Musica e arte: un binomio che esiste fin dall’antichità. Arie, melodie, composizioni, ma anche quadri, sculture, architetture sono sempre state lo specchio della società in cui sono nate. Lo specchio di un periodo storico ma anche di una determinata mentalità. Per secoli l’arte ha cercato di rappresentare e raccontare la musica così come la musica ha cercato di incarnare un determinato spirito artistico. Le due discipline si sono intrecciate e hanno unito molto spesso anche le vite dei loro artefici. Nell’aprile del 1917 Igor Stravinsky incontrò Pablo Picasso. I due diventarono ben presto amici e collaborarono in vari progetti artistici, rivoluzionando la storia dell’arte e della musica, portando all’apice lo scontro novecentesco tra tradizione e modernità. Perché come scrisse un critico musicale sul Toronto Globe and Mail alla morte del compositore russo: “ Stravinsky fu per la musica quello che Picasso fu per l’arte.”
Igor Stravinsky, compositore e direttore d’orchestra russo naturalizzato francese, ebbe un’educazione accademica ma si distaccò presto dai canoni del suo tempo, creando uno stile sfaccettato e originale. Allo stesso modo Picasso si distaccò dallo stile pittorico delle accademie d’arte, creandone uno innovativo a partire da Les demoiselles d’Avignon del 1907, con cui comincerà una delle grandi avanguardie del Novecento, il cubismo.
I due si conobbero in Italia, a Napoli, durante la Prima Guerra Mondiale, nell’aprile del 1917. Diventarono subito amici, immergendosi a pieno nel clima popolaresco e vivace della città. Due anni dopo, nel 1919, l’impresario teatrale Sergej Pavlovic Diaghilev, che proprio a Napoli aveva ritrovato manoscritti settecenteschi di commedie con protagonista Pulcinella, decise di realizzarne un balletto e commissionò le musiche a Stravinsky, invitandolo a trarre ispirazione da frammenti di opere incompiute di Pergolesi, compositore di spicco dell’epoca barocca. Fu proprio per Pulcinella che il compositore russo richiese la collaborazione di Picasso per la scenografia e i costumi. Fu così che nel 1920 venne messa in scena Pulcinella, in cui la musica vorticosa di Stravinsky si unì all’inconfondibile arte di Picasso.
Il balletto diede inizio al periodo neoclassico di Stravinsky, un ritorno alla perfezione della musica antica, che segue il periodo russo delle prime composizioni. Allo stesso modo Picasso si allontanò dall’avanguardismo per tornare anch’egli all’ordine e alle proporzioni classiche. Pulcinella segna il punto d’incontro tra la musica del primo e l’arte del secondo, un percorso comune che poi separerà (artisticamente parlando) i due artisti. Mentre per Picasso il neoclassicismo non sarà altro che una fase, per Stravinsky diventerà il periodo centrale e più significativo della sua sperimentazione da compositore.
Stravinsky e Picasso hanno segnato un nuovo punto d’inizio attraverso la destrutturazione della realtà e delle apparenze offrendo una nuova “purezza” della musica e dell’arte. Il cubismo è un’arte che dialoga con le forme, in cui, una volta che le forme vengono create, queste assumono vita propria. Sono forme geometriche, spigolose, sovrapposte che creano qualcosa di nuovo, un significato che va al di là della realtà che percepiamo. Ugualmente Stravinsky costruisce la musica attraverso la contrapposizione di timbri melodici e armonici, vorticosi e aspri.
Da una parte una musica e un’arte che esprimono la loro essenza distaccandosi dalla realtà e dall’emotività. Dall’altra un compositore e un pittore che durante un viaggio in Italia riscoprono se stessi attraverso un’amicizia profonda.
Lorenza Re
Crediti immagine di copertina: https://www.radiocittaperta.it/musica/picasso-e-stravinsky-due-icone-del-novecento-insieme-per-pulcinella/
