Mufasa, il prequel de Il Re Leone, che narra le origini del padre di Simba, sfugge al canone che vede i vari episodi dell’omonima saga, firmata Disney, come rifacimenti in “forma leonina” delle opere shakespeariane. Esso infatti, come notato da diversi fan, prende a piene mani dal mito giudaico-cristiano di Mosè, eroe che liberò il popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto.
Partendo dall’inizio della storia, si incontra il giovane protagonista che, pur abitando una terra arida e ostile, fugge dalla sua difficile realtà grazie ai racconti della madre, che gli narra di Milele, una pianura rigogliosa nella quale è destinato ad arrivare, prima o poi. Questa premessa ricorda il sogno di Canaan, la terra promessa da Dio in cui scorrono latte e miele, al quale si aggrappavano gli ebrei durante la cattività egiziana.
La situazione per Mufasa pare migliorare quando, in seguito a una lunga siccità, torna a piovere; ciò; però, provoca un’inondazione che travolge molti animali, separando il cucciolo dai suoi genitori. Dopo aver galleggiato per un tempo indefinito aggrappato a un ramo, Mufasa approda infine sulle sponde della Valle dei Re, un tratto di Savana governato dal subdolo leone Obasi; qui viene salvato dalla regina Eshe, che decide di crescerlo come figlio suo. Anche Mosè affronta un viaggio omologo su un fiume: la madre lo affida, ancora in fasce, a una cesta calata sul Nilo per proteggerlo dallo sterminio dei bambini ebrei ordinato dal Faraone. Quest’ultimo viene, in realtà, trovato e accolto nella famiglia reale dalla figlia del sovrano stesso.
Mufasa instaura un fortissimo legame con l’erede al trono Taka, realizzando il sogno di entrambi di avere un fratello al proprio fianco. La nuova serenità viene tuttavia infranta, qualche anno dopo, dall’attacco dei Rinnegati, un gruppo di leoni albini, e del loro capo Kyros, intenzionato a sterminare tutti gli altri branchi. I due giovani sono dunque costretti a fuggire per sopravvivere, cercare Milele oltre l’orizzonte e fondarvi un nuovo regno. Proprio durante le peripezie di questo viaggio si romperà la solidarietà tra i due fratelli: Taka, geloso per le attenzioni rivolte al fratellastro da Sarabi, leonessa unitasi a loro lungo l’avventura, architetterà una vendetta indicando segretamente al nemico la via da loro percorsa. Anche nella vicenda biblica Mosè cresce insieme al principe egiziano, ma l’armonia si spezza quando il primo, dopo aver fortuitamente ucciso una guardia che stava torturando uno schiavo, fugge verso est fino alla regione di Madian. Qui riceve da Yahweh, sotto forma di roveto ardente, il compito di liberare il proprio popolo e condurlo verso la terra promessa. Tornato con tale intento a palazzo, sorge un’accesa ostilità con il fratellastro, ora salito al trono, che si piega alle sue richieste solo dopo le Piaghe, dieci calamità che colpiscono il regno.
Una volta giunti alla tanto agognata meta, il gruppo di protagonisti del film Disney non può comunque trovare immediata pace dal momento che i Rinnegati, seguendo le tracce lasciate dal traditore, irrompono poco dopo, dando inizio alla battaglia definitiva. A determinare le sorti dello scontro tra Mufasa e Kyros è quello che, per tempismo e proporzioni, sembra un intervento divino: un potente sisma che precipita i due sfidanti in una falda acquifera sotterranea e seppellisce il leone bianco sotto grandi detriti. In maniera simile Dio difese gli ebrei dividendo in due le acque del Mar Rosso per farli passare oltre; poi le richiuse, inghiottendo l’esercito che il Faraone aveva deciso di scatenare al loro inseguimento.
Sul finale, il protagonista ha un ultimo confronto con Taka, durante il quale emergono anche parallelismi con il racconto biblico di Caino, il primo assassino della Storia che uccise il fratello Abele per invidia. Nel Genesi Yahwhe impose un marchio sulla fronte del fratricida a eterna memoria della sua infamia, vietando però a chiunque di fargli del male per vendicare il peccato. Allo stesso modo Mufasa non annulla le colpe del fratello, rimasto sfregiato da una cicatrice sull’occhio, rimediata frapponendosi a una zampata durante lo scontro col rinnegato. Egli giura addirittura di non pronunciare più il suo nome, costringendolo così ad adottare lo pseudonimo di Scar, ma mostra clemenza concedendogli di vivere nel proprio territorio, prima di salire su una rupe e assumere, per volere unanime di tutti gli animali, il ruolo di eroe e re di Milele.
Samuele Bonino
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