L’NBA (National Basketball Association) è la più importante lega sportiva cestistica del mondo, e da poche settimane è iniziata la nuova stagione del campionato, che si preannuncia essere ricca di intrattenimento e di sorprese. Qui di seguito i giocatori e le squadre più rilevanti dell’edizione 2023/2024, che si svolgerà come ogni anno da ottobre ad aprile.
Storie da seguire in questa stagione
Lebron James, i Lakers e Padre Tempo
È ufficiale: con il ritiro di Udonis Haslem e Andre Iguodala, LeBron James, uno dei cestisti più forti di tutti i tempi — se non il migliore in assoluto, secondo alcuni il GOAT, Greatest of all Times — è il più anziano giocatore NBA in attività. Nonostante una longevità sorprendente — ha 38 anni e ha appena iniziato la 21a stagione — la sua carriera sta volgendo al termine; già l’anno scorso, dopo l’eliminazione dai play-off, aveva accennato alla possibilità del ritiro, forse più per frustrazione che per reale convinzione. Nelle stagioni che ancora gli rimangono da giocare in NBA, serve che LeBron e la sua squadra, i Los Angeles Lakers, sappiano gestire adeguatamente il suo sforzo fisico e il suo minutaggio. LeBron dovrà giocare meno minuti per partita e lasciare più ai suoi compagni – soprattutto alle guardie Austin Reaves e D’Angelo Russell e al centro Anthony Davis — i compiti di creare gioco offensivo e concretizzarlo. La chiave per il successo di questi Los Angeles sono la salute fisica (soprattutto delle due stelle, per l’appunto James e Davis) e la capacità di gestire i momenti della partita senza LeBron, per tenerlo riposato.
Nikola Jokic e i Denver Nuggets si ripeteranno?
Hanno trionfato l’anno scorso; sapranno replicare? La squadra è cambiata poco durante la cosiddetta off-season e rimane fortissima, tra le favorite per la vittoria finale: il loro leader Nikola Jokic — MVP, ovvero Most Valuable Player, della regular season nel 2020-21 e nel 2021-2022 e delle Finals nel 2022-2023 — e tutti i titolari sono rimasti, ma non potranno contare più su Jeff Green e Bruce Brown, due tra i loro giocatori della second unit, che quindi cambierà molto in termini di organico e apporto — mai sottovalutare le panchine, in NBA. Molte squadre si sono rafforzate e in NBA confermarsi è difficilissimo, ancora più di vincere. Giungere dalle stalle alle stelle richiede tempo, fortuna e pianificazione; dalle stelle alle stalle può invece accadere in un attimo.
Chi ha cambiato tanto e ipotecato il proprio futuro per vincere adesso
Dopo le trade (scambi di mercato) dell’anno scorso a metà stagione dei Phoenix Suns e dei Dallas Mavericks, che hanno acquisito rispettivamente Kevin Durant e Kyrie Irving in cambio della futuribilità e della profondità dei proprio roster, quest’estate molte squadre sono andate in modalità win-now con scambi molto aggressivi: gli stessi Suns hanno acquisito Bradley Beal, grande realizzatore e shot-maker (ovvero capace di creare tiri per sé stesso e concretizzarli con alte percentuali); i Boston Celtics hanno accolto Kristaps Porzingis e Jrue Holiday, a costo di Malcolm Brogdon e dei valenti difensori Marcus Smart (in squadra dal 2014) e Robert Williams III; i Milwaukee Bucks hanno ottenuto Damian Lillard (che ha lasciato i Portland Trail Blazers, di cui è stato a lungo leader tecnico ed emotivo, per cercare un contesto vincente) in cambio dello stesso Holiday, sacrificando la loro resa difensiva per quella offensiva; i Los Angeles Clippers hanno aggiunto alla loro squadra, che già contava i pur fragili fisicamente Russell Westbrook, Paul George e Kawhi Leonard, James Harden, in rotta con i Philadelphia 76rs; i Golden State Warriors hanno scambiato il loro possibile futuro, Jordan Poole, con il veterano Chris Paul. Su questi progetti, tutti a breve termine (una mancata vittoria nell’immediato sarebbe disastrosa) pesano essenzialmente 3 dubbi: la convivenza tra le stelle, soprattutto a livello offensivo, la chimica di squadra, e la tenuta fisica (molti dei giocatori in questione sono ultratrentenni).
I nuovi progetti e i giovani
Al contrario degli esempi appena citati, ci sono squadre che stanno pianificando il futuro e crescendo i loro giovani prospetti per competere un domani. I San Antonio Spurs hanno ottenuto tramite draft l’ambitissimo francese Victor Wembanyama, punta di diamante di un roster che conta anche i promettenti giovani Jeremy Sochan, Tre Jones e Devin Vassell; gli Houston Rockets, con il loro nuovo coach Ime Udoka, hanno aggiunto a Jalen Green, Jabari Smith JR, Alperen Şengün e Jae’sean Tate il rookie Amen Thompson; gli Oklahoma City Thunders stanno sviluppando molto bene Shai Gilgeous-Alexander, Luguentz Dort, Josh Giddey e Chet Holmgren. Altri progetti molto futuribili, conseguenti a smantellamenti di roster più o meno competitivi e a cessioni di stelle NBA, sono quelli di Utah Jazz, Portland Trail Blazers, Detroit Pistons e Brooklyn Nets.
Insomma, la stagione che è appena iniziata si prospetta alquanto avvincente e merita di essere seguita con attenzione e passione.
Thanh Huy Boggio
