Smart-working. Quanto se ne sente parlare oggigiorno? La pandemia ha avuto come conseguenza un incremento significativo di questo modus operandi: un lavoro che “si fa da casa”, o, per meglio dire, fuori dal classico ambiente d’ufficio. Una rivoluzione rispetto a quattro anni fa, quando le parole “smart-working” indicavano qualcosa di estremamente futuristico, ancora da sperimentare. Oggi è a tutti gli effetti una realtà, con tutti i benefici che comporta. E con i difetti. Quante volte è infatti capitato che un bimbo entrasse correndo in una stanza dove il genitore stava svolgendo un meeting online di lavoro? Uscendo dall’ambito lavorativo ed entrando in quello universitario: quante volte non siamo riusciti a studiare per colpa di un vicino rumoroso, di un cantiere, di fratelli, sorelle o parenti che interrompevano la concentrazione?
È da qui che nasce Travaj, il primo coworking completamente automatizzato e aperto 24/7, inaugurato il 23 giugno nella sua prima sede “Travaj San Salvario”, proprio dietro Piazza Madama Cristina. Dodici sono le postazioni da scegliere tra scrivania, ufficio e sala riunioni per 4 persone. Posti che sono prenotabili a ore singole, o per un’intera giornata, o a settimana o anche mensilmente. Nello spazio Travaj è collocato stabilmente anche il Wi-fi, a disposizione per tutta la durata della prenotazione, attraverso cui ci si può collegare a schermi interattivi e alle stampanti. Travaj soddisfa ogni necessità.
Tre sono i soci fondatori di questa nuova start-up tutta torinese: Dario Cutaia, Guido Barberis e Serena Sciolla. Il loro obiettivo è ambizioso: aiutare i clienti ad arrivare ad una work life balance, un bilanciamento adeguato tra il proprio tempo professionale e quello privato. “Travaj vuole diventare una comunità – racconta Serena. Per questo Travaj è una nuova frontiera del lavoro fuori dalle mura domestiche che lascia spazio a modalità smart, sostenibili, creative della gestione del tempo e dello spazio. La parola d’ordine è poliedricità: “L’idea era quella di giocare con ironia – commenta Barberis – sul contrasto tra un dialetto che richiama il passato e un mondo, quello presente, sempre più orientato al futuro. Travaj mira ad essere un ponte che renda accessibile a chiunque l’innovazione, perché si può essere innovativi anche con la tradizione”. Un’esperienza in totale autonomia: lo spazio di questo coworking è completamente automatizzato, il che significa che non ci sono proprietario o dipendenti che accolgono o aiutano gli user, ma tutto è organizzato in modo che i fruitori possano gestirsi in autonomia. Basta scaricare l’app “Travaj” e attraverso di lei si possono non solo effettuare e pagare le prenotazioni alle varie postazioni, ma arriva anche il codice di sblocco della porta d’entrata e si ha l’assistenza clienti. “Partiti da Torino confidiamo che Travaj sia presto replicabile in altre sedi cittadine, collocate in zone strategiche e facilmente accessibili. E poi senz’altro in altre città italiane – dice Cutaia. – Affinché Travaj possa essere una costante sicura e affidabile per il lavoro di tutti. Abbiamo l’ambizione di creare e condividere una rete di uffici nella sostanziale ed esclusiva disponibilità degli utenti, accessibile a tutti, sempre.”
Un ambiente che attira anche l’occhio: la realizzazione dello spazio è avvenuta grazie alla collaborazione tra l’architetto Alex Cepernich e i visual artist Truly Design Studio, generando un’opera dal concept unico: “Abbiamo voluto immaginare un concept” – riflette Cepernich – “all’interno del quale l’esagono venisse inteso come elemento primo del sistema natura, richiamo all’operosità̀ dell’ape e alla produzione avanzata nell’ industria e dei servizi tecnologici”. Ecco l’esagono anamorfico, che si vede appena varcata la soglia. Il giallo e il nero delle api che si alternano tra le postazioni e gli arredi dai volumi architettonici che creano una scenografia diffusa e irregolare.
L’inaugurazione dello spazio è avvenuta in collaborazione con i Torino Digital Days, festival torinese del digitale arrivato a maggio alla sua quarta edizione. “Travajando con l’AI” è stata la temporary exhibition, realizzata negli spazi di Travaj san Salvario, che ha coinvolto 8 agenzie creative torinesi. Biancotangerine, Btrees, Blank Spaces, Creo Studio, Fightbean, Panama, Spin-to e Tandù hanno creato otto opere d’arte NFT realizzate usando le nuove intelligenze artificiali. La mostra ha avuto diversi obiettivi: celebrare ovviamente l’apertura di Travaj San Salvario e coinvolgere attivamente le persone con un’esperienza immersiva che racconti l’intersezione tra lavoro, creatività e tecnologia. Dopo essere state presentate al pubblico, le opere d’arte digitali NFT, sono state battute all’asta e l’intero ricavato è stato devoluto alla Protezione Civile dell’Emilia Romagna.

Rachele Crosetti
