Chi non ha mai letto Il Conte di Montecristo o non ha almeno visto una sua trasposizione televisiva o cinematografica? In caso di risposta negativa, in queste settimane sarà possibile guardare una serie TV ispirata al capolavoro di Dumas padre, che andrà in onda su Rai1 ed è stata in gran parte girata proprio a Torino e dintorni.

Le vicende del romanzo, pubblicato a puntate a partire dal 1844, rappresentano l’emblema della vendetta perfetta, la storia di rivalsa e di riscatto più famosa della letteratura.
L’opera di Dumas è affascinante e allo stesso complessa perché in grado di intrecciare il tema della giustizia e della vendetta, due concetti opposti ma che in questa vicenda sembrano difficili da distinguere perché il confine appare davvero sottilissimo.
Vendetta o giustizia?
Senza fare troppi spoiler per chi non conoscesse ancora l’opera, siamo nella Francia di inizio Ottocento. Il protagonista, il giovane marinaio Edmond Dantès, viene ingiustamente imprigionato in seguito a una cospirazione orchestrata dai suoi rivali. Durante la sua detenzione a Château d’If, vecchia fortezza trasformata in penitenziario su una piccola isola al largo di Marsiglia, Dantès incontra l’abate Faria e grazie a lui, dopo 14 anni, riesce a evadere. In seguito, su indicazione dell’abate, trova un tesoro sull’isola di Montecristo, situata nell’arcipelago toscano, assumendo così l’identità del ricco e spietato Conte di Montecristo. Da qui ricomincia la vita di Edmond, che sarà in gran parte dedicata a trovare coloro che lo hanno tradito, in cerca di vendetta.
Ciò che rende affascinante questa celeberrima opera è il piano che Dantès riesce ad architettare per vendicarsi dell’ingiustizia subita e della pazienza che dimostra per metterlo in atto.
La sete di vendetta di Edmond trova le sue radici nel profondo senso di ingiustizia e dalla rabbia accumulata durante gli anni di prigionia, per la vita che gli era stata ingiustamente rubata. Grazie alla sua nuova identità, Edmond ha la possibilità di sfruttare le risorse finanziarie del Conte di Montecristo per pianificare il crollo dei suoi nemici e la distruzione delle loro vite proprio come loro avevano fatto con la sua quindici anni prima. L’atteggiamento vendicativo guida molte delle sue azioni e mette in luce come il desiderio di rivalsa possa consumare e trasformare una persona, anche la più docile.
Il romanzo di Dumas, però, oltre al tema della vendetta, affronta anche il tema della giustizia. Di fatto, Edmond, attraverso le sue azioni, non cerca esclusivamente di vendicarsi, ma di ristabilire una sorta di equilibrio morale, portando alla rivelazione della vera natura dei suoi nemici e alla punizione delle loro cattive azioni.

Tuttavia, nel corso della sua prigionia e della sua avventura vendicativa, il protagonista affronta dilemmi morali e le conseguenze delle sue azioni, che non portano sempre a risvolti positivi.
Infatti, l’opera non vuole glorificare la vendetta, ma esaminarne le conseguenze. Mentre Dantès realizza il suo piano si rende conto che la vendetta non lo conduce alla liberazione e alla soddisfazione che aveva sperato e immaginato, ma anzi crea ancora più sofferenza e distruzione e soprattutto si rende conto che sta perdendo la capacità di amare.
Una volta portata a termine la sua missione, però, Edmond riesce a riconoscere i limiti della vendetta cercando redenzione, perché il vero senso di giustizia è frutto della pace interiore, del perdono e della speranza.
La nuova serie TV girata a Torino
Il Conte di Montecristo è una delle opere letterarie che ha riscosso maggiore successo nelle sue varie trasposizioni televisive, teatrali e cinematografiche nonché una delle più riprodotte e apprezzate dal pubblico.
L’ultima in ordine temporale è una serie TV realizzata da una produzione italiana, francese e inglese, con un cast internazionale e diretta dal regista premio Oscar Bille August, e gran parte delle riprese sono state realizzate con il contributo di Film Commission Torino Piemonte.
Per ricreare le eleganti ambientazioni francesi di metà Ottocento, a fare da sfondo alla storia di Edmond Dantès ci saranno gli ambienti suggestivi della Palazzina di Caccia di Stupinigi, ma anche Palazzo Cisterna, la Galleria Subalpina, Palazzo Carignano, il Museo Nazionale del Risorgimento, i Musei Reali, il Parco della Mandria e tanti altri.
Insomma, quale migliore occasione per conoscere meglio l’opera di Dumas e ammirare la bellezza del patrimonio artistico della nostra città?
Francesca Decorato
Fonti: torinotoday.it, larepubblica.it, torinocronaca.it
Fonte immagine di copertina: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2025/01/Sam-Claflin-8e24c102-12d1-42bd-88ea-280c65e44c52-ssi.html
