Alla sua morte, nel 1896, Alfred Nobel, celebre inventore della dinamite, lasciò un testamento che portò alla fondazione del più prestigioso riconoscimento mondiale in ambito scientifico e letterario: il Premio Nobel. In particolare, Nobel stabilì che esso dovesse essere conferito a coloro che, per mezzo di ricerche, opere o invenzioni, avessero apportato il “maggior beneficio all’umanità”.
Il suo volere, però, non fu sempre rispettato. Infatti, sono numerosi i casi di Nobel assegnati a personaggi controversi, i cui contributi non hanno di certo migliorato la condizione umana. Tra questi spicca il nome di António Egas Moniz, Premio Nobel per la medicina nel 1949.
La sua scoperta, all’epoca accolta come rivoluzionaria, oggi viene considerata una delle pagine più oscure della scienza medica del XX secolo. La sola parola è in grado di evocare spaventosi scenari da film horror: la lobotomia.
Storia di un trattamento disumano
Sebbene la lobotomia sia solitamente attribuita a Egas Moniz, il neurochirurgo portoghese fu ispirato da studi ed esperimenti precedenti.
In cerca di un trattamento chirurgico per curare condizioni psichiatriche complesse come la demenza e la schizofrenia, nel 1880 lo psichiatra svizzero Gottlieb Burckhardt sperimentò un nuovo tipo di intervento su sei pazienti affetti da gravi disturbi mentali: asportò alcune regioni della loro corteccia cerebrale, tra cui alcune parti del lobo frontale, praticando un foro nel cranio. L’esperimento, però, non diede i risultati sperati: un paziente morì cinque giorni dopo l’operazione, mentre un altro si suicidò. Tuttavia, lo psichiatra notò con ottimismo che due dei pazienti sopravvissuti sembravano “più silenziosi” dopo l’intervento.
Qualche decennio dopo, durante un congresso scientifico a Londra, il neurofisiologo Fulton sostenne che, rimossi i lobi frontali di due scimpanzé, i primati non fossero più in grado di provare alcuna emozione negativa. Secondo Fulton, dunque, l’intervento li aveva liberati per sempre da ansia, stress e frustrazione.
Entusiasmato da queste ricerche, Egas Moniz “perfezionò” la tecnica, iniziando a sperimentare su pazienti con diverse diagnosi. Dalla depressione al disturbo bipolare, dalle allucinazioni ai comportamenti ossessivi, il “rimedio” era sempre lo stesso: con la lobotomia prefrontale, il chirurgo perforava il cranio del paziente e, attraverso uno strumento dalla forma a uncino, eliminava le connessioni neurali tra il lobo prefrontale – associato alla regolazione di emozioni e sensazioni – e il resto del cervello.
Le conseguenze su chi subiva l’intervento erano devastanti. Tra gli effetti collaterali più dannosi, rientravano l’epilessia, la catatonia, l’apatia, importanti deficit cognitivi, comportamentali e di personalità. Eppure, le medesime conseguenze furono accolte come un successo dalla stampa e da gran parte del mondo scientifico: si pensava infatti che la “calma” forzata in seguito all’intervento fosse di gran lunga preferibile ai sintomi originari dei pazienti.
Negli Stati Uniti, la procedura fu resa popolare da Walter Freeman, che nel 1945 la modificò per renderla più veloce e, se possibile, più brutale. Nacque così la lobotomia transorbitale. Con la nuova procedura, il paziente era parzialmente sedato con l’elettroshock e, in seguito, un punteruolo da ghiaccio veniva inserito all’interno del suo cranio, sempre al fine di recidere le connessioni neurali. Si stima che, con il nuovo metodo, Freeman potesse eseguire fino a venticinque lobotomie in un solo giorno.
Rosemary Kennedy, condannata perché diversa

Rosemary Kennedy, sorella minore del futuro presidente John F. Kennedy, nacque il 13 settembre 1918 in una delle famiglie più ricche e prestigiose degli Stati Uniti. A causa di complicanze durante il parto, sviluppò una disabilità intellettiva e, per questo motivo, non venne mai considerata all’altezza degli standard della sua famiglia. Mentre i suoi fratelli imparavano in fretta a camminare, a parlare e avevano successo negli studi, Rosemary era sempre in ritardo nell’acquisizione di nuove abilità.
La giovane trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra un istituto e l’altro, sottoposta per il volere dei genitori a “iniezioni sperimentali”, nella speranza di risolvere quelli che venivano definiti “squilibri ormonali”. Nonostante le difficoltà, Rosemary si mostrava come una ragazza sensibile e di grande intelligenza.
Questo fino al 1941, quando Joseph P. Kennedy, convinto che gli sbalzi d’umore e la condotta sessuale troppo disinvolta della figlia potessero rovinare la reputazione della sua “dinastia”, la fece lobotomizzare.
Da quel momento, la vivace personalità di Rosemary fu cancellata per sempre. L’intervento la privò delle capacità di parlare, di camminare e di vivere una vita piena.
Vittima del crudele conformismo e condannata per la sua diversità, la giovane fu reclusa in un istituto psichiatrico gestito dalla Chiesa, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 2005.
Uno strumento di controllo sociale
La terribile storia di Rosemary Kennedy è un perfetto esempio di come la lobotomia sia stata anche uno strumento di controllo verso coloro che non rientravano nei canoni del “socialmente accettabile” per l’epoca. Persone con gravi disturbi mentali, ma anche bambini “problematici”, donne “isteriche”, uomini omosessuali: la lobotomia veniva praticata su di loro nel tentativo di riportarli sulla retta via. Una violenza cieca, che provocò infinito dolore, calpestò la dignità umana e distrusse vite, tutto in nome di una fantomatica “normalità”.
La consapevolezza da parte della comunità scientifica dei devastanti effetti collaterali (e sociali) della lobotomia arrivò soltanto nella seconda metà degli anni Cinquanta. Da allora, la procedura venne progressivamente sostituita, dove necessario, dagli psicofarmaci, e fu quasi completamente abbandonata nel corso degli anni Settanta.
Oggi della lobotomia resta il drammatico ricordo nei film e nelle serie TV – come BoJack Horseman e Ratched –, dove compare come potente metafora del controllo sulle menti e sui corpi e degli orrori perpetrati da una scienza priva di etica e di umanità.
Ilaria Vicentini
Fonti:
https://www.washingtonpost.com/history/2023/10/09/nobel-lobotomy-antonio-egas-moniz-controversy/
https://www.corriere.it/tecnologia/24_ottobre_08/la-guida-completa-al-premio-nobel-quando-e-nato-chi-lo-assegna-quanto-si-guadagna-d70e21a5-5080-42b4-9ab8-e03672290xlk.shtml
https://www.ilpost.it/2011/04/04/storia-lobotomia/
https://www.ilpost.it/2015/10/10/storia-rosemary-kennedy/
Crediti immagine di copertina:
https://it.pinterest.com/pin/9922061671871698/

Qualcuno volò sul nido del cuculo!
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Grazie del consiglio!
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