Fake news e la paura di fare la cosa giusta – parte 2

Qual è la differenza tra contesto pubblico e privato? È importante distinguere i due ambiti anche quando si parla di persone famose? Oppure queste ultime dovrebbero cercare di contenersi e fare attenzione alle parole che impiegano, anche quando si ritrovano in una situazione informale e fra amici? Quali sono i rischi di una mancata verifica delle fonti o del trarre conclusioni affrettate?

Ce ne parla oggi la nostra redattrice Francesca Salvai con due storie, che porteranno a riflettere sul fondamentale ruolo dell’informazione e della contestualizzazione delle notizie.

@francy.salvai

Fake news e la paura di fare la cosa giusta – parte 1

Qual è il prezzo della verità? Si può arrivare a mettere in pericolo il proprio posto di lavoro e la propria incolumità per sostenere gli ideali in cui si crede?
Nella vita abbiamo tutti la possibilità di scegliere, ma ci vuole coraggio, perché raccontare la verità e stare dalla parte giusta sono decisioni che comportano dei rischi. Non tutti sono disposti a vedere le cose per come stanno, proprio per questo le storie del coraggio di certe persone dovrebbero rimanere un punto di riferimento per la società. Ed è di queste storie che ci parla la nostra redattrice Francesca Salvai nella prima parte del suo nuovo articolo.

@francy.salvai

Oltre il Fact-Checking: la complessità della verità

Nel caotico panorama digitale moderno, in cui l’informazione scorre rapidamente e incessantemente, ciò che sembrava essere un baluardo contro la disinformazione solleva ora interrogativi cruciali sulla sua stessa efficacia. Quanto possiamo davvero fidarci del fact-checking?

In questo articolo della nostra redattrice Giulia Torchio (@__primaradice), esamineremo con occhio critico la pratica del fact-checking per esplorare le sfumature della distinzione tra fatti oggettivi e interpretazioni soggettive, riflettere sulle ambiguità del concetto di verità e proporre approcci alternativi nella verifica dell’informazione.
#factchecking #verità #giornalismo

Il mestiere dell’odiatore

Coloro che sono familiari con i romanzi di Murakami Haruki, riconosceranno l’assonanza del titolo con il romanzo “Il mestiere dello scrittore”.

E in effetti – oggi più che mai – il mestiere dell’#odiatore e l’arte della scrittura sono strettamente collegati.

In questo articolo di @lightbluealice si osserva il fenomeno degli #haters, soprattutto quelli contemporanei, il cui #odio si riversa sui social network alla pari di veri e propri raid.

L’odio sui social è un fenomeno di gruppo: si forma nei gruppi segreti su Telegram o su Facebook, per poi convergere negli sh*tstorms.
E oggi, l’odiatore non prende più di mira solamente personaggi famosi, oppure le minoranze, bensì il “nemico pubblico” del mondo intero – che però per l’hater non esiste – la pandemia.

#iosonoqui #bollainformativa #coronavirus #debunker #thebunking #discorsid’odio #divulgazione #facebook #fakenews #hater #hatersgonnahate #informazione #negazionisti #notiziefalse #odiare #pandemia #shitstorm #telegram #vitimedìodio #thepassword #thepasswordunito #unito

QAnon: la nuova setta pro Trump che (non) ci meritavamo

Le forze del Male sono sempre in agguato, ma un eroico informatore, Q, ha preso coraggio e da anni diffonde su varie piattaforme piccole verità note solo all’intelligence degli Stati Uniti. Grazie alle sue dichiarazioni ora sappiamo che un gruppo di satanisti pedofili è ai vertici del potere, ma non temete, c’è un faro nel buio giunto per debellare questa piaga, e il suo nome è Trump, Donald Trump.
Sembra una barzelletta, ma è questo il fondamento di QAnon, la teoria del complotto che dal 2017 diffonde fakenews credute veritiere dai numerosi seguaci, ora diffusi in tutto il mondo.

Il “Bisogno di Caos” e la proliferazione di fake news

Capita a tutti di sentirsi isolati ogni tanto, come se la società fosse perfettamente organizzata e noi non facessimo parte di quel disegno. E il passo da un effimero sentimento di alienazione alla rabbia contro se stessi o l’intero sistema è davvero breve. Il primo mezzo per esporre un il proprio dissenso nei confronti del…

Compagni di vecchia data: guerra e mass media

Le tecnologie mediatiche sono da sempre legate a quelle belliche e si sviluppano parallelamente. Raramente, però, i media riescono a riportare la realtà della guerra: la loro più o meno forte dipendenza dal campo politico li rende più facilmente strumenti di propaganda e disinformazione che organismi al servizio dell’opinione pubblica e  del diritto all’informazione. Durante…