Hanya Yanagihara con il suo Una vita come tante, in originale A little life ed edito in Italia da Sellerio, ha conquistato non solo lettori di tutto il mondo ma anche qualsiasi social dedicato ai libri. Che fosse Tiktok o Instagram poco importava: nel corso del 2022 questo romanzo ha spopolato su tutte le piattaforme dedicate agli appassionati di lettura e nonostante l’autrice abbia già pubblicato un altro romanzo, Una vita come tante continua ancora a far parlare di sé. Tuttavia, nonostante il grande successo e la sua vastissima diffusione, questo romanzo non è assolutamente un libro per tutti.
Una vita come tante si apre raccontando l’amicizia tra quattro ragazzi molto diversi tra loro che si sono incontrati al college e che hanno mantenuto poi il loro legame una volta terminati gli studi. Ci sono Willem, bellissimo e gentile, che sogna di fare l’attore, JB, molto ambizioso e a volte crudele, che cerca di sfondare nel mondo dell’arte, Malcom, che studia architettura, e infine Jude, che frequenta la facoltà di legge per diventare un avvocato. È proprio Jude a essere il centro di gravità del gruppo, il collante che li tiene assieme.
Nella prima parte del libro conosciamo il background dei quattro amici, escluso quello di Jude. Jude è molto riservato, parla poco del suo passato e ha un problema alle gambe e alla schiena che gli impediscono di camminare e muoversi normalmente. Ai suoi amici ha detto che si è trattato di un incidente in macchina, ma solo lui conosce la verità. Progressivamente il focus della narrazione si sposta su Jude, che diventa il vero protagonista della storia.
Nel corso del romanzo veniamo pian piano a conoscenza del suo passato, un passato torbido, oscuro e soprattutto pieno di dolore e sofferenza. Il passato è qualcosa con cui Jude deve fare i conti continuamente e che il fisico gli ricorda costantemente. Tutto il romanzo ci racconta la sua vita, una vita fatta di dolore, tantissimo dolore, che l’autrice riesce a rendere in maniera molto chiara e allo stesso tempo estremamente vivida. La storia di Jude diventa un vero e proprio viaggio nella crudeltà umana, su quanto si possa continuamente oscillare tra speranza e distruzione, tra il desiderio di sognare un futuro migliore e la disperazione di non potercela fare.
Sono proprio queste pagine a non essere adatte a tutti i lettori: ci sono scene molto forti, descrizioni molto vivide, tanta violenza. L’autrice non risparmia nulla al lettore: fino in fondo descrive le atrocità che ha vissuto Jude, le difficoltà che ha dovuto attraversare e le prove al limite della sopportazione che la vita gli ha messo davanti, non soltanto nel suo passato travagliato ma anche nel presente, che continua a essere pieno di difficoltà e di momenti in cui la forza di volontà di Jude sembra non bastare mai.
Ecco perché quando si parla di Una vita come tante spesso lo si definisce proprio come un romanzo molto toccante, pieno di dolore e non adatto a tutti. Se siete particolarmente sensibili o impressionabili, questo libro potrebbe forse essere davvero troppo per voi.
Però, vedere Una vita come tante semplicemente come un romanzo molto doloroso andrebbe a sminuire la grandezza di questo libro. L’autrice non ci fa solo attingere a piene mani nella sofferenza di Jude, ma ci regala anche uno straordinario viaggio attraverso le emozioni: c’è dolore, tantissimo dolore, rabbia, odio e frustrazione, ma c’è anche amore declinato in tutte le sue forme, dall’amore della relazione all’amore terapeutico dell’amicizia. Ci sono il coraggio, la lealtà, la voglia di riscatto, di rinascita, di libertà, continuamente in tensione e in lotta con la disperazione che invece spinge Jude verso il baratro dell’autodistruzione.
Insomma, Una vita come tante è un viaggio straordinario di oltre mille pagine che vi porterà alla scoperta di tutte le sfaccettature non solo della sofferenza e del dolore ma soprattutto dell’amore, dell’amicizia e del loro potere terapeutico.
Irene Rolando
crediti immagine di copertina: @libriccino on Instagram
