La psicologia dietro il true crime

Tra podcast italiani e internazionali, passando per docu-serie sulle più famose piattaforme streaming per poi approdare ai documentari autoprodotti dagli youtuber, il true crime è parte integrante dell’intrattenimento dei giorni nostri. L’attrazione per il mistero e il macabro è una costante nella storia umana, ma ultimamente questo genere ha raggiunto una popolarità senza precedenti.
Il che può apparire di primo acchito paradossale: perché le persone sono così attratte da storie di crimini efferati e violenza?

Ma procediamo con ordine: che cos’è il true crime? Con questa locuzione si fa riferimento a tutte le narrazioni che riportano fatti di cronaca nera realmente accaduti, che sia attraverso libri, film, serie TV, documentari e podcast. Queste storie esplorano in dettaglio crimini reali cercando di comprendere la psicologia dei criminali e le loro motivazioni.
La diffusione di tali storie può essere attuata al solo fine d’intrattenimento, oppure può essere strumentale per portare alla luce vicende ormai dimenticate e crimini irrisolti, nella speranza che qualcuno tra il pubblico si faccia avanti e condivida informazioni.
Al di là delle finalità specifiche, che spaziano tra la sensibilizzazione e la spettacolarizzazione del dolore, è evidente che la popolarità di questo genere sia aumentata vertiginosamente. Qual è dunque la psicologia dietro un tale successo?

Il coinvolgimento cognitivo

Fin dall’alba dei tempi, l’essere umano ha mostrato una particolare fascinazione per l’insolito e l’inaspettato. La mente umana è naturalmente attratta dal risolvere enigmi e comprendere le motivazioni dietro comportamenti estremi.
Le storie di true crime sono ricche di mistero e colpi di scena, e in quanto tali sono perfette per coinvolgere l’immaginazione dello spettatore e spingerlo a riflettere sulla complessità della psiche umana. L’idea di mettersi nei panni del criminale di turno permette di proiettarsi in una realtà maligna e parallela, dove si può esplorare il lato oscuro della propria natura senza pagarne il prezzo nella realtà.
Similmente, le storie di cronaca nera sono in grado di coinvolgere attivamente il pubblico: da un lato esso è portato a rispondere alle classiche domande del giornalismo investigativo, dall’altro è costretto a riflettere su questioni morali e sulla natura umana, talvolta in grado di compiere l’impensabile.

Il coinvolgimento emotivo

Una delle altre ragioni per cui il true crime è così popolare è il desiderio di empatizzare con le vittime e comprendere il dolore e la sofferenza altrui, generando così una connessione emotiva che spinge a voler sapere di più sui fatti accaduti.
Paradossalmente, immergersi in storie di crimini reali può anche fornire un senso di controllo in un mondo apparentemente incerto: è lo stesso processo che si attiva durante film horror o thriller psicologici dalla sicurezza di casa propria. Il true crime, dunque, offre una sorta di esposizione controllata a situazioni pericolose, permettendo agli ascoltatori di confrontarsi con le proprie paure senza rischiare traumi reali. Questo fenomeno è particolarmente evidente tra le donne, che notoriamente compongono la maggior parte del pubblico.
Diversi studi hanno anche evidenziato che attraverso questi tipo di intrattenimento, infatti, gli spettatori propendano a sviluppare strategie per evitare di diventare vittime. Non a caso conoscere l’iter classico delle indagini, i metodi adottati dalla polizia e i dettagli dei crimini può far sentire le persone più consapevoli dei pericoli e delle misure di sicurezza da adottare, alimentando un senso di preparazione contro potenziali minacce.
Ma oltre all’empatia, al desiderio di sicurezza e alla volontà di prepararsi al pericolo, il true crime stimola la produzione di adrenalina, un ormone in grado di creare dipendenza. Questa sensazione adrenalinica spinge il cervello a ricercarne sempre di più, rendendo la fruizione del genere un’esperienza in piccola parte simile a quella delle montagne russe o del bungee jumping.

Insomma, nonostante la natura oscura di questi racconti, la popolarità del true crime persiste poiché permette di esplorare aspetti profondi della condizione umana, generando riflessioni su temi delicati come la giustizia, la moralità e la psicologia dell’essere umano.
Di fondo non c’è nulla di male nell’essere avidi consumatori di questo filone, che talvolta diviene un mezzo per portare alla luce temi come l’ ingiustizia sistemica e per farsi voce delle vittime, le cui storie spesso rimangono non solo irrisolte, ma anche seppellite tra mille altre.
La chiave è consumare questo tipo di contenuti facendo attenzione a come essi vengono trattati, con rispetto per le vittime e per coloro che ne sono stati coinvolti, mantenendo sempre un approccio etico e sensibile.

Rebecca Isabel Siri

Crediti immagini: grunge.com, pixabay, wikimedia.org

Crediti immagine di copertina: Canva

Lascia un commento