Atene, che ci illustrano, oltre a un eroe un po’ distratto dai suoi doveri coniugali, una moglie che, stanca di dover aspettare si abbandona nelle braccia di uno, o forse più d’uno, dei Proci.

Penelope e Antinoo

Alcuni dicono che Penelope sia stata sedotta da Antinoo, che sia stata mandata via da Odisseo presso il padre Icario, e che, una volta giunta a Mantinea in Arcadia, abbia generato Pan da Ermes.

Pseudo-Apollodoro di Atene, Epitome, VII, 38

L’epitome, ovvero il compendio, del IV libro (i cui contenuti ci sono giunti solo grazie a questo riassunto) della Biblioteca riporta una versione del mito sulla fedeltà di Penelope leggermente differente dal pensiero comune. Ebbene sì: Penelope non sarebbe stata, a tutti gli effetti, una moglie fedele… o meglio, solo secondo alcuni!

Nota a tutti noi come sposa devota di Odisseo, sempre intenta di giorno a tessere la tela e di notte a disfarla, nel VII libro dell’Epitome, al capitolo 38, la regina di Itaca è oggetto di maldicenze. Viene, infatti, descritta sotto un’altra luce, forse un po’ meno lodevole rispetto a quanto siamo abituati. Secondo alcuni, come riporta l’autore, Penelope sarebbe stata addirittura sedotta da uno dei Proci, Antinoo.

Costui è, come raccontato nell’Odissea, il capo dei pretendenti al trono ed è lo stesso che, una volta arrivato Odisseo alla reggia sotto mentite spoglie di mendicante, lo maltratta e gli nega l’ospitalità, infrangendo una delle regole più importanti della cultura greca.

Una volta smascheratosi, Odisseo impugna l’arco e uccide con la prima freccia scoccata proprio Antinoo e, subito dopo, decide di restituire la moglie Penelope al padre Icario, mandandola nella città di Mantinea. La seconda parte del paragrafo ci informa, inoltre, che qui, sempre secondo una variante mitica minore, Penelope avrebbe dato alla luce Pan, generato dal dio Ermes.

Penelope e Anfinomo

Altri dicono che, sedotta da Anfinomo, sia stata uccisa dallo stesso Odisseo: dicono, infatti, che sia stata uccisa da questo.

Pseudo-Apollodoro, Epitome, VII, 39

Il capitolo successivo dell’Epitome riporta, invece, un’altra tradizione ancora del mito, in cui Penelope — dicono “altri ancora” — è stata sedotta da uno dei Proci, questa volta di nome Anfinomo, un personaggio particolare, dotato di bell’aspetto e animo per così dire nobile, nonostante, in quanto uno dei Proci, mirasse anch’egli al trono di Itaca.

In questa variante del racconto, dopo aver ucciso tutti i pretendenti e riportato l’ordine nel suo palazzo, Odisseo si scaglia contro la consorte, togliendole la vita e vendicando, così, la sua infedeltà.

Conclusione

Tralasciando la riflessione importante su chi dei due coniugi fosse veramente il traditore e il tradito (questo interessa forse poco), è interessante fermarsi a riflettere su come non esista una sola ed unica versione del mito, ma, al contrario, un bacino piuttosto ricco di varianti, anche molto distanti dal finale dell’Odissea.

Nicola Gautero

Crediti immagine di copertina: @mito.pedia on Instagram

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