Sedersi in un bar, ordinare un caffè, salire sul pullman e scegliere un posto a sedere, camminare per strada, andare al cinema, frequentare l’università, scegliere per quale candidato votare, immaginare il proprio futuro.
Sono e sembrano banalità della vita quotidiana, di una normalità per cui cinquant’anni fa migliaia di statunitensi e di afroamericani si sono riuniti per partecipare ad una lunga marcia in Alabama. Partenza Selma, arrivo Montgomery. La marcia per i diritti civili dei cittadini afroamericani iniziò il 7 marzo 1965, ma all’altezza dell’ Edmund Pottes Bridge i manifestanti vennero caricati dalle forze di polizia statunitensi, rendendo tristemente nota l’inizio di quella manifestazione civile e pacifica come Bloody Sunday.
Centinaia i feriti dai manganelli, dagli insulti, dall’opposizione insensata e razzista alla loro richiesta di eguaglianza dei diritti.
Le violenze subite quella domenica non fermarono il bisogno di affermare la propria esistenza e i propri diritti; la settimana successiva la marcia riprese ed attraversò quel fatidico Edmund Pottes Bridge per poi tornare indietro, simboleggiando in questo modo la capacità di superare il dolore e la sofferenza per il bene di tutti.
La terza marcia partì il 17 marzo 1965, 54 miglia (87 km) percorsi a piedi da Selma a Montgomery, una marcia ordinata e protetta dall’esercito e dalla guardia nazionale dell’Alabama, oltre che dalla legge e dalla sentenza emessa dal giudice federale Johnson, il quale ritenne, finalmente, che il Primo emendamento andasse applicato anche agli afroamericani.
Il 25 marzo 1965, 25.000 manifestanti raggiunsero la capitale dell’Alabama e ascoltarono la risposta di Martin Luther King alla loro domanda:
How long? Not long.
50 anni dopo quella lunga e faticosa marcia per l’eguaglianza civile di statunitensi di colore e non, gli Stati Uniti vivono ancora episodi di violenza contro gli afroamericani. I casi di Ferguson e del Wisconsin arrivano a ricordarci che forse questa marcia non dovrebbe essere celebrata solo come un evento del passato, ma che debba continuare ancora oggi.
How long?
Si spera ancora non molto.
Cecilia Marangon
