Il nuovo business delle spunte blu: perché sui social network vogliamo essere sempre più riconoscibili?

In foto: Elon Musk, il nuovo CEO di Twitter (Fonte: The Cryptonomist)

Elon Musk, una delle persone più ricche al mondo, ha acquistato Twitter nel mese di novembre 2022 per la cifra di 44 miliardi. Sarà suo compito ora stabilire le nuove regole dell’azienda, e Elon, finché rimarrà in carica, ha intenzione di stravolgere tutto: dalla scelta e il ruolo dei suoi dipendenti, fino alle funzionalità intrinseche della piattaforma.

Musk ha voluto modificare, in particolare, il sistema delle spunte blu: se poco tempo fa venivano assegnate dal sistema prendendo in considerazione una serie di criteri, questo verrà sostituito da un abbonamento, chiamato Twitter Blue: sarà quindi la persona interessata ad ottenere il cosiddetto “account verificato” a richiedere all’azienda l’attivazione del servizio, e tutto questo per soli 7,99€ al mese.

Questa scelta ha creato non poche discussioni per gli utenti della piattaforma: Twitter non è sicuramente il primo social che attiva una qualche “forma” di abbonamento. Possiamo paragonare allo stesso modo Meta, l’azienda di Facebook e Instagram, che ha attivato per i creator e le pagine aziendali la possibilità di realizzare contenuti su abbonamento; sulla stessa scia si posiziona in modo ironico anche Tumblr, che allo stesso prezzo di Twitter promette di garantire non una, ma ben due spunte blu sul proprio blog. Davvero un affare!

Ma perché le persone desiderano farsi riconoscere nel mare magnum dei profili presenti sui social?

Avere un account “verificato” ha portato e può portare sul web una serie di vantaggi, se usata nel modo corretto permette di distinguere i profili reali da eventuali fake. Falsi profili vengono spesso creati per fingersi qualcuno. L’esistenza del verificato è stata pensata inizialmente, come evidenzia Twitter stessa, per evidenziare i profili che rispettano una serie di criteri, centralizzando il controllo nelle mani della piattaforma e provando a scongiurare alcuni fenomeni di disinformazione emersi con il tempo come il catfish online, ovvero di utenti che si fingono altre persone, spesso particolarmente conosciute dopo aver rubato foto e video dal profilo originale. 

In Italia non esiste una legge apposita per il catfishing, ma può essere configurabile all’interno del reato di sostituzione di persona, mentre in altri paesi, come negli Stati Uniti, è presente una legge considerabile come “anti-catfish”.

Questa è principalmente una delle ragioni per cui molti utenti di Twitter stanno protestando per l’attivazione di Twitter Blue: rendendo più “democratica” l’assegnazione del verificato, si pensa che ora sarà più semplice la diffusione di profili fake e l’aumento del fenomeno del catfishing, e più generalmente delle truffe online.

Effettivamente, secondo le nuove Linee Guida, chi richiederà l’abbonamento a Twitter Blue non sarà più costretto a rientrare nei criteri previsti dalla Twitter Legacy Verification Policy: un account verificato potrà quindi non essere “authentic”(in possesso quindi di una mail o sito ufficiale che ne attesti l’autenticità), “notable”(conosciuto da un numero abbastanza considerevole di persone) e “active”(pubblico, con un’immagine del profilo e attivo negli ultimi 6 mesi) per ricevere comunque lo status di “account verificato”.

Questo “business delle spunte blu” possiede principalmente una ragione economica: Twitter e le altre piattaforme di social network sono aziende, e come tali hanno bisogno di soldi per potersi mantenere. Nessuno di noi però paga direttamente le piattaforme, perché sono i nostri dati personali la “moneta” della transazione. 

Acquistare un account verificato permette a Twitter in questo caso non solo di ricevere direttamente un ritorno economico, ma anche di aggiungere informazioni al nostro account che prima non erano presenti: un esempio lampante sono i dati di fatturazione e delle carte di credito, a cui finora Twitter non poteva avere accesso e che espone maggiormente a rischio le persone fisiche e facilita maggiormente le operazioni di truffa online.

Cosa otteniamo in cambio noi utenti? L’esclusività non più esclusiva di far parte di coloro che possono permettersi di essere “verificati”: ancora una volta una scelta economica finisce per cambiare irreversibilmente il nostro modo di comprendere e distinguere le informazioni vere o false sui social network. 

Nel futuro, occorrerà quindi chiedersi fin dove il potere economico avrà la meglio sul potere dell’informazione, e quanto sarà difficile, secondo Musk, distinguere una persona vera da un vero e proprio catfish.

Erika Bruno

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