Il ‘diritto’ di protesta sotto il governo Meloni

Come si può esprimere il dissenso?

Gli articoli 17 e 21 della Costituzione Italiana, in vigore dal primo gennaio 1948, recitano: “i cittadini hanno il diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi” (Art. 17) e “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” (Art. 21).

Ma nel governo Meloni di oggi, questa legge rimane sacrosanta? Da più di un anno a questa parte, gli esempi di manifestazioni pacifiche ostacolate dalle forze dell’ordine sono stati numerosi. Solo a Torino, ad esempio, possiamo citare il 3 ottobre 2023, quando la polizia caricò un corteo pacifico di studenti in protesta contro il governo. E ancora, di pochi mesi fa è il sabotaggio della manifestazione pacifica del 25 settembre 2024, organizzata a Roma per protestare contro il DDL sicurezza (provvedimento che, per altro, mira a ridurre la libertà di espressione): per l’occasione l’accesso dei manifestanti ai mezzi pubblici è stato interrotto, sia nella città di Roma, sia addirittura nelle altre principali città d’Italia, dove la polizia ha impedito l’accesso ai treni ai gruppi che più palesemente si stavano recando alla manifestazione, recando striscioni e cartelli. Anche piazza Navona, centro della protesta, a un certo punto è stata chiusa dalla polizia, in modo che altri manifestanti non potessero più raggiungere il corteo.

Da qualche settimana, tuttavia, l’atteggiamento dei manifestanti sta cambiando, volgendosi verso una direzione sempre meno pacifica. A Bologna, il 9 novembre 2024, la polizia si è dovuta interporre tra il gruppo di estrema destra “Rete dei Patrioti” (che aveva regolarmente annunciato un corteo) e un gruppo di antifascisti intervenuto per sabotarlo. Recentissimi sono gli scontri violenti verificatisi a Torino e in altre città italiane, in occasione del ‘No Meloni day‘ (15 novembre 2024). I manifestanti si sono organizzati per rispondere violentemente all’immancabile intervento della polizia, con il risultato che 19 poliziotti sono stati portati in ospedale per intossicazione da cloro, mentre numerosi tra agenti e manifestanti sono stati feriti.

Come giudicare questa situazione? Da un lato è chiara l’intenzione del Governo Meloni di limitare il diritto di manifestazione agli ambienti di sinistra, palese sia dal comportamento delle forze dell’ordine, sia soprattutto dal DDL sicurezza. 1 Si tratta certamente di una deriva preoccupante. Dall’altro lato, però, incattivirsi e rispondere con violenza alla violenza non può che rendere la situazione ancora più tesa e repressiva. Anche se è comprensibile l’indignazione per il fatto che nel 2024 ci siano ancora cortei fascisti, o per il fatto che il governo non si opponga al genocidio palestinese, o ancora per tutte le leggi autoritarie e retrograde che vengono emanate sotto il governo Meloni, comunque tutta questa rabbia non dovrebbe mai tramutarsi in violenza, poiché il sacrosanto diritto di protesta — conquistato con sudore durante il secolo scorso — non deve essere confuso con l’aggressione violenta e indiscriminata.

Possiamo continuare a manifestare il nostro dissenso sia con il sempreverde del corteo pacifico, sia divulgando e facendo conoscere canali informativi alternativi rispetto ai principali divulgatori (ad esempio TG1 e TG2), poiché questi ultimi presentano una narrazione dei fatti nettamente influenzata dal governo e fortemente propagandistica. L’importante, comunque, è continuare a esprimere il dissenso, a prescindere dalla modalità: l’indifferenza e l’assuefazione sono i peggiori nemici della democrazia.

Marta Costa

  1. Il DDL, infatti, prevede principalmente: far divenire il blocco stradale (usando il proprio corpo) un reato con pene fino a due anni di reclusione; introdurre pene fino a vent’anni per chi protesta nei Centri di permanenza per il rimpatrio e nelle carceri; criminalizzare le proteste pacifiche (con una generalissima direttiva di punire chiunque  istighi pubblicamente “alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico” oppure “all’odio fra classi sociali”), con aggravante per chi si oppone alla costruzione di grandi opere pubbliche. ↩︎

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Avatar di Paola Stella Paola Stella ha detto:

    🎀 Il dissenso e’ un diritto, la violenza non e’ prevista come pratica di questo diritto ~ La violenza parte sempre dai dissenzienti perche’ nella manifestazione pacifica le forze dell’ordine non hanno alcuna ragione di intervenire
    ~ E’ lapalissiano ~ In una societa’ civile esistono i diritti di tutti ~ Tra questi non c’e’ il diritto alla violenza ~ Poi si puo’ dire qualdiasi cosa.

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    1. Avatar di marta.costa._ marta.costa._ ha detto:

      Si, sono d’accordo! Anche se bisogna precisare che in qualche caso la polizia è intervenuta violentemente anche quando il corteo era realmente pacifico… le colpe stanno da entrambe le parti

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    2. Avatar di Paola Stella Paola Stella ha detto:

      🎀 In verita’ il corteo di dissenso, seppure pacifico, puo’ tentare di percorrere strade non previste, e forzarne il passaggio ~ La polizia deve purtroppo ottemperare al rispetto della legalita’, rispetto per il quale riceve la paga ~ Credo che, per valutare oggettivamente un fatto, sia importante acquisire tutte le informazioni da ambo le parti ~ Purtroppo la politica e’ molto contaminante.
      Buona giornata Marta!

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